Autore Topic: Caccia, tutte le balle che ci raccontano  (Letto 2691 volte)

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Offline AGH

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Caccia, tutte le balle che ci raccontano
« il: 30/05/2012 08:23 »

(foto Agh)

La caccia tra lobby e politica
di RENZO GROSSELLI

La caccia in Italia rappresenta un insieme di interessi che coinvolgono in pieno l'economia e la politica. E quasi nessuna delle «necessità» prospettate dai cacciatori per giustificare l'attività venatoria ha oggi una seria sostenibilità scientifica. Carlo Consiglio, presidente nazionale della Lega per l'abolizione della caccia, ma per molto tempo professore ordinario di Zoologia all'Università di Roma «la Sapienza», ha dato alle stampe un volume. Si tratta di «Divieto di caccia.

Tutto quello che i cacciatori non vogliono farci sapere», Edizioni Sonda, euro 10, in cui Consiglio confuta punto per punto le ragioni di chi ama e pratica la caccia, cerca di svelarne quelle che sarebbero le più «vere» e ribadisce che gli italiani hanno dimostrato ormai di essere in grande maggioranza contrari a questa pratica pseudo-sportiva. Il riassunto del contenuto del libro è contenuto nella breve prefazione che è di Andrea Zanoni, parlamentare europeo (gruppo dell'Alleanza dei democratici e dei liberali per l'Europa, membro di Italia dei Valori) la qual cosa dà un'impronta anche «partitica» al j'accuse di Consiglio. Il quale però non ne ha bisogno, visti i suoi trascorsi di scienziato della materia. Pare poco contestabile invece il fatto che come afferma Zanoni «fortunatamente c'è l'Europa», ricordando le imposizioni normative di Bruxelles verso i governi italiani e anche la pioggia di condanne della Corte di Giustizia per le inadempienze e furbizie dei legislatori italiani in termini di caccia.

A questo punto parte il saggio di Consiglio. Proprio da quella che per le doppiette è la «ragione madre» che giustifica la caccia nel 2000, gli animali selvatici (almeno di certe specie) che sarebbero in soprannumero. Lo studioso certifica, con riferimento a teorie e ricerche sul campo, che «tutte le popolazioni animali si regolano da sole, senza alcun bisogno dell'intervento dell'uomo, grazie ad un aumento della mortalità ma soprattutto una diminuzione della natalità quando il cibo e lo spazio scarseggiano». Il cacciatore, che sostituisce i tradizionali predatori naturali, dovrebbe semmai abbattere gli individui più deboli della specie ma, purtroppo, «tende a preferire l'esemplare più bello e più forte», danneggiando ancora di più le caratteristiche genetiche delle razze.

Carlo Consiglio affronta poi il problema dei pericoli rappresentati dalla proliferazione di animali selvaggi. Diffondono malattie? come accadde con l'aviaria o come potrebbe succedere con la rabbia delle volpi? Per la prima «è stato accertato che la riserva di virus era sviluppata in anatre di allevamento» e per la seconda non è con la caccia che si risolverebbe il problema: «Appena una volpe territoriale viene uccisa, il suo territorio viene occupato da un'altra volpe, causando uno spostamento di individui che facilita la diffusione della malattia». Troppi ungulati rovinano i boschi? È un'altra delle asserzioni più comuni dei cacciatori. Due le risposte di Consiglio: «Diversi studi dimostrano che il pascolo e il brucamento degli ungulati selvatici è benefico, perché causa un aumento delle diversità floristica... Un aspetto ridicolo della faccenda è che spesso le popolazioni di cervi e caprioli vengono tenute artificialmente numerose mediante l'alimentazione invernale», proprio dai cacciatori. Altro tema è quello dei danni all'agricoltura prodotti dagli animali, uccelli soprattutto ma anche mammiferi come il cinghiale.

