Lungo la bellissima mulattiera che dal Rio Brusago sale verso Sveseri
Visto il freddo intenso e il forte vento sulle cime, decidiamo per un’escursione esplorativa a bassa quota. Cercheremo di visitare i
masi abbandonati lungo il Rio Brusago. Dal viadotto poco dopo l’abitato di
Brusago scendiamo lungo la
riva dx orografica per comoda strada forestale. Il rio purtroppo è stato ridotto ad un canale con una lunga serie di briglie che ne hanno snaturato totalmente l’aspetto. In compenso, poco lontano dalla riva, rintracciamo alcuni antichi masi, orientandoci con gli insediamenti sulla riva opposta di
Ghinello e
Caloneghi, pochi masi abbarbicati sul costone cupo dell'ombrosa Valcava.
Valcava, riceve poche ore di luce al giorno nel periodo invernale
L'unico maso ancora in buono stato incontrato sul Rio Brusago, a sx il proprietario
Malandati capitelli lungo il sentiero
L'abitato di Caloneghi sulla riva opposta
Il maso con la pergola
Nella boscaglia si intravede il vecchio maso abbandonato
Sulla nostra riva invece filtra il sole.
Troviamo un maso è ancora in buono stato: davanti ha una bella pergola. Incontriamo il proprietario che sta trafficando e scambiamo due chiacchiere: ci spiega che la vigna ha ben 60 anni, ma l’uva non è più buona come un tempo perché non riesce a maturare oppure viene mangiata dagli uccelli. La casa è dei genitori ormai anziani, lui cerca di tenerla in buone condizioni perché loro ci tengono molto e sono contenti se qualcuno se ne cura per evitare che vada in rovina.
E’ stata abitata fino circa agli anni ‘60, intorno c’erano pascoli per gli animali, ora è si è tutto rimboschito e il bosco è un disastro di schianti. Lui è di Sevignano ma non ci abita, si reca però spesso per fare piccoli lavori di manutenzione. Anche quest’anno il vento ha fatto una strage di alberi, veramente impressionate: lungo il rio tantissimi grandi abeti sono stati sradicati.
Una porzione di casa era del fratello, che aveva provato a ristrutturare. Poi era stato deciso di vendere ma senza esito, e così la parte di casa è andata lentamente in rovina, il tetto è crollato e l’interno è ormai uno sfacelo. Nel piccolo orto coltiva patate, fagioli, cipolle, verze e altre verdure, poca roba comunque.
Gli interni della parte i casa rimasta disabitata sono uno sfacelo
Tutto è distrutto
Resistono solo le cantine coi soffitti a volta, e le stalle con le mangiatoie
Qui intorno c'erano i pascoli, ora il bosco si è riappropriato dei campi, dove resiste ancora qualche muretto a secco
Lo sfacelo degli interni
Anche qui
l’alluvione del 1966 ha dato il colpo di grazia ai piccoli insediamenti lungo il torrente, distruggendo campi, coltivazioni, mulattiere, sentieri.
Poco più avanti, a 100 metri di distanza lungo il sentiero con un malandato capitello, c’è la casa di un suo parente, anch’essa in completa rovina. Dev’essere stata bellissima un tempo:
la facciata ha due fasce colorate in rosa carico, all’esterno varie rampe di scale in pietra circondano l’edificio.
Casa contadina abbandonata e in rovina
La vecchia stalla
I locali anneriti dal fumo
Vecchie scale che non sale più nessuno
Ragnatele e abbandono
La vecchia cucina
L'interno della cucina col "fogolar"
La stufa che serviva per cucinare e scaldare
Rustico capitello nel bosco
Proviamo ad affacciarci nel locale che un tempo doveva essere la cucina, che ha miracolosamente resistito all’ingiuria del tempo coi suoi soffitti a volta: in un angolo il vecchio “fogolar”, la canna fumaria, il camino. Dobbiamo muoverci con circospezione, ovunque ci sono crolli, i fili elettrici sono stati strappati e penzolano dalle pareti.
