Sulla vetta del Rujoch m 2415Ieri fantastica escursione solitaria sul
Rujoch m 2415. Il meteo prevede molto freddo, ma il richiamo delle cime è troppo forte e poi il tempo è bellissimo.
Inizialmente pensavo di andare sul solito Monte Costalta almeno per sgranchire le gambe e disintossicarmi da una terricante giornata all’Ikea del giorno prima, ma quando vedo la ressa di ciaspolatori in partenza al
Passo Redebus, cambio destinazione ipso facto: provo il Rujoch.
Non so come sarà la neve ma il percorso che decido di fare, la dorsale sud ovest, lo conosco bene: con gli sci non mi pare il caso, la dorsale è insciabile. Prevedo neve dura ghiacciata, perlopiù portante, sicuramente ci sarà una traccia: decido quindi di partire a piedi e portarmi solo i ramponi (scelta perfettamente indovinata). Come mi aspettavo, neve fino a
Passo Polpen m 1939 praticamente non ce n’è. C’è invece, e questo non me l’aspettavo, perlomeno non così, un lastrone pauroso di ghiaccio quasi ovunque, perfino nel sottobosco! Una spolverata di neve fresca nasconde il ghiaccio e così faccio subito un gran volo con scivolata in basso di un paio di metri, fermata da un albero provvidenziale. Iniziamo bene! Lascio il sentiero scivolosissimo e salgo per il bosco sfruttando le zone più aperte dove c’è un po’ di neve fresca su cui far presa con gli scarponi. Quando arrivo alla stradella scopro con sorpresa che una valanga (dell’anno scorso) si è aperta un varco enorme nel bosco per gettarsi nel canalone. A mia memoria non era mai caduta una valanga qui, in futuro sarà meglio tenerne conto. Arrivo a Passo Polpen, spelacchiato dal vento, e guardo il famoso “muro” che bisogna salire per raggiungere la dorsale sud ovest, è l’unico tratto potenzialmente pericoloso per le valanghe. Mi pare abbastanza sicuro, quindi salgo per la traccia nel bosco rado, lasciandola in alcuni tratti quando fa dei traversi che non mi piacciono troppo. Ogni tanto si sprofonda fino al culo, per fortuna sono tratti brevi. Nella parta alta, poco prima di sbucare sulla dorsale, c’è un paesaggio fiabesco con lo spettacolare fenomeno della galaverna sugli alberi, che sembrano fatti di ghiaccio.
Raggiungo quindi la dorsale e senza difficoltà, grazie ai ramponi che danno una grande sicurezza, inzio a salire nel grandioso panorama che mi circonda. La giornata è limpidissima, l’orizzonte a 360° gradi lascia senza fiato. Incontro dei veneti che scendono prudentemente in ciaspole, mi dicono che hanno pernottato al Tonini, nella notte il termometro era sceso a -20°.
Arrivo all’
Uomo Vecchio m 2233, dove incontro l’unico scialpinista visto della giornata, un ragazzo di Bedollo che è salito da Malga Stramaiolo. Io non mi fiderei a salire quei costoni, ma mi dice che tenevano bene. Ancora alcuni passaggi delicati, evitando le grosse cornici sulla sinistra e dei traversi sui costoni sud, passando sulle roccette gelate sul filo di cresta, e sono in vetta
Sul Rujoch sarò salito decine di volte eppure il panorama da questa fantastica cima mi lascia ogni volta senza parole. Meraviglioso. A naso la temperatura sarà di
circa -15°, bevo un sorso di “granita Gatorade”, per fortuna non c’è vento e ben coperti si sta benone. Mi trattengo sulla cima a fare foto e a guardare il panorama. Il ragazzotto con gli sci, dopo aver mangiato due scatolette di tonno, parte. Lo osservo traversare due costoni sperando non “parta” niente, li passa e sparisce rapidamente alla vista. Speriamo bene. Sarei quasi tentato si scendere dallo
Schliverai Spitz m 2432 e calare fino al
Rifugio Tonini m 1900, ma poi ci sarebbe un lungo e sicuramente ghiacciato rientro passando per
Malga Pontara. L’ora è tarda, mi fermo ancora un po’ poi inizio a scendere, a malincuore, per la stessa via dell’andata. Sono le 15.30, il sole basso sull’orizzonte illumina le cime in un’atmosfera incantata.
A Passo Polpen “si spegne la luce”, il sole va giù e inizio il rientro: pensavo di fare il Lemperpech e poi scendere da Cima Pontara, ma è troppo lunga e affronto la discesa nel bosco, stavolta però coi ramponi
. Arrivato alla stradella, decido di non tagliare giù per il sentiero gelato ma di rientrare lungo una forestale mai fatta, che con un largo giro e alcuni tornanti mi riporta sulla strada poco prima di Passo Redebus, quando ormai è buio.
Qui il solito mini-cine