Autore Topic: Febbre suina, colpa degli allevamenti intensivi  (Letto 3371 volte)

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Offline AGH

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La notizia della possibile pandemia da febbre suina dovrebbe farci inquietare parecchio, perché indica abbastanza chiaramente che la produzione di cibo industriale su larga scala ci espone a gravi rischi (vedi mucca pazza, tumori etc). Anche nel nostro piccolo Trentino chiudono le malghe per inseguire il modello padano... con risultati tra l'altro economicamente catastrofici, come dimostra il "polo bianco" - caseificio di fiavè, sepolto da una montagna di debiti (quasi 50 milioni di euro)
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"Allevamenti intensivi incubatori di virus"
la denuncia di Legambiente e veterinari

"Allevamenti intensivi incubatori di virus" la denuncia di Legambiente e veterinari
ROMA - "Eliminare le condizioni che trasformano gli allevamenti intensivi in bombe biologiche a orologeria". E' secca la denuncia che viene da Legambiente e poggia su una casistica che comincia a diventare imbarazzante per chi ha la responsabilità di garantire la salute pubblica: nell'arco di un paio di decenni per ben quattro volte si è corso il rischio di una pandemia.

Prima la Bse, un morbo prodotto dalla decisione di abbattere i costi della produzione dei bovini rinunciando a regole di buon senso elementare come l'alimentazione vegetariana delle mucche e le alte temperature nei processi di macellazione. Qualche anno dopo è arrivata la Sars, la polmonite atipica scoppiata in Cina e legata al contatto con gli animali destinati alla nostra tavola. Poi è stato il turno dell'aviaria, prodotta dalla vicinanza con l'allevamento intensivo dei polli. Ora tocca ai maiali: e questa volta le modalità di contagio sono molto più insidiose perché il virus si trasmette da uomo a uomo con una rapidità allarmante.

"La somministrazione forzata di cibo, la spaventosa concentrazione di nitrati difficilmente smaltibili, l'uso smodato di medicinali e antibiotici per permettere agli animali di sopravvivere ammassati in condizioni spaventose creano un ambiente ad altissimo rischio", spiega Francesco Ferrante, responsabile agricoltura di Legambiente. "Già negli anni '90, la Comunità europea aveva tentato di porre rimedio a questo stato di cose ma la direttiva nitrati del 1991, come la successiva direttiva sul benessere animale e la messa la bando delle gabbie per le galline ovaiole, non hanno trovato applicazione effettiva: in Italia non si riesce neppure a far rispettare la regolamentazione sui nitrati che continuano a inquinare terreni e falde acquifere".

Secondo Enrico Moriconi, presidente dell'Asvep, l'associazione culturale veterinaria di salute pubblica, il virus attuale è parente stretto di quello dell'aviaria, che a sua volta ha un legame con la "spagnola", l'influenza che uccise cento milioni di persone dopo la prima guerra mondiale. Naturalmente bisogna tener conto del fatto che gli effetti di un'epidemia dipendono anche dallo stato immunitario e di salute della popolazione: nei Paesi ricchi le condizioni di base non sono confrontabili con quelle della popolazione che usciva dal conflitto del '15 - '18.

"I suini sono sensibili sia ai virus influenzali umani sia a quelli aviari: mettiamoli in allevamenti intensivi e otteniamo le condizioni ideali per permettere ai virus di allenarsi, evolvendosi fino ad arrivare, mutazione dopo mutazione, al salto di specie tra animale e uomo", afferma Moriconi. "Purtroppo la certificazione della catena alimentare, che permette di ridurre il rischio identificando gli stabilimenti di provenienza di ogni bistecca, finora è scattata solo per le carni bovini e avicole. Cioè solo dopo il rischio pandemia".

da Repubblica 28 aprile 2009
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Re: Febbre suina, colpa degli allevamenti intensivi
« Risposta #1 il: 29/04/2009 09:02 »
La valle del Perote è duecento chilometri a est della capitale. E' in questa zona montagnosa, poco frequentata se non per chi è di passaggio verso Veracruz e il Golfo del Messico, che la gripe porcina potrebbe aver iniziato il suo contagioso viaggio in giro per il mondo. Ai piedi di queste montagne la "Granjas Carroll" ha creato quindici anni fa quello che, con orgoglio tutto messicano, viene definito il più "grande allevamento di maiali al mondo", un milione di suini, finiti adesso sotto accusa come responsabili della "peste del nuovo secolo".

Prove certe che sia iniziato tutto da qui non ce ne sono, ma gli indizi sono diversi. Tra dicembre e marzo nella comunità La Gloria, piccolo pueblo vicino ai grandi stabilimenti della "Granjas Carroll" cinquecento persone hanno avuto problemi respiratori "atipici" e due bambini sono morti di polmonite.

