LA PROTESTA
Orso a San Romedio, una valanga di nodi Andrea Selva
TRENTO. Con cadenza ciclica (ma sempre in grande quantità) arrivano nella casella email del Trentino appelli contro gli orsi in cattività. L'ultima ondata di messaggi è giunta in questi giorni dedicata all'orso bruno che arriverà presto dall'Abruzzo (ma sui tempi non ci sono certezze) nel recinto accanto al santuario di San Romedio. Sono messaggi accorati, provenienti da tutta Italia, certamente spediti da militanti animalisti che condannano la decisione di tenere un orso in gabbia.
Eccone uno dei tanti, arrivato ieri sera alle 19 e 45: «Interpretando i sentimenti di tutti gli amanti della natura e quindi degli animali chiedo alla Provincia di non ripetere gli errori e le crudeli scelte che hanno già infierito sui poveri orsi in passato. Distinti saluti, Cristiana Carsetti, Porto sant'Elpidio».
Il priore del convento, padre Zeno, spiega perché i frati di San Romedio sono pronti a raccogliere un nuovo orso nel solco di una tradizione iniziata negli anni Cinquanta, dopo che Jurka (l'ultima ospite del recinto) è stata trasferita al Casteller: «Noi abbiamo più volte detto che siamo disposti ad essere una specie di "casa di riposo" per un orso già in cattività. Noi non siamo a favore dell'orso in gabbia, parliamo di orsi che sono già in cattività, che non possono più essere liberati e che a San Romedio vedrebbero migliorata la loro situazione. In questo caso l'arrivo dell'orso sarebbe per noi gradito. E l'orso bruno che c'è in Abruzzo a quanto ci dicono è proprio in questa situazione» spiega il frate.
Si tratta di un orso sequestrato a un soggetto privato che l'aveva acquistato illegalmente. Si tratta di un esemplare di orso bruno che non ha nulla a che vedere con gli orsi marsicani dell'Abruzzo e che non è in condizioni di tornare in libertà. Ma alla base dell'iniziativa non ci sono i frati, bensì il sindaco di Coredo Maurizio Scoz: «Ebbene sì, sono io il cattivo» scherza il primo cittadino. «Ma dietro di me c'è una grande spinta popolare che preme per continuare la tradizione dell'orso a San Romedio». Dicono che sia per il turismo e il sindaco non nega: «C'è grande curiosità attorno all'orso, è inutile negarlo, ma noi non vogliamo certo catturare orsi per metterli in gabbia: qui stiamo parlando di un esemplare posto sotto sequestro che è destinato a restare in cattività».
Se l'orso abruzzese non è ancora arrivato nel recinto di San Romedio è solo per le lunghezze burocratiche: manca un nulla osta ministeriale per il trasporto. L'ipotesi di trasferire nel frattempo al santuario un orso dall'area di Spormaggiore ha fatto infuriare il popolo degli animalisti: «Ho appreso che in questi giorni si è tenuto un incontro a San Romedio tra i sindaci dei Comuni di Sanzeno, Coredo e Romeno, i frati francescani, il presidente Dellai e l'assessore Panizza per programmare interventi di valorizzazione e tutela del santuario. Tra le varie richieste di ordine pratico è stata formulata l'ipotesi di trasferire nella triste gabbia recinto che ospita l'orsa Jurka un altro orso. Se questa ipotesi verrà messa in pratica non visiterò mai San Romedio e provincia. Convincerò amici, familiari e conoscenti animalisti a fare altrettanto. Cordiali saluti, Marcello Rosselli». I sostenitori della tradizione dell'orso a San Romedio sono avvertiti.
da il trentino
http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/dettaglio/orso-a-san-romedio-una-valanga-di-no/1739819