Autore Topic: Ogni giorno, in alto adige, una marmotta si sveglia e si mette a correre...  (Letto 45919 volte)

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villaagnedo

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Non so, non me ne intendo molto, credo pero' che alcune leggi dello stato (relative ad ambiti ben precisi) possano essere applicate o meno dalla regione/provincia.


questo è sicuramente vero ma ti garantisco al 100% che non riguarda lo specifico caso dell'abbattimento delle marmotte ;)

Smit

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questo è sicuramente vero ma ti garantisco al 100% che non riguarda lo specifico caso dell'abbattimento delle marmotte ;)

Mi fido!  ;D

villaagnedo

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Mi fido!  ;D

se può interessare riporto la sentenza del tar relativa al 2006


TRGA Sez. Autonoma di Bolzano, 14 dicembre 2006, sentenza n. 448

Caccia e pesca - Caccia - Deroga al divieto di caccia di una specie (marmotta) -

 L’art. 14 della L.P. Bolzano n. 14/1987 va interpretato nel senso che il pregiudizio che legittima la deroga al divieto di caccia non deve essere ipotetico, ma concreto ed attuale. Una volta accertata, inoltre, l’esistenza di un effettivo pregiudizio attraverso un’adeguata istruttoria, l’Amministrazione è tenuta a verificare la sussistenza di un grado di dannosità che possa considerarsi, come la legge richiede “notevole”. Il legislatore si preoccupa infatti di raggiungere un contemperamento fra la necessità di conservare una specie protetta della fauna selvatica e la necessità di tutelare l’agricoltura e l’equilibrio tra le specie.

Pertanto, il piano di abbattimento, da considerarsi uno strumento eccezionale, va autorizzato tassativamente nei casi e modi stabiliti dal legislatore. (Nella specie, trattavasi di decreto assessoriale di approvazione del piano di abbattimento delle marmotte) Pres. Demattio, Est. Pantozzi Lerjefors - W.W.F. Italia ONLUS (avv. De Pascalis) c. Provincia Autonoma di Bolzano (avv. Silbernagl) - T.R.G.A. BOLZANO - 14 dicembre 2006, n. 448

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE REGIONALE DI GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA
SEZIONE AUTONOMA PER LA PROVINCIA DI BOLZANO

ha pronunziato la seguente


S E N T E N Z A

sul ricorso iscritto al n. 226 del registro ricorsi 2005
presentato da
ASSOCIAZIONE ITALIANA PER IL WORLD WILD FUND FOR NATURE (W.W.F. Italia) - ONLUS
- ricorrente -

c o n t r o

PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO, in persona del suo Presidente, che sta in giudizio in forza della deliberazione della Giunta provinciale n. 4691 dd. 20.12.2004, rappresentata e difesa dall'avv. Hansjörg Silbernagl, con elezione di domicilio presso l’Ufficio affari legali dell’agricoltura e delle foreste, con sede presso l’Avvocatura della Provincia, in Bolzano, giusta delega in calce all’atto di costituzione;
- resistente -

per l'annullamento
del decreto dell’Assessore provinciale per le Foreste 7.07.2005, prot. n. 183/32.4, avente ad oggetto: “Approvazione del piano di abbattimento di marmotte per l’anno 2005”.

D I R I T T O

Il ricorso è fondato sotto gli assorbenti profili di censura dedotti con il secondo motivo di ricorso, con il quale la ricorrente lamenta la violazione dell’art. 4, comma 2, della legge provinciale 17 luglio 1987, n. 14, il difetto assoluto di istruttoria e il difetto di motivazione del decreto impugnato in ordine al notevole pregiudizio per l’equilibrio ecologico o per l’agricoltura, in presenza del quale l’Assessore provinciale competente può autorizzare, in via eccezionale, piani di abbattimento di specie altrimenti non cacciabili.