Nell'ultimo mese gli abitanti avevano inscenato diverse proteste, contro il governo locale (reo di "nascondere la verità") e contro l'azienda, installando lungo le strade cartelli stradali con disegnato un maiale e la scritta "pericolo!". Per loro il dubbio è diventato certezza quando lunedì sera il ministero della Sanità ha ammesso che Edgar Hernandez, un bimbo di quattro anni, è stato contagiato dalla gripe porcina il 2 aprile scorso. Edgar è adesso fuori pericolo, ma la data del contagio fa di lui il primo caso di virus accertato, in parallelo con Adele Maria Cruz, la "paziente zero" morta il 13 aprile scorso [...].

il resto su
http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/esteri/febbre-suina-1/valle-contagio/valle-contagio.html
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Offline radetzky

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Re: Febbre suina, colpa degli allevamenti intensivi
« Risposta #2 il: 29/04/2009 09:31 »
ho sentito stamane un'intervista col prof.Pregliasco, virologo dell'università di Milano, che è forse la massima autorità italiana in materia. Diceva che è improprio dare la colpa ai maiali tanto che anche in Messico non c'è alcuna emergenza veterinaria in merito.
Sarebbe meglio chiamarla "messicana": semplicemente un comuna virus influenzale, già noto da decenni, che si è modificato.

P.S. molto + probabile si tratti dell'ennesima montatura delle multinazionali del vaccino
quando che le pegore le va a destra.. mi vago a sinistra. e quando le va a sinistra mi vago a destra !

Offline AGH

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Re: Febbre suina, colpa degli allevamenti intensivi
« Risposta #3 il: 29/04/2009 09:36 »
P.S. molto + probabile si tratti dell'ennesima montatura delle multinazionali del vaccino

ho sentito anche io sostenere questa tesi, una cosa analoga accadde per la cosiddetta aviaria... Mah, va a sapere come ce la raccontano...
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Offline Guido

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Re: Febbre suina, colpa degli allevamenti intensivi
« Risposta #4 il: 29/04/2009 11:11 »
beh, con l'aviaria fu lampante l'enormemente sovrastimato pericolo definito dall' OMS e amplificato ancora maggiormente dai mass-media che sul catastrofismo e sulle paure indotte nello spettatore marciano alla grande...(vedesi terremoto, katrina, tsunami, surriscaldamento, etc.).
"...sarà da chiedersi se esistano ancora escursionisti capaci di divertirsi sulle medie difficoltà, per trovare sè stessi anche in una giornata senza ambizioni, trascorsa serenamente all'insegna della natura più delicata." Giampaolo Sani

Offline Guido

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Re: Febbre suina, colpa degli allevamenti intensivi
« Risposta #5 il: 29/04/2009 11:27 »
P.S. molto + probabile si tratti dell'ennesima montatura delle multinazionali del vaccino

o che le multinazionali influenzano l'OMS(ed è tranquillamente possibile), visto che l'allarme più rumoroso, poi però ridimensionato è stato dato dall'organo più credibile (in teoria) della sanità , oppure le multinazionali del farmaco si sono messe a spargere virus per uccidere centinaia di persone con rischio di pandemia e mi sembra decisamente grottesco che ci siano persone che possano pensare una cosa del genere.

Se poi la pandemia esplode e non ci sono i vaccini perche lo stato non ne ha comprati , poi come la mettiamo?
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Offline alessandro28

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Re: Febbre suina, colpa degli allevamenti intensivi
« Risposta #6 il: 29/04/2009 13:30 »
o che le multinazionali influenzano l'OMS(ed è tranquillamente possibile), visto che l'allarme più rumoroso, poi però ridimensionato è stato dato dall'organo più credibile (in teoria) della sanità , oppure le multinazionali del farmaco si sono messe a spargere virus per uccidere centinaia di persone con rischio di pandemia e mi sembra decisamente grottesco che ci siano persone che possano pensare una cosa del genere.

Se poi la pandemia esplode e non ci sono i vaccini perche lo stato non ne ha comprati , poi come la mettiamo?
l'influenza "suina" (così erroneamente definita) non è altro che una forma diversa della normale influenza che ci si può beccare in inverno, e come essa se trascurata può portare a l'insorgere di altre malattie che poi causano la morte. Non so tutti gli altri casi di morte segnalati in messico, ma la prima donna che è morta è deceduta a causa di una polmonite.
tra l'altro è già stato verificato che i normali farmaci antiinfluenzali a disposizione in italia sono validi anche per questo ceppo di influenza, che se trattato nel modo giusto (come andrebbero trattate tutte le malattie) risulta guaribilissima.

Ciò nonostante stamattina la paura da "influenza suina" aveva già fatto crollare i prezzi della carne suina: mia mamma ha comprato al supermercato lo stinco di maiale a meno di 1€/kg e diceva che tutta la carne suina che hanno al banco stanno cercando di svenderla fuori in tutti i modi. c'è da dire anche che il virus si trasmette per le vie aeree (come l'influenza "normale") e che quindi la carne cotta è sicurissima.