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Però se faccio una salita da solo (oppure in pochi amici) che ho organizzato io/amici, la soddisfazione non nego che è maggiore rispetto ad andare a gite di gruppo organizzate da altri.
Approvo.. Organizzare il giro è il 50% del gusto di andare in montagna..E i gruppi numerosi (non me ne volere franz ) secondo me tolgono un po' di magia all'ambiente naturale..
Personalmente mi basta andare in montagna, amo andarci solo come in compagnia, di tanti o di pochi.Però se faccio una salita da solo (oppure in pochi amici) che ho organizzato io/amici, la soddisfazione non nego che è maggiore rispetto ad andare a gite di gruppo organizzate da altri.Questo non significa che sia meno bello andare in gruppo organizzato, ma meno di soddisfazione sì.
Qui però la contrapposizione princiaple non era fra il gruppo molto numeroso-organizzato e il gruppo di pochi amici fidati, ma fra l'andar da solo (proprio solo) e l'andarci ... almeno in due ... Per esperienza personale, il gruppo molto numeroso, la classica gita CAI SAT, ha i suoi pro ed i suoi contro rispetto al gruppetto degli amici fidati (ovvio che con questi ultimi sei + libero .. gusti simili o uguali, stesso o simile livello tecnico, ecc. ecc. ... )almeno dalla mia esperienza, a parte gli accompagnatori-guide, i partecipanti alla gita sociale restavano più o meno gli stessi, in genere, per qualche escursione o + spesso, x l'intera stagione; poi quando avevano imparato ad "andare con le proprie gambe", facevano escursioni con il loro gruppetto di amici ... ma nel frattempo altri gitanti "nuovi"erano entrati nel gruppo CAI ... e così via ...
Io mi trovo in montagna a volte con 1...2...3...4...10...20...30...40...50 persone, ma nessuna si mette a fare casino o a distrurbare. Anzi! Passiamo una splendida giornata in compagnia tra le nostre amatissime montagne, fermandoci con grande gioia ad ammirare gli splendidi paesaggi che ci circondano...e aiutandoci l'un l'altro e dando una mano a chi è più in difficoltà...e soprattutto imparando umilmente da chi è più esperto di noi. Sono tutte persone semplici, alla mano che, anche se hannno alle spalle anni ed anni di grande esperienza alpinistica, non si montano mai la testa e sono sempre disponibilissimi ad insegnare, ad aiutare...e ad aspettare...e gli itinerari vengono proposti insieme, in gruppo, o via via democraticamente da ognuno del gruppo, poi nessuno obbliga gli altri a venire...
Io tutte le volte che mi sono ritrovato in gruppi numerosi (organizzati da me o da altri) mi sono sempre trovato in un bailamme mostruoso, con persone di capacità, aspirazioni e aspettative distanti anni luce fra loro, che alla fine costringono il capogruppo, o presunto tale, a fare il carabiniere per riuscire a concludere qualcosa. Fino ad ora, ho imparato di più da compagnie più ristrette, e allo stesso modo penso di aver dato di più di quel poco che so, ai gruppi meno numerosi. Probabilmente fino ad ora sono stato meno fortunato di te con i compagni di cammino: quelli che reputo buoni sono veramente molto pochi.
...allora posso fieramente dire di essere davvero molto molto fortunata...e per questo non smetterò mai di ringraziare i miei genitori ed i miei amici ...e penso che una delle doti di un buon capogita, come di un insegnante, sia quella di tenere il più unite possibile, in un'uscita di gruppo e in una classe, persone con capacità, aspirazioni ed aspettative diverse. Quello che spesso manca nella nostra società moderna ed ipertecnologica penso sia lo spirito di gruppo, di solidarietà...il sapersi umilmente "abbassare", anzi, gioiosamente inchinare allungando la mano verso chi ha bisogno di aiuto...
Hai un'ottima percezione della realtà!!I cellulari, le mail, e quant'altro di tecnologico legato al mondo della comunicazione ha sviluppato molto l'individualismo e poco la collettività, cosa che ultimamente vedo sempre più in decadenza.
Ci tengo comunque a precisare che nemmeno io sono una patita delle gite con al seguito 100 persone! ...mi è capitato di parteciparvi un paio di volte e devo dire che è stato possibile gestire la situazione perché c'erano più capigita (bravissimi!) ed i partecipanti erano stati a loro volta suddivisi in gruppi più piccoli.
io lo interpreto come "istinto di sopravvivenza" , perchè sei sempre attento e all'occhio! è naturale, è buono!!
Scusa se posso sembrare polemica, ma a volte ho la sensazione che, dietro questa "solitudine montanara", ci sia una più profonda "solitudine sociale" quotidiana. Purtroppo la nostra società è sempre più popolata da gente sola, che soffre molto e non ha nessuno con cui condividere le piccole gioie e gli affetti della vita. La solitudine è una condizione logorante ed autodistruttiva, che a volte può anche uccidere, annientare se non fisicamente...psicologicamente. Ho conosciuto gente molto sola e profondamente demoralizzata, entrare nel mio gruppo e "rinascere a vita nuova"...ecco cosa intendo io per compagnia in montagna: condividere con gente splendida la sanissima passione per la montagna e con la quale instaurare un altrettanto bellissimo rapporto di amicizia, che sa "osare" anche oltre le camminate in montagna nei fine settimana...ad esempio, stasera preparerò canederli per tutti! Ovviamente anch'io, ogni tanto, sento il bisogno di andare a fare una camminata da sola, per ritrovare un po' me stessa, ma una ritrovatami, non vedo l'ora di incontrare le persona a me care!