Altra bella gita della settimana scorsa sul Cimon del Tres. Ho poche foto, causa il brutto tempo che mi ha accompagnato dalla vetta fino alla macchina. Parcheggio al Ponte delle Stue e proseguo sulla strada del Manghen fino alla deviazione per il Baito Salvazi. Seguo la forestale cercando però di tagliare i tornanti e giungo infine al suddetto baito dove taglio decisamente in direzione nord per i ripidi ma aperti pendii del Tres.
La neve è piuttosto carente su questo versante, cerco quindi di portarmi nella valletta un poco più a destra dove trovo un'ampia e ripida radura da risalire. Incrocio la forestale alta che seguo per un tratto verso sinistra: qui trovo un cervo evidentemente ferito che mi guarda impaurito. Indietreggio senza movimenti bruschi per non disturbarlo e proseguo per salita diretta sopra la stradina.
La mancanza di rigelo si nota fino a quota 2000 dove finalmente la neve si fa dura, quasi da rampanti. Proseguo per la bella radura e raggiungo la vetta dove inizia a nevicare a falde larghe e fitte. La via di salita non mi convince per nulla ed ho notato la presenza di polvere nei tratti protetti. Senza pensarci troppo provo a buttarmi per il ripidissimo pendio nord-orientale. Qui la neve è stupenda, polvere un pò umida ma godibile: le pendenze sono estremamente sostenute soprattutto nel tratto che immette nel pianoro sottostante.
Cercando di stare sempre su esposizione nord (a destra scendendo), incontro neve buona e pendii divertenti fino alla strada Brenzi. Taglio il tornante e la ritrovo poco sotto: la seguo fino ad un tratto meno ripido dove taglio ulteriormente giungendo al Baito del Peuco. Seguo stradina per il baito Brenzi sperando di scendere fino alla forestale della sinistra orografica del rivo Cadino ma presto diventa mulattiera infestata da alberi e sparisce del tutto crollata sotto il peso di una vecchia frana nei pressi di un torrente.
Con pericoloso traverso sci in spalla, arrivo dall'altro lato della frana e riprendo la scomoda mulattiera fino al punto in cui si immette su una forestale. Rimessi gli sci, continuo fino all'incrocio con la strada di fondovalle parallela alla provinciale. Per tornare alla macchina dovrei guadare il fiume, impresa impossibile causa la presenza di un'impervia forra. Decido quindi di scendere affidandomi alla Trekkart che mi tradisce una seconda volta: i due ponti che dovrebbero essere presenti, non esistono e devo giocoforza scendere alla località Zocchi per guadare il fiume. Stancamente, sci in spalla, percorro la noiosa forestale fino all'auto.
In conclusione mi sento di consigliare, con nevi sicure, il vallone nord orientale per la discesa ma di certo conviene poi ripellare per la forestale dei Brenzi fino al versante sud del Tres ed immettersi sulla via di salita; questo per non trovarsi come me a ravanare su improbabili mulattiere inesistenti e percorrere la strada asfaltata per risalire al parcheggio.
Ziolera salendo al TresCervo sulla forestale altaLa bella Val Cadino, nuvole in arrivo. Vista da sx su Stellune, Cima delle Buse, Pala del Becco, Montalon e ZioleraSul Cimon del Tres, sguardo verso l'annuvolata Pala delle BuseIl pinaoro sotto il Tres, sguardo al ripidissimo pendio Nord-Est appena scesoPercorso, giallo salita blu discesa