Due anni fa avevo relazionato la salita estiva alla Wildspitze da Vent e mi ero ripromesso che sarei ritornato con gli sci.
Ed eccomi quindi di nuovo sulle Otztal Alp, ma questa volta mi avvicino alle cime dalla Pitztal, la vena centrale del gruppo. Giovedi 9 Giugno verso le 19, dopo un lunghissimo viaggio da Verona, giungo al piccolo paesino di Mandarfen e parcheggio al termine della strada, da dove parte il trenino "Gletscherexpress". Esso conduce all'immenso carosello sciistico in alta quota, uno degli innumerevoli scempi di questa zona ormai largamente compromessa a livello paesaggistico.
Parto sci in spalle da quota 1760 e mi incammino lungo la comoda stradina che porta velocemente alla MittlebergAlm. Il tempo è pessimo, pioviggina e le nuvole coprono completamente la vista oltre i 2400 metri: considerando che la mia mèta è il BraunschweigerHutte a 2760 metri, provo un pò di preoccupazione per la scarsa visibilità che troverò in quota con la neve. Oltre i 1900 riesco a fare una pellata preliminare lungo un grande cono valanghivo che mi porta sci ai piedi fino a 2200 metri. Proseguo dunque per un tratto senza sci per la grande pista senza neve, dopodichè riprendo a pellare fino a quota 2500 dove inizia la nebbia e la pista sparisce nell'immensità della lingua glaciale.
Accendo il gps su MyTrails, che si rivela davvero vincente, ed inizio ad attraversare la parte bassa del ghiacciaio per fortuna privo di crepacci seguendo una vecchia traccia. Passata questa difficoltà prendo quota lentamente su pendii molto pianeggianti nella nebbia fitta. Il buio inizia a calare inesorabile e la preoccupazione sale. Cerco di intuire segni di passaggio e di stare molto attento ai 2 metri visibili davanti a me: ogni roccia diventa quasi un buon amico e provo ad immaginare dove, nell'evenienza, avrei potuto acquattarmi per la notte. Non mi lascio prendere dal panico e continuo decisamente in direzione del rifugio che ormai, a vedere sulla mappa, sembra vicinissimo. Di fatto, guardando sul cellulare e camminando, mi ritrovo letteralmente a sbattere contro la costruzione che vorrei quasi abbracciare. Sono le 10 di sera! Una grande sorpresa mi attende: il rifugio, che disporrebbe di un comodo locale invernale, è aperto! Pago senza indugiare i 22 euro per la notte e mi scaldo felicemente nella sala da pranzo. Messi ad asciugare tutti miei vestiti e l'attrezzatura, vado a letto.
10 Giugno: alle 3 e mezza suona la sveglia e alle 4 sono sci ai piedi fuori dal rifugio: devo scendere di circa 150 metri per ritornare sul ghiacciaio, la giornata si preannuncia stupenda con una stellata incomparabile.
Le prime luci verso la zona sciisticaInizio a calare cercando di perdere meno quota possibile. Compio un lunghissimo traverso e rivedo la mia traccia della sera prima: con questa visibilità ora la via appare una banalità.
Sguardo verso la PitztalGiunto sull'immenso ghiacciaio principale, devo nuovamente attraversarlo per portarmi verso quello secondario, dove hanno sede le piste chiuse del carosello. Superata la complessa giunzione tra le due lingue, inizio a fiancheggiare le vecchie ma chiare tracce di un "gatto delle nevi". Passato un tratto ripido, la via spiana e mi porto lentamente verso il MittlebergJoch.
Sguardo indietro alla conca della BraunschweigerHutteIl docile ghiacciaio dove corrono alcune pisteIn breve giungo dunque al MittlebergJoch dove la visuale si apre sulla parte alta del percorso: il Taschachferner si staglia in tutta la sua pericolosa bellezza, crepacci e seraccate contornano le alte vette che appaiono intoccabili.