Le doglianze hanno pregio.
L’art. 4 della citata legge provinciale n. 14 del 1987 dopo aver elencato, nel comma 1, le specie cacciabili e i periodi di caccia, nel comma 2, così recita: “Con decreto dell'assessore competente per materia, e, previo parere dell'Osservatorio faunistico provinciale, nel rispetto dei livelli di protezione risultanti dalle convenzioni internazionali o dalle norme comunitarie introdotte nell'ordinamento statale sulla conservazione della fauna selvatica, allo scopo di evitare che l'aumento eccessivo di determinate specie pregiudichi in modo notevole l'equilibrio ecologico o l'agricoltura, la selvicoltura, la pescicoltura, la consistenza della fauna selvatica o la sicurezza pubblica, o per motivi di sanità possono essere autorizzati piani di abbattimento di specie non contenute nel precedente comma 1.”.
Ad avviso del Collegio la norma va interpretata nel senso che il pregiudizio che legittima la deroga al divieto di caccia non deve essere ipotetico, ma concreto e attuale. Non solo: una volta accertata, attraverso un’adeguata istruttoria, l’esistenza di un effettivo pregiudizio, l’Amministrazione è tenuta a verificare la sussistenza di un grado di dannosità che possa considerarsi, come la legge richiede, “notevole”.
E’ evidente che il legislatore si preoccupa di raggiungere un contemperamento fra la necessità di conservare una specie protetta della nostra fauna selvatica e la necessità di tutelare l’agricoltura e l’equilibrio tra le specie. Pertanto, il piano di abbattimento, da considerarsi uno strumento eccezionale, va autorizzato tassativamente nei casi e modi stabiliti dal legislatore.

Ciò chiarito, il decreto impugnato autorizza l’abbattimento di complessivi 2400 capi di marmotta, suddivisi per singole riserve di caccia, nel mese di settembre 2005, fino ad una quota di m. 2300 s.l.m. ed esclusivamente con tiro a palla e con armi a canna rigata.
In ordine alle ragioni che giustificano il piano di abbattimento, il decreto richiama, condividendole, le valutazioni contenute nel parere espresso dall’Osservatorio faunistico provinciale il 30 marzo 2005.
L’Osservatorio, dopo aver valutato in 42.000 capi la consistenza delle marmotte nella provincia di Bolzano, di cui 2315 presenti nei prati falciabili (secondo le rilevazioni effettuate dagli agenti venatori), si è soffermato sui danni che un eccessivo numero di marmotte potrebbe causare all’agricoltura, così esprimendosi: “In alta montagna, in linea di massima, i pendii soleggiati costituiscono i pascoli più pregiati e, per lo stesso motivo, anche le zone più predilette dalle marmotte che, con i loro scavi e rispettivamente gli accumuli di terra, saltuariamente possono causare delle piccole erosioni compromettendo la qualità pascoliva in quelle zone. Oltre a ciò, in singole valli laterali, i pascoli - prati falciabili si trovano fino ad una quota di m. 2200 s.l.m. e, data la loro altitudine, vengono spesso invasi dalle marmotte. In tali prati magri il materiale scavato dalle marmotte e rotolato verso valle spesso può pregiudicare la lavorazione manuale e, soprattutto, quella meccanica, mentre d’altronde la falciatura dei prati montani viene sovvenzionata con premi incentivanti per la tutela paesaggistica.”
L’Osservatorio, dunque, si limita a descrivere, sinteticamente, la tipologia dei possibili danni all’agricoltura, attribuibili alle marmotte (piccole erosioni che potrebbero compromettere la qualità pascoliva e la falciatura dei prati, soprattutto quella meccanica), senza fare riferimento a dati precisi in ordine alla loro effettiva esistenza, quantità e intensità.
L’Assessore provinciale competente afferma, nel decreto, che le valutazioni contenute in quel parere sono condivisibili “ in quanto considerano l’attuale situazione faunistica, nonché il possibile impatto delle marmotte sui prati falciabili e in parte anche sui pascoli bovini.”. Anche nel decreto che autorizza il piano di abbattimento, dunque, si parla solo di possibili pregiudizi.

