Il giornale di vicenza riferisce dell'uccisione dell'orso dino per opera di bracconieri

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Orso ucciso, aperta l'indagine
FOZA. Il Nucleo investigativo della Forestale a caccia di conferme sull'abbattimento e sui bracconieri colpevoli
La rabbia del sindaco di Gallio: «Danno di immagine». Il Cai: «La pena sia esemplare»
24/08/2010
L'ultima foto dell'orso Dino vivo, scattata a Tarvisio il 2 giugno scorso, dove era diretto? ARCHIVIO
Non si placa la rabbia e lo sconcerto, in Altopiano ma non solo, per la notizia dell'uccisione dell'orso Dino, raccontata da un imprenditore di Cittadella con l'hobby della caccia, che è stato in grado di fornire molti particolari sull'allevatore della Val Capra, in Comune di Foza, che avrebbe aperto il fuoco sull'orso esasperato dalle sue razzie.
A decine i commenti dei lettori sul sito internet del nostro Giornale, molte le reazioni di politici, ma anche delle associazioni di cacciatori e ambientalisti. La questione dell'orso è sulla bocca di tutti e il Nipaf (Nucleo investigativo polizia ambientale e forestale) ha inviato un'informativa alla Procura di Bassano e aperto un'inchiesta per appurare le modalità dell'uccisione e i colpevoli.
L'Enpa altopianese sta valutando con i propri uffici legali di Roma quale linea mantenere nei confronti dei bracconieri, così come le varie riserve di caccia dell'Altopiano, in primis quella di Gallio, si riservano il diritto di costituirsi parte civile nei confronti dei responsabili.
Anche il sindaco di Gallio, Pino Rossi, ha espresso la sua indignazione, per un gesto che macchia l'immagine della gente dell'Altopiano: «La rabbia per quella notizia si è diffusa velocemente domenica mattina in piazza Italia. Molti cittadini mi hanno fermato chiedendomi di fare qualcosa per tutelare l'immagine di Gallio e perché il nostro paese non può essere accomunato a gente che uccide l'orso Dino».
«La nostra comunità - prosegue - è stata pioniera nella gestione della fauna selvatica. A Gallio esiste un'azienda faunistica venatoria che gestisce parte del territorio comunale con l'intento di valorizzare e recuperare aree di notevole interesse ambientale e dalle elevate potenzialità faunistiche, applicando un'oculata regolamentazione dell'attività venatoria e di tutte le attività ad essa connesse. Nel nostro territorio esistono recinti di protezione per cervi, mufloni, camosci e l'ultimo progetto che stiamo portando avanti riguarda l'inserimento della starna selvatica».
Condanna anche da parte del Cai di Asiago: «Non possiamo, se ciò è avvenuto, che condannare questa inciviltà alla quale nessuna attenuante può essere data - dice il presidente della sezione, Franco Pivotto -. Spero che venga data una risposta esemplare con il massimo della fermezza anche come monito a chi pensa di poter fare tutto con assoluta impunibilità».
«A questo proposito spero che, mettendo da parte i campanilismi, i sindaci altopianesi prendano una posizione forte nei confronti di questi soggetti - conclude -. La novella dell'orso Dino poteva essere un'occasione turistica e di immagine di un territorio integro».
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Provincia/177213__orso_ucciso_aperta_lindagine/