Salendo verso il Doss del Cuc, sguardo indietro verso M. Cogne e Fregasoga
Curiosando senza una meta precisa e partendo a piedi direttamente da casa (per le menate del Covid c'è anche poca voglia di usare la macchina ultimamente), avevo adocchiato più volte questo maso isolato sotto al
Doss del Cuc (Bedollo), ma non ero riuscito a raggiungerlo per via dei molti schianti lungo la stradella di accesso.
La carta austriaca del 1850 lo riporta in loc. Taffan. Il maso è abbandonato e in rovina, e per un pelo non è stato distrutto da un grosso abete crollato a meno di due metri per la tempesta Vaia.
Maso Taffa o "Del Pinter"
Il maso visto dai campi terrazzati più in basso
Sono entrato nelle stanze a pianterreno, con la solita circospezione per timore di crolli, con la meraviglia di trovare sulle pareti un bellissimo motivo grafico con dei cervi, che non avevo mai visto in un maso rurale. Nella stanza principale la stufa, purtroppo ormai distrutta. Si vede un particolare costruttivo della cappa, fatta in legno e paglia (!). i muri sono dipinti con colore ocra e azzurro, con semplici elementi decorativi sopra le porte e le finestre, che comunque denotano una certa cura estetica. Belli come sempre i soffitti a volta intonacati. C'era anche la corrente elettrica, come si deduce da tracce di fili e interruttori. Per il resto è tutto a catafascio, un'ala dell'edificio è già crollata.
Porta interna
La stanza principale con la stufa, purtroppo distrutta
Le decorazioni della parete
Particolare della cappa in legno e paglia!
Una delle stanze interne
Al piano superiore il fienile, quasi vuoto, non mi sono fidato a calpestare il pavimento: di interessante c'era solo un piccolo basto, forse per asini. La posizione del maso è bellissima e panoramica, proprio di fronte a Stramaiolo. Ci sono due sentieri che proseguono verso nord, uno in salita e uno in discesa, ma dopo un centinaio di metri si perdono in un disastro di schianti impenetrabile.
Il fienile al piano superiore
Vista su Stramaiolo e Costalta
Verso il Cogne
Serratura
Muri a secco
Sono quindi sceso di quota fino alla forestale con la quale sono tornato verso le frazioni di Bedollo, curiosando tra viottoli e androni, quasi sempre molto curati e abbelliti con sculture in legno, affreschi a tema agreste e montano, crocifissi e iscrizioni. Sulla facciata di una casa la data di fondazione: 1795!
Girovagando nelle frazioni di Bedollo
Le belle frazioni di Bedollo
Successivamente, pubblicate le foto su Facebook, nel giro di un giorno sono stato contattato dal proprietario (potenza della rete!), Mattia Cadrobbi, che mi ha fornito gentilmente informazioni aggiuntive e anche delle bellissime foto d'epoca risalenti agli anni '40-'50.
Il maso e i terreni circostanti sono stati da me acquistati nel 2008. E' detto “Mas del Pinter” o “Taffan”. Pinter (Giorgio) era il cognome dell’ultimo residente che visse al maso dagli anni '50 fino alla morte, nel 1969. Il maso aveva (lo ha ancora) un proprio acquedotto e si coltivava pure il tabacco vista l’esposizione molto favorevole. Dal 2009 abbiamo iniziato a pulire tutti i terreni davanti al Maso che erano completamente imboschiti. Ora sono prati grazie alle nostre capre e a quelle dell’Ass. Allevatori Capra Pezzata Mochena il cui Presidente è Ezio Quaresima. In fondo ai prati sotto la strada forestale c’è anche una stalla che l’Associazione usa per la mungitura. Da qui partono le capre che la seconda domenica di ottobre animano la mostra provinciale della capra pezzata Mochena a Centrale. Il Maso era censito già nel 1400/1500. Ho dei documenti al riguardo. Ho poi delle vecchie fotografie. Nel maso visse fino alla fine degli anni 60 il vecchio guardaboschi della zona. Il maso è stato poi abbandonato e a parte qualche porta a chiusura di alcuni locali integri non è stato toccato. Per sistemare il maso eravamo in attesa della sistemazione della strada/pista di accesso dal Pec. Al momento non se ne sa nulla. In futuro magari chissà. Grazie ancora delle belle immagini, se interessato ad altro sono a disposizione per metterle a disposizione tutti i documenti storici.Il maso com'era
Foto d'epoca di Maso Taffan
Il maso è citato da Aldo Gorfer come insediamento stabile, abitato da gente di origine germanica già dal 1600.