Alla luce della esposta interpretazione della norma attributiva del potere di autorizzare piani di abbattimento per specie non cacciabili, il Collegio ritiene che l’Amministrazione resistente, prima di autorizzare il piano di abbattimento, avrebbe dovuto esperire un’adeguata istruttoria, volta ad accertare, in concreto, l’esistenza, la portata e l’intensità dei danni causati dalle marmotte all’agricoltura.
Il difetto di istruttoria si riflette anche sulla motivazione del decreto, che appare lacunosa con riferimento all’esistenza del pregiudizio e al suo carattere “notevole”, che il pregiudizio deve avere, come prescritto dalla norma.
Parimenti insufficiente si palesa la motivazione in ordine all’impatto del piano di abbattimento sulla consistenza numerica delle marmotte: anche sotto questo aspetto il decreto non dà alcuna certezza, limitandosi ad affermare che il piano di abbattimento “non dovrebbe pregiudicare né la consistenza, né la distribuzione territoriale della specie”.


Per le considerazioni che precedono, assorbita ogni altra censura, il ricorso va accolto e, per l’effetto, va annullato il decreto dell’Assessore provinciale per le Foreste 7 luglio 2005, n. 183/32.4.
Si ravvisano giuste ragioni per disporre la compensazione delle spese di giudizio.


P.Q.M.

Il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa - Sezione Autonoma di Bolzano - disattesa ogni contraria istanza ed eccezione, definitivamente pronunciando, accoglie il ricorso e, per l’effetto, annulla l’atto impugnato.
Spese compensate.

Ordina che la presente sentenza venga eseguita dall'Autorità amministrativa.

Così deciso in Bolzano, nella camera di consiglio dell’8 novembre 2006.
IL PRESIDENTE
Hugo DEMATTIO

L'ESTENSORE
Lorenza PANTOZZI LERJEFORS

Offline Daniele

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Meglio evitare l'argomento "autonomia" se non si ha una conoscenza approfondita di tutto ciò che la riguarda....

Meglio evitare qualsiasi argomento se non si ha una conoscenza approfondita di tutto ciò che la riguarda...
 
Io direi meglio parlare di tutto magari si apprendono e si "insegnano" cose nuove ... no?

Offline PassoVeloce

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Io direi meglio parlare di tutto magari si apprendono e si "insegnano" cose nuove ... no?
Ok parlare di tutto ma con cognizione di causa allora...e se si vuole essere puntigliosi chiamiamola "comunicazione"

villaagnedo

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Ok parlare di tutto ma con cognizione di causa allora...

precisare quali sono le non cognizioni di causa emerse in questa discussione..  ;)

Offline PassoVeloce

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precisare quali sono le non cognizioni di causa emerse in questa discussione..  ;)
Boh....io rispondevo a Daniele!  ;D
Sicuramente se si parla di politica e storia io cognizione di causa non ne ho! ;D
L'unica cosa che so è che la nostra Regione è l'unica ad avere il sistema catasto-tavolare...ovvero catasto ex-austriaco....ma non c'entra con la politica, solo con la storia  ::)

Offline Daniele

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Ok parlare di tutto ma con cognizione di causa allora...e se si vuole essere puntigliosi chiamiamola "comunicazione"

La cognizione di causa non sempre c'è, evidentemente e c'è il rischio appunto che parlandone si incappi anche nel dire o leggere qualche panzana...
 non parlare di uno o di un altro argomento però ci lascia nell'ignoranza ( dirò una o più cavolate ma  leggendo gli interventi degli altri possibile riesca a imparar qualcosa no?)