Il Taschachferner e l'Hintere BrochKogelStudio a vista la via di salita e con una prudente calata su terreno ripido, mi porto nel gran pianoro glaciale. Cercando di evitare le zone più crepacciate, inizio la lunga risalita del ghiacciaio: la via è univoca e passa sotto alcune imponenti seraccate
In vista di alcuni seracchiParticolare sul primo seraccoL'imponente secondo seraccoSempre su terreno non molto ripido, compio un largo tornante per evitare una zona molto crepacciata ed inizio a vedere la vetta.
La WildsptizeDa qui la via mi è più familiare e coincide con quella già percorsa due estati fa: passato un lunghissimo pianoro, un breve tratto ripido precede un ultimo ripiano da dove si perviene alla cresta finale
La cresta finale della WildspitzePiccozza e ramponi, attacco con decisione la vetta ed arrivo al passaggio chiave, una decina di metri sotto la croce: qui, con estrema prudenza e facendo affidamento alla presa dei ramponi, bisogna brevemente esporsi sul ripido pendio nord. Con molta calma affronto l'ultimo tratto ed è fatta: sono sulla seconda vetta più alta dell'Austria, questa volta con gli sci! Il panorama incomparabile ripaga dell'immenso sforzo compiuto. Le vette più a sud si stanno lentamente annuvolando ma nella Pitztal il sole splende felicemente!
Spettacolare veduta sulla Palla Bianca e Punta Lago BiancoLe nubi si addensano verso sudLa bellissima cresta che conduce alle due anticime della WildspitzeSosta breve con foto di rito e ritorno sui miei passi per affrontare la favolosa discesa che inizia su favolosa neve polverosa, uno straterello di 15 cm, che mi accompagna per tutto il lungo Taschachferner
In discesa, vista sul Bernina attraverso il MitterkarJoch, da dove arriva la via fatta due anni faIl favoloso pendio sotto la vettaSciando giù dalle nuvoleLa vetta si allontanaNeve ancora stupenda sotto i 3300La spettacolare seraccataGiungo nel pianoro glaciale sotto il MittlebergJoch più che mai soddisfatto ma la discesa è solo a metà: faticosamente ripello 100 metri per guadagnare il passo. Dall'alto lancio un ultimo sguardo al favoloso ghiacciaio
Il Taschachferner e le anticime della Wildspitze Le diffcoltà sono alle spalle e posso lanciarmi in una facile sciata.
Sguardo al MittlebergJochSenza più portarmi verso il rifugio, tengo la sinistra stando a fianco alle piste chiuse. Passo accanto ad una ridicola, quanto orrenda, montagna di neve ricoperta di teli
A fianco alle pisteOrmai su firn, abbandono il ghiacciaio e mi lascio alle spalle le favolose alte montagne
Fine del ghiacciaioSfrutto le ultime lingue di neve....
La pista ormai scopertaFine dei giochiInfine rimetto gli sci in spalla per un tratto e riprendo la sciata per 200 metri lungo il cono valanghivo risalito il giorno prima arrivando, sci ai piedi, a 1880 metri. In breve sono alla MittlebergAlm dove vengo squadrato come un marziano: mi concedo una sosta canederli e rispondo a qualche domanda sfoderando il mio maccheronico inglese scolastico.
Tornando al parcheggioUltimo sguardo alle vetteConcludo la gita ad ora di pranzo davvero soddisfatto, direi un'ottimo finale per una stagione partita molto male.
Difficoltà: MSA (ghiacciaio)
Dislivello: 1000 il primo giorno, 1250 il secondo
Faccio un bel pieno alla macchina, visti i costi più bassi dell'Italia, e ritorno dal Passo Resia dove mi attende una vista familiare ma sempre da togliere il fiato
Re Ortles dal Lago di ResiaPrima parte della salita, verde il primo giornoSeconda parte della salita