Riporto l'articolo dell'Adige di oggi:
VALLE DEL CHIESE - Nella notte fra sabato e domenica sono accaduti due episodi destinati a rinfocolare la polemica, che di tutto ha bisogno, tranne che di essere rinfocolata, sui cinghiali nella valle del Chiese. In località Alle Porte, nei pressi di Cimego, si sono verificati due incidenti, con tre morti. No, niente tragedie: i tre morti sono proprio i cinghiali. Il primo a trovarsi davanti un animale è stato un automobilista di Condino, alla guida di una Golf, intorno alle due e mezza del mattino. Una mezz'oretta dopo, mentre i carabinieri stavano effettuando i rilievi, è sopraggiunto un automobilista di Prezzo alla guida di una Mercedes, sulla cui macchina sono piombati altri due cinghiali. Gli automobilisti sono usciti dagli incidenti illesi. Il secondo, in particolare, assicura che stava andando a velocità moderata, anche perché aveva visto i carabinieri sul luogo del precedente incidente. I cinghiali sono scesi dalla scarpata, piombando sulla sua auto. Un terzo automobilista di Storo, verso le 21 di ieri, ha evitato di investire mamma cinghiale con cinque piccoli. La circostanza fa sospettare che si tratti di cinghiali appena immessi: infatti pare che siano animali spauriti, confusi e disorientati. E allora sorge un interrogativo, che è senz'altro grave: è possibile che esistano ancora degli incoscienti che nonostante la buriana sollevata negli ultimi vent'anni dall'immissione abusiva avvenuta sul finire degli anni Ottanta stiano provando nuovamente a gettare nella mischia questi animali? E a questo punto c'è chi vorrebbe fare la voce grossa, anzi grossissima, con il Comitato faunistico provinciale. Ci prova per esempio il sindaco di Prezzo, Celestino Boldrini , il quale si fa portavoce dell'esasperazione della popolazione. Dove sta il problema? Nel fatto che il Comitato faunistico ha scritto in passato che i cinghiali sono da considerarsi animali autoctoni, ossia del luogo. Dato che erano scomparsi e sono stati reimmessi abusivamente, gli abitanti del Chiese sostengono che si dovrebbe dare una caccia spietata a questi animali, nel tentativo di estirparli una volta per tutte: almeno fino alla prossima volta in cui qualcuno avrà la malaugurata idea di «arricchire» il patrimonio cacciabile con nuovi esemplari. La cronaca degli ultimi due decenni è fin troppo generosa di episodi che hanno visto i cinghiali protagonisti. Il più delle volte è cronaca di devastazioni di pascoli in quota. Ma si sa, i cinghiali non hanno disdegnato spesso di scendere in fondovalle, attaccando i campi di granoturco e gli orti. E vale per loro il detto riferito ad Attila: dove passano non cresce più un filo d'erba. Non vanno nemmeno dimenticati i molti incidenti causati dalla loro presenza sulla strada. Finora hanno arrecato solo danni materiali o momenti di alta tensione. Chi non ricorda la scorribanda di un grosso cinghiale nel piazzale dell'autolavaggio con distributore a Staiade, fra Storo e Condino in un tranquillo sabato pomeriggio? Ne aveva fatte le spese il gestore, l'assessore comunale alle foreste di Condino ed ex bandiera della squadra locale di calcio Giuseppe Leotti , il quale aveva rimediato qualche contusione. Principalmente, tuttavia, sono danni materiali, come si diceva. Ma potrà sempre andare avanti così? «Il guaio è - denuncia ancora Boldrini - che le nostre proteste, le invocazioni d'aiuto, le delibere comunali, le raccolte di firme, perfino la minaccia di sciopero del voto, tutto è caduto nel totale disinteresse degli organi provinciali. Che facciamo? Aspettiamo che prima o dopo a morire sia qualche rappresentante del genere umano, anziché i cinghiali?».