Finalmente arrivano anche per me le agognate ferie dopo un lungo periodo lavorativo non stop. Finalmente solo io e la montagna, mi sembra un sogno
Trovandomi per lavoro nei pressi del confine in Alto Adige, decido che è ora di vedere le vallate austriache. Una decisione presa un pò all'ultimo ma che è stata ben fatta: di fatto il giorno dopo, mentre molte nuvole coprivano i cieli trentini, nella Otztal il sole splendeva allegramente.
Superato dunque il Passo del Rombo e pagato il pedaggio di 14 euro
scendo verso Solden e svolto verso il fondo della vallata, dove sorge il bellissimo paesino tirolese di Vent.
L'arrivo a VentUna passeggiata serale con inaspettata raccolta di brise ad oltre 2000 metri e poi a nanna nella fedele Punto.
28.08.14
La mèta l'avevo già addocchiata mesi fa, una bella via su sfasciumi e neve fino a 3500 e poi un pezzo su ghiacciaio frequentato, ben tracciato e poco crepacciato. Sveglia alle 3 e partenza alle 3 e mezza, mi incammino al buio fra le casette ed inizio a prendere quota su traccia che taglia i prati ripidi sotto una seggiovia. Il buio è totale, niente luna, solo stelle (anche una cadente) e un bel freddo che mi invoglia ad accellarare il passo. Raggiunta la stazione a monte degli impianti, proseguo in traverso verso le luci della Breslauer Hutte, il rifugio dove si può spezzare in due l'escursione; dietro di me finalmente il cielo si fa chiaro
Sta arrivando il giornoArrivo al rifugio, alcune cordate si stanno preparando alla salita: io proseguo verso il vallone del Mitterkar dove il sentiero inizia a farsi più accidentato e talvolta sparisce mentre le rocce sono ricoperte da scivoloso verglass segno delle temperature piuttosto basse.
Le nuvole si incendiano sulle Otztaler AlpEntrato dunque nel suddetto vallone, il percorso passa a fianco ad alcuni laghetti di fusione
L'Hintere Brochkogel si specchia all'albaVerso il fondo del vallone iniza farsi vedere il Mitterkarferner, piccolo ghiacciaio abbondantemente ricoperto di neve: indossati i ramponi inizio, seguendo una bella traccia, a risalire un canale che si fa piuttosto ripido a metà dove però inizia una comoda ferrata.
Il primo tratto di ferrataIndossato anche l'imbrago, inizio a percorrere i primi metri piuttosto verticali su roccia ghiacciata: i ramponi aiutano moltissimo anche se, nell'appoggiarsi agli appigli, diventano un impiccio. Con un ultimo traverso dove il cavo è completamente sommerso dalla neve arrivo al Mitterkarjoch
Le cordate si affollano all'inizio del canaleLe roccette appena risaliteDalla forcella noto due alpinisti che stanno rislendo il ghiacciaio dall'altro lato: mi accodo a loro e ne seguo le chiare tracce
Sul Taschachferner i due alpinistiIl ghiacciaio è in condizioni incredibili, sembra di vedere una foto del periodo scialpinistico, la seraccata che dovrebbe trovarsi sulla destra del percorso è un unico pendio ripido: più che dei crepacci, sale il dubbio del rischio valanghe. Una bella coltre di neve fresca ricopre la vecchia neve primaverile e l'incedere è un pò lento.
Seguendo le tracceInfine si giunge alla cresta un poco aerea ma ben percorribile: sono gli ultimi metri, qualche roccetta sotto la croce ed infine la mèta è raggiunta
La gioia della vetta è incomparabile, i fiumi di ghiaccio, le vette, le lunghe vallate, il sole, tutto è stupendo.
I due alpinisti seduti poco sotto la croceLa cresta che collega le due anticime di poco più basse, ideali per una traversata in cordataLe innumerevoli vette fino alla Palla BiancaL'immenso panoramaLa croce di vettaIntanto sotto di me noto una quantità esorbitante di cordate che si accingono alla salita della cresta: visto il pochissimo spazio in vetta e il crinale un pò stretto, scendo piuttosto velocemente per non trovarmi nell'ingorgo e, giunto nuovamente sulla vedretta, mi fermo ammirando il crinale e gli altri alpinisti in salita.
La bella cresta in controluceVisuale distanziata della crestaLa zona si fa affollataScendo a ritroso sulle tracce che sono diventate tipo un'autostrada dalla quantità di orme nella neve.
La Palla Bianca spunta dietro il MitterkarjochInvece di scendere dalla stessa, decido di passare dietro all'Hintere Brochkogel per poi percorrere un tratto del poco crepacciato Vernagtferner, un ghiacciaio sotto stretta osservazione per via del devastante ritiro degli ultimi 10 anni.
La Wildspitze alle mie spalleNei pressi della BrochkogeljochL'Hintere BrochkogelDopo un lungo aggiramento, mi porto alla Borchkogeljoch dove mi concedo finalmente una sosta per rifocillarmi. Sotto di me si estende il Vernagtferner, ancora molto grande fortunatamente.
Il VernagtfernerDiscendo quindi il ripido canalino che mi porta sulla vedretta ed inizio il percorso su questa landa bianca cercando di stare a pochi metri da bordo sulla destra, formato da sfasciumi e terriccio.
La discesa del canalinoAd un certo punto la costola rocciosa scompare e bisogna giocoforza stare sul ghiacciaio che, fortunatamente, nella parte bassa è scoperto ma pianeggiante e completamente privo di crepacci.
La fine delle rocceSul ghiacciaioQuasi al termine del ghiacciaio trovo una vecchia attrezzatura di studio, forse una stazione meteo.
La stazione meteoCanyon nel ghiaccioFinito il ghiacciaio posso tirare un sospiro di sollievo, ora solo sfasciumi e poi sentiero. Inizio a percorre la gigantesca pietraia dove, fino a 10 anni fa, aveva sede la lingua della vedretta: cerco con lo sguardo la Verngathutte che so essere luogo di studio del ritiro dei ghiacci. Scendo al centro della valle ma solo dopo scopro di aver sbagliato scorgendo alcune persone sulla pietraia sovrastante. Il rifugio sta sopra alla morena, che ora si è fatta imponente a fianco a me: faticosamente risago, la voglia di una sosta è tanta. Giunto alla Vernagthutte mi siedo finalmente e mi faccio un piatto di canederli. Tristemente interessanti i documenti al suo interno che ritraggono il copioso ritiro del ghiacciaio. Alcune stampe del 1800 sono imbarazzanti in confronto ad adesso
Il Vernagtferner nel 1899Il Vernagtferner oggiLa VernagthutteInizio la lunga discesa verso valle, la giornata è splendente, il clima caldo ma non soffocante: camminare, nonostante la stanchezza, è un piacere indescrivibile e i panorami sono eccelsi
Pecore al pascoloSguardo indietro verso i ghiacciaiLa stupenda vallata che sale fino alla Palla BiancaRicompare la Wildspitze vista dal basso con la cresta salita in mattinataLa valle di VentCon alcuni ripidi tornati si perde quota fino al fondovalle dove una strada in falsopiano riporta lungamente al punto di partenza
La comoda strada soleggiataI verdi prati sopra la stradaTornato a Vent 12 ore dopo, crollo in macchina sfinito ma soddisfatto: una gita fantastica in un luogo fantastico. Ci si tornerà con gli sci, forse
Dislivello: 2000 metri
Sviluppo: 28 Km
Difficoltà: EEA (breve ferrata) F (ghiacciaio)