Un'altra casa abbandonata, semisepolta dalla boscaglia
Un disastro che rattrista: il tetto è collassato e resistono ancora solo i muri perimetrali. Sotto, nella cantine a piano terra, ci sono ancora
le stalle con le vecchie mangiatoie in legno, ingombre di macerie e rottami. E’ un mondo che scompare inesorabilmente… Anche nel vicino torrente Avisio, di cui il Rio Brusago è affluente, avevamo osservato in
precedenti esplorazioni la stessa desolazione dei tanti masi abbandonati...
Case in rovina
La casa abbandonata nel bosco
Muro crollato della cantina
El vecio fogolàr
Proseguiamo lungo il sentiero che sale verso la frazione di Sveseri, come ci aveva indicato Nevio Casagranda, un esperto della zona. Nella boscaglia avvistiamo più in basso
altri due edifici abbandonati: non possiamo resistere al richiamo e scendiamo a vedere. Uno ha il tetto collassato ed è ridotto in rovina. Negli scantinati resistono ancora i soffitti a volta ma è comunque uno sfacelo.
L’edificio vicino sembra meglio conservato: all’esterno c’è
una bella fontana nel giardino ormai invaso dai rovi, con scalinate varie dal piano terra al secondo piano. Anche qui ci sforziamo di immaginare come fosse un tempo: doveva essere un posto bellissimo. Appena proviamo a entrare da una porta aperta però è un vero disastro: crolli ovunque, un intero piano è collassato e il piano terra è ingombro di macerie. Uno specchio è rimasto miracolosamente appeso su una parete pericolante, quasi come in un terremoto.
Il solito sfacelo...
Nessuno qui consegna la posta da anni...
Crollo nella zona cucina
La vecchia fontana nel giardino orami invaso dalla vegetazione e dai rovi
Il piano superiore è venuto giù assieme a parte del tetto: uno specchietto è rimasto appeso alla parete
Un senso di mestizia ci pervade. Anche qui
nelle cantine resistono i soffitti a volta, le stalle per gli animali con le mangiatoie in legno, i canali di scolo nel pavimento. Mucchi di macerie su cui sono ammassati attrezzi sfasciati d’un tempo: pezzi di mobilia, ferraglia varia, alcune gerle e cestoni fracassati, una vecchia stufa arrugginita. Cosa daremmo per avere una foto dell’epoca per vedere come fosse questo piccolo paradiso rurale!
Il sentiero sale verso Sveseri lungo imponenti muri a secco
La vegetazione nel bosco è rigogliosa
Scorcio verso Valcava
La bellissima mulattiera selciata
Ci alziamo di quota lungo la mulattiera verso Sveseri
Gli antichi terrazzamenti resistono egregiamente
Riprendiamo il cammino per il sentiero, una splendida mulattiera selciata che ci porta con un lungo traversone fino alla
frazione di Sveseri. Qui non resistiamo all’idea di fare una sosta mangereccia all’omonimo agritur: un paio di prosecchi e un tagliere di affettati e formaggi misti corroborano il morale.
Salita verso Slosseri
Discesa verso il Campigol, con tracce di scalinate, forse di origine militare della Grande Guerra
Riprendiamo il cammino verso la frazione
Slosseri, al di sopra della strada provinciale, e quindi col sentiero
468B saliamo di quota verso Camorè. Per sentiero non segnato,
deviamo verso SE con uno splendido traversone in costa fino al
Campìgol, dove passiamo sul versante opposto con bella forestale che ci porta fino al
Col Bis, passando per altri due masi, di cui uno è la Casara, anch'esso in ruderi, quindi giù fino a Montepeloso.
Per un'antica mulattiera
Campigol
Il baitello al Campigol, costruito con la vecchia tecnica alpina del "blockahus"
Bel percorso ad anello per luoghi ameni, senza alcuna difficoltà: 11 km di sviluppo con dislivello modesto di poche centinaia di metri. Un bel modo di passare la domenica per una tranquilla sgambata tra natura e storia al riparo dal gelo in quota
.
La mulattiera nel bosco
El "Mas dei Francesi", recuperato molto bene
Arrivo a Brusago
Il percorso
Vedi anche
10 Esplorazioni per il Trekking dell'Avisio