Superato il mio mal di pancia notturno che ci aveva impedito di fare questa cima due settimane fa oggi, io e Luke ci abbiamo riprovato.
Partenza alle 7.30 dalla collina di Trento sperando che il tempo migliori (non accadrà), alle 8.00 siamo ai parcheggi della Panarotta. Partiamo con ciaspole e ramponi nello zaino, si riveleranno un inutile "carico aereodinamico", ma almeno sapere di avere i ramponi ci ha dato sicurezza in certi tratti.
Partiamo salutati da una timida e gelata nevicata, che ci accompagnerà per tutto il giorno.
Arrivati alla Bassa prendiamo il sentiero 372 che con sali-scendi gelati ci porta verso la val Potela. Dopo un po' il tragitto si rivela un poì noioso ma assolutamente non faticoso. Finalmente giungiamo al bivio con il 371 e iniziamo a salire in val portela. Il primo tratto finalmente risveglia le nostre gambe e lo affrontiamo con determinazione stanto attenti ai molti tratti ghiacciati (il nevischio che scende li nasconde). Salendo la valle la neve aumente nei tratti tra i numerosi dossetti (residui morenici?) che punteggiano il fondovalle. Cerchiamo di aggirarle per la briga di mettere le ciaspole (sarebbe uno snervantissimo "cava-e-metti". Questo rende la salita più faticosa e apparentemente eterna: il passo è lassù davanti a noi ma non sembra avvicinarsi mai.
Incontriamo un signore che scende, ci dice che ha tentato di salire l'Hoabonti ma ha rinunciato per il ghiaccio, ci mette in guardia ma sapendo di avere i ramponi a portata di mano decidiamo di poseguire sereni, si vedrà!
Alle ore 12.00 siamo al Passo Portela, la neve continua a scendere fleble e gelata, non attacca nemmeno sui prati. Le cime del Gronlait e del Fravort sono avvolte da nubi basse che non promettono miglioramenti, anzi. Dopo una sosta per bere e qualche foto ripartiamo, il primo tratto si può fare senza ramponi quindi ci diamo dentro. Effettivamente incontriamo tratti ghiacciati ma riusciamo ad aggirarli passando sulle roccette o sull'erba, per i ramponi vale quanto detto prima approposito delle ciaspole.
Entriamo nelle nubi che circondano la cima e finalmente raggiungiamo la sommità, la visibilità non supera i 15-20 metri. Una foto e due chiacchere sotto la croce poi si deve decidere quale via fare per il ritorno, sone le 12.40. Il mio impavido compagno vorrebbe tentare la cresta, ma io mi oppongo con i seguenti argomenti (cito testualmente).
- "no se vede da chi a li
- "la zima l'aven fata"
- "el temp el me par sempre pu brut"
- "no go voia de tirar for i ramponi che i'è en font al prosac'"
e infine, argomento che si rivelerà vincente
finalmente il baldo Luke cede e quindi decidiamo di prazare una volta scesi al passo, così da affrontare subito la discesa più ostica. Cantano canzone cameratesce scendiamo fino al passo dove io indosso le ciaspole ("visto che le ho portate a prendere aria almeno si rendano utili!") e quindi percorro la via più diretta galleggiando allegramente sopra la neve. Alla piccola capanna ci fermiamo per un rapido pasto poi senza fretta si fa rotta verso la meta finale, sono le 14.00.
Nulla da dichiarare nel ritorno, arriviamo alla macchina alle 17.15, molto soddisfatti per questa escursione sicuramente non panoramica come avrebbe potuto essere, ma comunque divertente.
P.S.: a breve le foto di Luke
P.P.S.: salendo da passo portela verso la cima abbiamo visto che lungo il sentiero, su una grossa pietra, c'è la scritta"BANDITA", qualcuno ne conosce il significato?
denghiu!