Siamo un po' fuori stagione, ma sto finendo adesso di fare i compiti delle vacanze, quindi solo ora ho finito il report estivo.
Per l'estate 2017 ci siamo spinti un po' verso est alla scoperta di luoghi per noi sconosciuti e avvolti dal mistero: i Carpazi, e precisamente quelli rumeni.
E' una regione che, oltre alla montagna, offre numerose testimonianze del passato, molto particolari. Inoltre si tratta di una regione rurale, in cui le tradizioni sono ancora molto vive ed i modi di vita spesso arcaici.
Non avevamo molto tempo, quindi abbiamo cercato di individuare le zone che ci ispiravano di più, in primis i parchi naturali. Qui sulla mappa ho segnato in rosso le zone che abbiamo visitato, in giallo le zone di escursione. Abbiamo fatto un giro completo lungo i Carpazi, in senso orario, partendo dall'estremo nord della Romania.
Anche se un po' fuori contesto qui dentro, penso meriti un cenno (e qualche foto) la parte turistica.
Ecco un prototipo del villaggio rumeno (anche se lo stile delle case varia molto da zona a zona), e dei mezzi di trasporto. Altra costante in Romania è la presenza delle cicogne.
Il Maramures è famoso per le sue chiese in legno, dall'interno dipinto ed arredato dai fedeli. Sembra di essere in Norvegia. La regione rurale è piuttosto isolata, e lo stile di vita è lo stesso che avevano i nostri nonni o bisnonni...
In Bucovina la testimonianza storica più particolare sono i monasteri affrescati. Le chiese, che si trovano al centro dei monasteri, spesso simili a fortezze, sono ricoperte di affreschi sia dentro che fuori. Tutt'intorno, giardini curatissimi e balconi fioriti
In Transilvania i villaggi Sassoni (alcuni abitanti parlano ancora il tedesco) sono dotati di chiese fortificate costruite per difendersi dagli Ottomani.
Alle Porte di Ferro il Danubio si libera definitivamente dalla morsa delle montagne nel suo viaggio verso il mare. E' un posto suggestivo
Tra i boschi di faggi delle ultime propaggini a nord dei Carpazi meridionali, al termine di lunghissime valli si nascondono i resti delle città fortificate dei Daci, l'antico popolo sottomesso da Traiano.
Nella regione di Huedin si trova un'altra zona di villaggi e chiese caratteristiche, questa volta di etnia ungherese, e una grande concentrazione delle incredibili ville dei vari clan Rom.
Ma veniamo alle montagne. I Carpazi non sono montagne alte, sono in genere poco pendenti e arrivano di rado sopra i 2500 metri. Dato che non ci sono molte vie di comunicazione, ne consegue che le distanze da percorrere sono sempre abbastanza importanti. Noi siamo riusciti a fare una decina di gite giornaliere, usando spesso la MTB almeno per l'avvicinamento, dato che le strade di montagna molte volte sono sterrate.
Abbiamo trovato ambienti sempre diversi, molto interessanti anche se non estremamente spettacolari. Sentieri ben segnati, non con numeri, ma con una combinazione di colori (rosso, giallo, blu) e di forme (croce, linea, cerchio, triangolo). Dato che per andare “da A a B” si deve seguire lo stesso simbolo e colore, ne consegue che i tratti di sentiero in comune tra più itinerari sono marcati con un sacco di simboli e colori...
Al passo Prislop abbiamo fatto la nostra prima gita in MTB sui monti Rodnei, quasi completamente rivestiti da una vegetazione rigogliosa. Ci siamo resi subito conto che le distanze da percorrere erano decisamente importanti.
Nel gruppo del Parco Nazionale Ceahlau, poche rocce calcaree sporgono dalla vegetazione: si tratta di conglomerati che danno vita a formazioni dalle forme particolari. Buona rete di sentieri ben segnalati. Qui abbiamo salito il Toaca, che supera di poco i 1900 metri, ed è la più alta cima raggiungibile del parco. Paesaggio, poco.
Nella zona più vicina ai siti turistici più affollati della Romania, per via delle false testimonianze della presenza del principe Vlad l'impalatore, siamo andati a fare un giro nel gruppo della Piatra Craiolu, una lunga cresta aspra e calcarea circondata da forre profonde: avvicinamento in MTB non proprio agevole, e giro a piedi. Anche qui sentieri ben segnati, con alcuni tratti attrezzati.
Sempre da quelle parti, siamo andati a fare un giro in bici sul gruppo dei monti Bucegi, anche questa una delle zone più turistiche della Romania, dove ben due funivie convergono su un altipiano con alcune, affollatissime, rocce caratteristiche: ampi spazi, grandi greggi, simpatici pastori, simpatici cani pastore e, a patto di allontanarsi di più di 200 metri dalla funivia, poca gente.
Una delle strade più ardite della Romania, la Transfagaras, voluta da Ceausescu, attraversa i Carpazi meridionali nella zona in cui presentano la loro forma più aspra. Da questa strada abbiamo fatto un bellissimo giro sulle creste scistose dei monti Fagaras, tra laghi, pecore, escursionisti sempre cordiali.
Un'altra strada asfaltata attraversa i Carpazi meridionali. Si tratta della transalpina (i Carpazi meridionali vengono chiamati anche Alpi Transilvaniche), la strada più alta della Romania (arriva a poco più di 2000 metri, ma considerate che le cime più alte superano di poco i 2500). Qui il tempo era incerto, ma non ci siamo fatti mancare una gita al Lacul Calcescu, bello specchio d'acqua circondato da un muro di mughi. Anche qui, pecore ovunque.
La gita più lunga, ma probabilmente la più bella, l'abbiamo fatta nei monti Retezat, le montagne più simili alle nostre. Per darvi un'idea delle dimensioni dei posti, ci siamo avvicinati in camper lungo una vallata per 30 chilometri a partire dall'ultimo villaggio, poi ancora per 20 chilometri di sterrato in MTB. Alla fine, ci sono volute più di 3 ore di cammino per fare i 1000 metri di dislivello che ci separavano dalla cima del Peleaga, di poco sopra i 2500m.
Conche e valli glaciali, granito, splendidi laghetti. Non per nulla è un parco nazionale molto frequentato e la rete di sentieri (segnalati come in tutto il resto della Romania, non da numeri ma da simboli e colori) è molto estesa.
L'ultima tappa montana l'abbiamo fatta sui monti Apuseni (che sono un po' staccati dai Carpazi veri e propri), per un bel giro in MTB in un paesaggio collinare carsico in una zona di villaggi ungheresi ch conservano vecchie tradizioni, analoga al Maramures visitato all'inizio.
E così abbiamo chiuso il cerchio. Decisamente un bel posto i Carpazi: si mangia bene, la gente è cordiale, non ci sono problemi per fare campeggio libero, tranne che nei parchi dove ci sono zone apposite.