L'autore del libro non crede affatto alla cosa che, sulla base di ricerche portate avanti nel mondo occidentale, parla di danni irrisori e, invece, di controbilancianti benefici all'agricoltura apportati da molti tipi di uccelli. I cinghiali? «La vera causa di tali danni in Italia è proprio la caccia, e più particolarmente i ripopolamenti venatori, che hanno portato questa specie anche dove era assente, utilizzando spesso una razza dell'Europa orientale più grossa e prolifica e causando la quasi completa estinzione della razza locale». Per Consiglio non esistono ragioni che giustifichino il cosiddetto «prelievo venatorio», non esistendo nemmeno quel surplus o quella rendita che i cacciatori possano tranquillamente prelevare 2 per mantenere la quantità di animali ad un livello compatibile con gli usi umani del territorio. Anzi: la caccia è responsabile della sparizione dalla faccia della Terra di molte specie di animali: «Su 371 specie e sottospecie di mammiferi e uccelli che nel 1965 erano minacciate di estinzione, 108 lo erano a causa della caccia e 81 per la caccia insieme ad altre cause antropogene».

Consiglio analizza anche altri danni causati dalla caccia nei nostri paesi occidentali (20.000 tonnellate di piombo disperse ogni anno nell'ambiente, l'inquinamento genetico indotto dai ripopolamenti etc.).  Ma certamente i capitoli «centrali» e più duri del saggio riguardano le leggi, italiane ed europee, che regolano la caccia e il modo in cui sono fatte rispettare da noi. Nemmeno la normativa europea è esente da gravi critiche ma quella italiana è certamente più criticabile. Sulla definizione delle specie cacciabili, delle quantità e della estensione delle stagioni venatorie le associazione dei cacciatori hanno buon gioco sulla politica e sul legislatore. L'esempio più rilevante: «Qualsiasi gestione o razionalizzazione della caccia presuppone che vengono fatti accurati censimenti... ma il più delle volte i censimenti vengono affidati agli stessi cacciatori, i quali hanno tutto l'interesse a far apparire che vi siano più animali».

Indisciplina e ignoranza fanno il resto: «L'85% dei reati di bracconaggio viene commesso da persone dotate di licenza di caccia: quindi, se non si può dire che tutti i cacciatori siano bracconieri, si può però dire che quasi tutti i bracconieri sono cacciatori». Del resto, spesso sono dei cacciatori prestati all'amministrazione pubblica ad espletare le mansioni di guardacaccia. È la politica che si fa condizionare dai cacciatori e dalle aziende che producono armi afferma Carlo Consiglio che, con in mano dati provenienti da referendum e studi regionali, realizzati qui e là in Italia, asserisce che più del 90% degli italiani sono contrari alla caccia. Ma se questa è la certezza perché allora non proporre dei referendum (nazionale e locali) per l'abolizione della caccia?

L’Adige
Cultura e società
Martedì 29 maggio 2012
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Offline jochanan

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Re:Caccia, tutte le balle che ci raccontano
« Risposta #1 il: 30/05/2012 09:04 »
GRRRRR >:( >:( >:( >:( >:( >:( >:( >:(

Il motivo più profondo dell'esistenza dei talebani della caccia è che il DNA dei cacciatori di Neandertal invece di essere tenuto a bada con la ragione, è coccolato ed esaltato diventando così VIZIO!!!
il mondo sarebbe veramente noioso senza le montagne (E.Kant, mi sembra, che tra l'altro è sempre vissuto in pianura)

Offline danieled

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Re:Caccia, tutte le balle che ci raccontano
« Risposta #2 il: 31/05/2012 13:35 »
Davvero interessante!!!!!
Non abbiamo ricevuto questo pianeta in eredità dai nostri padri, ma in prestito dai nostri figli.

Offline Selvagem

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Re:Caccia, tutte le balle che ci raccontano
« Risposta #3 il: 01/06/2012 22:11 »
L'articolo del Grosselli non porta niente di nuovo, tutte cose risapute, scontate. Il problema è riuscire a capovolgere le posizioni di preminenza che le lobbyes interessate alla
caccia hanno sulla maggioranza delle persone, contrarie alla fase "ludica" ma favorevoli al monitoraggio della fauna e ad un eventuale intervento stabilizzante . Ma quando ci sono di mezzo i soldi........l'Italia produce e vende armi in tutto il mondo >:(, bisognerebbe chiudere questa economia di morte, sarebbe il primo passo, ma è pura utopia
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Offline alessandro28

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Re:Caccia, tutte le balle che ci raccontano
« Risposta #4 il: 02/06/2012 11:28 »
io non ho mai visto niente di male nella caccia intesa come metodo per procurarsi il cibo. come anche la pesca. sono due attività che sono soggette a regolamentazioni per evitare di distruggere l'equilibrio della specie, e su questo non ho nessun dubbio.

