15/08/08
E' mattina prendo la macchina e mi dirigo al rifugio spiterstulen in una splendida vallata boscosa che percorro con la macchina (18km di strada sterrata), sono circa le 7:30, un orario impensabile per quei dormiglioni dei norvegesi, infatti sulla strada non c'è nessuno, a parte 2 splendidi cervi grigi che per un po' corrono spaventati davanti alla mia macchina...
il tempo non è dei migliori, piove a dirotto, strano, le previsioni avevano dato bel tempo fin dalla notte, ma qualcosa evidentemente è andato storto in quanto è fin dalla notte che diluvia...
Pago la mia gabella per aver percorso la strada e per parcheggiare (ogni cosa si paga in Norvegia) e mi cambio sotto una pioggia battente...la valle, il cui unico complesso abitativo è quello del rifugio-albergo pullula di vita del risveglio dei poveracci che campeggiano di fronte al rifugio in mezzo a una spanna di fango...
Vedo qualche coraggioso che parte sotto l'acqua, attendo ancora un po'...alle nove smette per un attimo di piovere, adesso o mai più, vado.
Il Galdhoppigen, la più alta vetta di Norvegia, il cui nome ha qualcosa a che fare con il maiale anche se non ho capito bene, può essere raggiunta sia dal rifugio spiterstulen con 1300m circa di dsl senza particolare attrazzatura, oppure dalla "stazione sciistica" (1 pista) Juvashytta con 650, ma attraversando il ghiacciaio. Essendo da solo e non conoscendo le condizioni opto per la prima opzione....
La salita per la piggrove si rivela subito abbastanza in piedi e punta verso la prima anticima della vetta:una punta su una larga cresta di pietre e sfasciumi.
Dopo la prima rampa il terreno da terroso diventa pietraia bagnata e inizia ad inerpicarsi verso la larga cresta, i cui grandi sassi sono ricoperti da qualche cm di neve fresca, infatti nevica e la visibilità è piuttosto scarsa, presto però la pietraia si trasformerà in nevaio e poi ghiacciaio...
Giunto alla prima anticima,maledicendo un po', ma solo un po', il tempo, ho da fare una bella discesa ripida su neve bella morbida...
Mi dico: finalmente un po di divertimento, mi dico che mi sarei messo in seguito i guanti e giù alla viva il parroco...peccato che la neve fosse fresca fresca e quasi inconsistente, arrivo coi piedi a sprofondare fino al ghiaccio del ghiacciaio e per frenare uso le nocche delle dita...
mi fermo un attimo a medicarmi e poi riprendo fino in vetta dove sorge un piccolo rifugio di sassi dove c'è anche un tizio che vende roba, arrivato in cima il tempo è sempre pessimo, ma ciò non mi impedisce di vedere il bruco-mela di turisti che sale dal ghiacciaio accompagnati da una guida e legati a 15 alla volta,al petto (
), il ghiacciaio ha una traccia che pare un'autostrada ed è abbastanza piatto, salgono anche bambini di 7 anni e cani legati al guinzaglio e imbragati...ovunque su cartelli e rifugi ci sono messaggi terroristici sulla pericolosità di affrontare il ghiacciaio senza guida e turni di guide portano su così per "l'autostrada" centinaia di persone al giorno...un bel business.
Un po' sconsolato per il tempo inizio a rientrare, ma ecco che finalmente qualcosa si intravede, la via, il ghiacciaio, il cielo azzurro....