Autore Topic: Grande Guerra, la beffa del cannone "Giorgio" al Mandrone  (Letto 12667 volte)

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Rifugio Mandrone

Un'altra epica impresa bellica, paragonabile al traino in quota del cannone "Ippopotamo" a Cresta Croce, riguarda il cannone austriaco battezzato "Giorgio". Di stazza inferiore al 149G, aveva calibro 120 e il traino iniziò in Val di Genova nella primavera del 1916: richiese 20 carri e 70 cavalli, oltre a qualche centinaio di uomini, per il tratto da Carisolo fino a Bedolè per la malagevole e sconnessa mulattiera. Quindi la parte più ripida a piedi per salire al Mandrone, con varie peripezie e incidenti, fin sotto la cresta delle Marocche a quota m 2560 circa. Un'impresa fino ad allora ritenuta quasi impossibile.


Il Cannone fu trascinato per la ripidissima Val Ronchina, fino sotto la Cresta delle Marocche a circa 2500 metri, poco lontano dal vecchio Rifugio Mandrone

Non esistono foto di "Giorgio": questa è la foto di un cannone identico

Il traino di "Giorgio" per la Val di Genova fin sul Mandrone


Trainatori locali della Val Rendena

Il cannone arrivò in piazzola verso la metà di maggio. Dopo oltre due mesi di fatiche inenarrabili per trascinarlo in quota, ecco la la beffa atroce: "Giorgio" riuscì a sparare solo pochi colpi, fu infatti subito individuato dal nemico. Le prime cannonate lo rovesciarono senza grossi danni e fu rimesso in posizione. Ma durò poco: alla seconda e successiva bordata di bombe il 16 maggio, il cannone fu centrato e annientato dall'artiglieria italiana che sparava dal Corno di Bedolé. Nel bombardamento morì l'ufficiale che aveva tiranneggiato i soldati addetti al traino, e anche Davide Binelli di Pinzolo, 43 anni. Una targa lo ricorda al vecchio rifugio Mandrone. Non esistono foto note del cannone Giorgio, salvo una dell'affusto, ormai distrutto. La canna fu fatta esplodere sul posto e solo anni dopo si ritroveranno delle grosse schegge.


"Giorgio", dopo aver sparato pochi colpi,  fu distrutto dall'artiglieria italiana appostata sul Corno di Bedolé

I rottami di Giorgio furono ritrovati dagli alpini tempo dopo: rimaneva solo l'affusto, la canna fu fatta esplodere sul posto dagli austriaci


Il lungo viaggio di "Giorgio" attraverso la Val di Genova: quasi tre mesi di fatiche inenarrabili per sparare solo pochi colpi
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