Offline Selvagem

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Re:Caccia, tutte le balle che ci raccontano
« Risposta #5 il: 02/06/2012 11:34 »
io non ho mai visto niente di male nella caccia intesa come metodo per procurarsi il cibo. come anche la pesca. sono due attività che sono soggette a regolamentazioni per evitare di distruggere l'equilibrio della specie, e su questo non ho nessun dubbio.

Questo poteva valere in altri tempi, forse, ora non ha più senso e soprattutto la maggioranza è contraria, se potesse bastare
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Offline jochanan

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Re:Caccia, tutte le balle che ci raccontano
« Risposta #6 il: 02/06/2012 16:15 »
una volta le foreste erano di proprietà dei latifondisti che vietavano la caccia per potersi divertire loro (e il popolo non mangiava mai carne quindi il bracconaggio era sopravvivenza).
Oggi il cibo (anche se di qualità scarsa) è abbondante. Se potessi, proibirei del tutto la caccia, lasciando fare all'equilibrio naturale salvo casi estremi.
Però anche proibirei ai trekkers di uscire dai sentieri segnati e di raccogliere funghi o altro (giasene,ecc.) oltre i.. 30 mt. dal percorso.
Non mi dispiacerebbe poi (ma è fantascienza) visto che la carne NON E' PIU' quella di una volta di mangiare tessuti sintetici al gusto di...x,y,z.. lasciando pascolare liberamente buoi ecc. in aree protette. Sicuramente creperebbero le chianine, e anche le olandesi, razze che di naturale non hanno più niente. Ma ormai anche l'uomo sta diventando sintetico, mezzo cyborg.. Se fossi nato anche solo quando è nato mio nonno sarei già stecchito da almenop 10 anni..
il mondo sarebbe veramente noioso senza le montagne (E.Kant, mi sembra, che tra l'altro è sempre vissuto in pianura)

Offline P52

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Re:Caccia, tutte le balle che ci raccontano
« Risposta #7 il: 03/06/2012 19:55 »
..... Però anche proibirei ai trekkers di uscire dai sentieri segnati e di raccogliere funghi o altro (giasene,ecc.) oltre i.. 30 mt. dal percorso....

Centra poco ma Einstein ha detto: "nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi". Vabbé si riferiva agli ordigni atomici ma lo potrei assimilare al volersi far male a tutti i costi in cui l'essere umano riesce abbastanza bene.
Vivi e lascia vivere, le regole servono dove vige ignoranza e prepotenza, per quanto riguarda la prepotenza ritengo che in Italia siamo abbastanza tutelati per quanto riguarda l'ignoranza .....
Poi certe "crociate" promosse dai politici al 99,99% servono per raccogliere consenso elettorale e studi compiacenti, ben finanziati, si trovano senza difficoltà tanto che non mi sorprenderei che altrettante documentazioni altrettanto referenziate si troverebbero a dimostrare l'esatto contrario.
Io cerco di ragionare usando la mia testa e giudicare quello che vedo e che ho visto nonché confrontarmi con le mie ed altrui conoscenze.
Quasi sempre siamo "usati" per asservire a qualche scopo di cui poi saremo vittime. A Schio c'è ora un cantiere che pubblicizza il teleriscaldamento con frasi tipo: ecologico, pulito, energie rinnovabili ecc.. Peccato che la fonte di calore sia l'inceneritore il cui rendimento non raggiunge i valori minimi previsti dalle norme CE, quindi i gestori (SPA pubblica gestita da politici) cerca di contrabbandare il risparmio energetico della struttura ospedaliera che verrà allacciata come un aumento del rendimento. Peccato che il calore sarà sottratto alle turbine che producono energia e che mandare acqua calda (andata e ritorno circa 6 km) anche in tubi isolati comporta notevoli ulteriori impegni di energia (pompe) e perdite di calore. Tutto questo bruciando rifiuti anzichè riciclarli e con il secondo fine di raddoppiarne la quantità bruciata. Potrei continuare per ore parlando dell'effetto serra e del buco nell'ozono tutte belle cose la cui effettiva causa è tutta da dimostrare ma per il cui "rimedio" stiamo tutti pagando il conto a favore delle multinazionali dell'industria e della finanza.