In vetta al Monte Cenon m 2278, sullo sfondo a sx il Croz di Primalunetta m 2304Ieri escursione in "puro ravanage" al 90% in
Val Campelle in Lagorai. Ravanatoria perché è una zona pochissimo battuta e senza alcun sentiero ufficiale: in più l'abbondanza di neve in quota ha reso superflua la ricerca di qualche traccia. Le due cime sono comunque un magnifico balcone naturale sulle vette circostanti ed offrono un panorama grandioso ed inedito del
Lagorai centrale e
Gruppo di Rava.
Partenza a
Ponte delle Rudole 1300 metri circa (la strada per il Crucolo è ancora chiusa!) e salita per la forestale, ormai pressoché totalmente sgombra di neve, eccetto qualche tratto in ombra, fino alla
Malga Cenon di Sopra e quindi
Malga Val de Prà m 1755. Contrariamente alla previsioni meteo, il tempo è brutto e deprimente, nuvolaglia ovunque e fa anche freddo
L'idea sarebbe quella di prendere
la lunga dorsale soprastante (Coston di Val de Prà) e arrivare in qualche maniera fino alla Cima del Monte Cenon, ma la preoccupazione più grande è quella di evitare la neve sprofondante, ancora molto abbondante nel bosco e nelle zone esposte a nord. Proviamo a seguire la traccia sopra la malga che risale a fianco del ripido vallone valanghivo ma desitiamo quasi subito, troppa neve.
Saliamo allora faticosamente direttamente nel vallone, dove c'è meno neve perché più esposto, anche se l'avanzata è lenta e difficoltosa per via dei rododendri e la fastidiosa boscaglia di ontani. A quota 1915 incrociamo un sentiero, tracciato piuttosto bene e di recente, e decidiamo di seguirlo per evitare la dura risalita sull'erta
a sud del'Aia Patissi. Eravamo convinti fosse uno dei tornanti del sentiero precedente e invece fa un lungo traverso verso nord ovest che ci porta, faticosissimamente per la neve NON PORTANTE, in alcuni tratti alta anche un metro, fino alla fatidica dorsale. Proseguiamo ora fuori dal bosco, per pendio ripido, faticoso, con molta neve e molti sprofondamenti, fino a sbucare alla bella anticima del Monte Cenon, con ometto e spianata con resti di trinceramenti. In altri 15-20 minuti risaliamo quindi l'erta finale fino alla
Cima Cenon m 2278, con croce in ferro, prontamente bollinata. Botta di c**lo: esce il sole!
Osserviamo la bellissima e sconosciuta valle sottostante, che culmina nei
Giaroni delle Tavarade, prendiamo nota per la prossima meta esplorativa in estate. Il panorama è grandioso e affascinante, vediamo poco distante il
Croz di Primalunetta. Decidiamo di percorrere la esile cresta, non difficile ma da fare con qualche attenzione, fino alla selletta ai piedi del Croz. Vediamo per qualche secondo due splendide
pernici bianche che si alazano in volo al nostro arrivo.
Il tempo regge, il fiato anche, saliamo ancora fino a raggiungere il
Croz di Primalunetta a m 2304, altro spettacolare balcone panoramico. Proviamo ad avanzare percorrendo la cresta per vedere se è possibile scendere in direzione di Forcella di Caldenave. Alcuni brutti sprofondamenti fino alle chiappe ci fanno capire della presenza di molti insidiosi
buchi e profondi crepacci tra le rocce nascosti dalla neve.
Abbandoniamo anche l'idea di scendere per un ripido canalino vista la troppa neve, facciamo un rapido dietrofront fino alla
sella tra il Croz di Primalunetta e il Monte Cenon. Qui tiriamo giù "un rigone" per il ripidissimo versante sud sprofondando fino alla coscia prendendo la dorsale che ci porta fino alla bella
Malga Primalunetta. Qui c'è un locale
bivacco sempre aperto ma molto mal tenuto che non invita certo al pernotto. Scendiamo in breve fino alla
Cappella S. Bortolo, ancora devastata dalla demenziale "valorizzazione". Per la lnga forestale torniamo alla macchina in circa un'ora abbondante. Gran bel giro, di circa 1000 mt di dislivello: in estate dev'essere fantastico ampliare il giro fino al
Tombolin di Caldenave,
Cima Primaluna e
Cima Ravetta, scendendo al
Bivacco Argentino sul Monte Tauro e rientrare da
Forcella del Dogo e anche dal
Monte Cima (vedi anche
http://girovagandoinmontagna.com/gim/index.php?topic=550.0;highlight=monte+cima).