Il Pal Piccolo è una vera e propria città morta dove vissero per due inverni e mezzo (tra cui il durissimo 1916; le posizioni furono definitivamente abbandonate con lo sfondamento austriaco a Caporetto nell'ottobre 1917) migliaia di soldati a sentinella di un confine formalmente invalicabile da ambo le parti a causa sia degli ostacoli naturali che delle micidiali postazioni di entrambi gli schieramenti che sfruttavano abilmente ogni costone di roccia e si addentravano nelle viscere della montagna con innumerevoli gallerie.Di fatto il confine rimase inviolato salvo per il periodo che gli austroungarici sfondarono a Caporetto ed oggi è dove era nel 1914.
L'ambiente assomiglia molto al Pasubio, solo un poco + aspro e scosceso.
In pratica qui si combattè pochissimo e furono + i morti di freddo e stenti che non quelli di piombo. Fecero + che altro da spettatori al passaggio dei proiettili da 320 sparati dai mortai a valle dalla Crinzia sulla Carnia e viceversa.
Vivevano trincerati a 50 metri di distanza: si trattava, per la maggioranza, di gente che si conosceva bene per motivi di buon vicinato e di lavoro e commercio, spesso imparentata (curioso il caso di due fratelli sottufficiali: uno da una parte ed uno dall'altra...l'italiano fu fucilato per insubordinazione in quanto si rifiutò di partecipare ad un blitz all'arma bianca !) che di spararsi non ne aveva voglia alcuna.
Ed un giorno successe l'inevitabile: cominciarono a fraternizzare un pò troppo,alcuni uscirono dalle trincee e si misero a bere e fumare assieme da buoni amici. Ovviamente la cosa non poteva passare sotto silenzio ma gli austriaci si salvarono perchè l'ufficiale di turno riuscì a nascondere l'episodio: non così in casa italiana dove, in questi casi, la legge di Cadorna era una sola.."decimazione" e così fu (dieci militi furono fucilati a valle ed oggi sono ricordati come i "martiri di Cercivento"
(continua)