La vista dall'Aia di Slavazza: da sinistra, spiccano il Monte Fierollo (2141m), la Cima Quarazza (2530m) e la Cima di Buse Todesce (2413m). Venerdì 2 Gennaio, spinto dalla lunga astinenza che come ben sapete mi affligge durante la maggior parte dell'anno, decido di avventurarmi verso il
Rif. Brentari (2473m) per godere della vista da lassù con pochi fidati e celebrare così l'anno nuovo. I giovani virgulti che mi porto appresso hanno problemi con la levataccia, per cui lasciamo casa solo alle 4:50 di mattina (1 ora di ritardo circa rispetto ai miei piani) ed arriviamo
Malga Sorgazza (1450m) alle 6 circa, partendo di lì a poco.
Le previsioni ed i post sul forum mi avevano convinto ad intraprendere una tale avventura rassicurato da questi ultimi sulla poca e trascurabile quantità di neve...
Si, si va tranquillamente con scarponi, sinceramente in quota pensavo di trovare qualcosina di più, ma va bene così, tutto il giro con le ciaspole non so se ce la facevamo!! ...
È ancora buio quando ci incamminiamo sul
sentiero 327, che si insinua nel
Bualon di Cima d'Asta, lasciando presto il tratturo boschivo e cominciando ad inerpicarsi per le rocce del versante ovest della valle, sotto l'
Aia di Slavazza.
La valle tinteggiata dai colori dell'alba ormai inoltrata. Il sentiero sale rapidamente, come però si alza il livello della neve. Con preoccupazione notiamo che su, verso il rifugio, è tutto bianco: la compagnia con cui sono non è certo una spedizione esperta, già comincio a contemplare l'evenienza del ripiego.
Saliamo tuttavia fino al
Valon di Cima d'Asta (2000m) ed oltre. Tutto questo nel giro di oltre tre ore. La neve ha rallentato di molto la marcia, 2 dei 5 cominciano ad accusare problemi fisici.
Risalendo per l'Aia di Slavazza. Al bivio per il
327b succede qualcosa di molto triste: i 2 scelgono di ritornare alla Sorgazza, mentre i 2 sani vogliono continuare. Io, da buon "capo spedizione", vorrei tornare tutti assieme, ma la determinazione della coppia mi convince a continuare in 3. Quanto male mi sono sentito a cedere a tali pressioni!
Il momento della rinuncia. Siamo saliti ancora un po', ma la neve alta (in alcuni punti quasi 1 metro), il sole che scalda l'aria e aumenta il rischio valanghe (suoni d'acqua corrente ovunque) ed il mio umore durano un'altra oretta soltanto, per poi impormi di riafferrare le redini e riportare i due recalcitranti giovani al punto di partenza. Mai,
MAI separarsi in montagna. Si parte e si torna assieme!
Vista sul Passetto (2589m) Il Rif. Brentari (2473m), da dove lo vediamo al momento del ripiego, con le creste di Cima d'Asta che fanno timidamente capolino sulla sinistra. Arriviamo alle 13 circa alla Malga, dove troviamo i due ad aspettarci con la pancia piena, alla faccia nostra (giustamente!!!).
Sulla via del ritorno, mi rendo conto di aver scelto bene a non continuare: i segni dello scioglimento sono ovunque. Torniamo a casa in poco più di un'ora, dove mi lancio sul letto e cado tra le braccia di Morfeo, che mi restituiranno alla vita solo attorno alle 20:30.
Gita non totalmente riuscita ma altamente istruttiva.
Tra qualche giorno mi rifaccio in solitaria.
Lunghezza percorso:
10kmDislivello:
1000mTempo impiegato:
6h30minIn allegato la traccia del percorso in formato kml.