In ogni discorso c'è questo rischio



Offline Daniele

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non sono sicuro ma temo sia l'ennesimo favore ai signori cacciatori, che sono a corto di prede, e quindi vanno bene anche le marmotte. Ripeto, i signori cacciatori avrebbero più rispetto se non fossero scesi cosi' in basso... ora anche le marmotte...

Domanda, Queste marmotte verrebbero recuperate o lasciate sul terreno?
Una volta recuperate (cosa che mi sembra assolutamente ovvia) verrebbero buttate o utilizzate per farci qualcosa? (tipo unguenti e altro).

Non son certo favorevole alla caccia, ma se questo favore fosse fatto anche a commercianti di grasso di marmotta?
Qua non vengon nemmeno citati... non staremmo qui a lapidar solo una parte dei molteplici responsabili?

Ricollegandomi ai vari topic in cui ho scritto ultimamente mi pare si arrivi sempre (dal mio punto di vista) a un problema culturale associato a interessi economici (non è che anche allo stato-regioni o provincie facciano comodo i signori cacciatori con il pagamento delle loro licenze?)




Offline Daniele

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A parte l'avversione per chi fisicamente premerà il grilletto, secondo me doverosa, sono molto scettico sulla necessità di questo eccidio. Siccome mi si portano avanti motivazioni riguardanti il futuro della vita sul pianeta, per suffragare la necessità di uccidere 2000 marmotte, dicevo che tali motivazioni sarebbero più convincenti se si potesse spazzare il campo dall'aspetto ludico (per qualcuno) della cosa. Mi sono chiarito?  ;)

Viene contestato il fatto che sia un cacciatore a premere il grilletto... cosa assai buffa per me, il cacciatore si diverte quindi non può essere lui ad abbattere l'animale...
e se il veterinario (anche se usasse altri metodi) provasse interiormente lo stesso "divertimento"?  Cambiereste il veterinario o accettereste meglio la faccenda perchè "tanto è veterinario"?

Questo potrebbe essere il Bando

Causa sovrannumero di marmotte la provincia autorizza ogni veterinario esente da porto d'armi ad iscriversi come partecipante all'attività di selezione e abbattimento delle stesse.
Si prescrive altresì che non ci possa essere divertimento nel compiere tale gesto  ::)

Ovviamente ho spinto all'esagerazione il concetto... certo he mi sarò spiegato male...


Offline radetzky

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Domanda, Queste marmotte verrebbero recuperate o lasciate sul terreno?
Una volta recuperate (cosa che mi sembra assolutamente ovvia) verrebbero buttate o utilizzate per farci qualcosa? (tipo unguenti e altro).

la marmotta viene anche mangiata, purtroppo (dopo essere stata scuoiata, viene messa a bagno in un torrente per qualche giorno per eliminare odore e sapore troppo forti) >:(
quando che le pegore le va a destra.. mi vago a sinistra. e quando le va a sinistra mi vago a destra !

Offline Daniele

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la marmotta viene anche mangiata, purtroppo (dopo essere stata scuoiata, viene messa a bagno in un torrente per qualche giorno per eliminare odore e sapore troppo forti) >:(

Rileggendo infatti avevo notato questo aspetto che mi era sfuggito

Offline Franz

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Anni fa ero al Pordoi e una signora attempata, vedendo delle dolci marmottine, ha detto: "Che brutte bestie!".
Alquanto offesa e incavolata, le ho risposto :"Te sarè bela ti, bruta vecia".
La nonnina, ammutolita, non ha osato ribattere....
« Ultima modifica: 23/09/2008 01:37 da Franz »

sghiry

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villaagnedo

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Anni fa ero al Pordoi e una signora attempata, vedendo delle dolci marmottine, ha detto: "Che brutte bestie!".
Alquanto offesa e incavolata, le ho risposto :"Te sarè bela ti, bruta vecia".
La nonnina, ammutolita, non ha osato ribattere....

si può dire tutto.. ma che siano brutte, ca**o, no!