Autore Topic: [LAGORAI] Piccolo Colbricon m 2510 con bivacco a Buse dell'Oro: esplorazione nel selvaggio Lagorai  (Letto 9201 volte)

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Offline AGH

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In vetta al Piccolo Colbricon (foto LS)

La salita al Piccolo Colbricon m 2510 è una classica, sia in estate che in inverno in sci o ciaspe. Il suo versante nord, l’unico praticabile, digrada dolcemente dalla cima verso le Buse dell’Oro a NO o verso Malga Colbricon a NE con un salto finale più ripido.


Vista sulle Pale di S. Martino


Dai pressi di Malga Colbricon: al centro Colbricon Est, Cima Stradon

Il solito tornante col parcheggio a quota 1630 sopra l’abitato di Paneveggio (strada per Passo Rolle) è tutto pieno e ci tocca cercare una piazzola più a monte. Sulla forestale c’è ancora 1 metro e mezzo di neve, strabattuta dal passaggio di sciatori e ciaspolatori. A Malga Colbricon 1838 l’idea era di salire direttamente verso Buse dell’Oro ma non c’è alcuna traccia sulla neve, quindi saliamo anche noi, in ciaspe, seguendo le varie tracce su per il rampone iniziale, praticamente tutto “pistato”.


In marcia verso Malga Colbricon, a sx Cima Cavallazza (foto LS)

Superata la rampa iniziale con vari zig zag, il versante si addolcisce e attraversando ampi costoni arriviamo in vetta senza difficoltà. Il panorama è spaziale, come al solito, anche se c’è un venticello freddo che impone di coprirsi. Rimaniamo in vetta per parecchio tempo, aspettando che le nuvolaglie passino e vada via un po’ di gente per fare foto. Infatti nel pomeriggio esce un sole meraviglioso e in vetta rimaniamo solo noi due, ad inebriarci di panorami sterminati.


Salendo per il rampone sopra Malga Colbricon lungo il versante nord del Piccolo Colbricon, sullo sfondo il Cimon della Pala


L'ampio costone finale alla cima


Ultimo strappo alla vetta, sullo sfondo Cima Bocche, Cima Juribrutto, in fondo a dx la Marmolada incappucciata


Lagorai nordorientale


In vetta al Piccolo Colbricon con le spettacolari distese ai piedi di Bragarolo - Ceremana


Le due cime di Colbricon est e ovest, dalle quali si fronteggiavano durante la Grande Guerra i due eserciti, a poche centinaia di metri a quota 2600

Quindi partiamo per cercare il bivacco Buse dell’Oro m 2050 più a valle, calando per fantastici pendii immacolati di neve fresca dove non è passato nessuno. Ci sentiamo dei trapper in esplorazione nel Grande Nord Canadese. In un posto riparato ci fermiamo per sosta panini e mini pennica (dove mi brucio la faccia). Al bivacco ci ero passato in estate in precedenza, con la neve non ci sono riferimenti ma con un po’ di intuito riusciamo a scendere abbastanza agevolmente. Avvistiamo infine il bivacco dall’alto, che raggiungiamo calandoci in una valletta più angusta sopra un pianoro nei cui pressi, a ridosso della fascia rocciosa, c’era durante la Grande Guerra un villaggio militare austroungarico.


Discesa per i vasti pendii immacolati verso Buse dell'Oro


Zompi nella neve fresca :) (foto LS)


Ci sentiamo come esploratori nel Grande Nord canadese....


Il bellissimo Bivacco Baito Buse dell'Oro: sempre aperto, dispone di letti a castello con materassi e coperte, stufa a legna, tavolo con panche

Il bivacco è bellissimo, tutto in legno come la baita di un trapper, in un ambiente da favola che ricorda il Canada. Decidiamo in pochi minuti: e se ci fermassimo qui per la notte? Detto fatto! C’è però un problema: c’è pochissima legna a disposizione, così le ore che mancano al buio le passiamo andando a procura legna nei dintorni, recuperando rami secchi dai larici.


Si va a fare legna per la notte

Poche le coperte, rosicchiate dai topi, anche sui letti a castello. Signo era terrorizzata dal patire freddo in una eterna notte al gelo, invece dopo aver acceso a stufa la baita si riscalda rapidamente. Un colpo di fortuna: troviamo su una mensola una busta di minestra liofilizzata di verdure e una scatola di funghi, per cui anche la cena è rimediata! Sciogliamo la neve nelle padelle e via. Nel frattempo la temperatura nel bivacco è da sauna finlandese e la notte trascorrerà tranquilla senza patire alcun freddo. Anzi ci alziamo per fare delle foto alla baita dall’esterno, troppo bello!


Buona notte! (foto LS)

All'interno del confortevole bivacco studiamo il piano di battaglia per l'indomani; esterno con la volta stellata

Al mattino ci alziamo vergognosamente tardi e affrontiamo il non semplice rientro. Un po’ a memoria e un po’ col gps del cello, sul quale avevo scaricato la traccia fatta in precedenza, trovo lo stradello militare sepolto sotto la neve e praticamente invisibile, che collegava il villaggio militare di Buse dell’Oro con Malga Colbricon.


Risveglio, il cielo è un po' nuvoloso ma ancora bello: ora dobbiamo trovare la via del rientro in neve fresca


La vasta piana a Buse dell'Oro

Le molte radure mettono a dura prova l’orientamento, per la quasi assoluta mancanza di indicazioni. Il sentiero sotto la neve, scopriamo, segue il confine della particella boschiva contrassegnata da qualche segno azzurro sugli alberi. Con un po’ di attenzione (il bosco è abbastanza complicato, quasi pianggiante in alto ma con un “piede” che precipita a verso valle) riusciamo a raggiungere Malga Colbricon m 1830 senza grosse difficoltà. Vista la giornata ancora bella e soleggiata, decidiamo di raggiungere i Laghi di Colbricon 1925 risalendo l’omonimo passo a quota 1912.


Dopo aver raggiunto Malga Colbricon, in marcia verso il Passo Colbricon e ai Laghi omonimi


La dorsale rocciosa del Piccolo Colbricon vista dai pressi dei laghi


Eccoci al Rifugio Colbricon con la Cavallazza sullo sfondo


Lago Colbricon superiore, sullo sfondo a dx Cima Bocche e Cima Juribrutto

Una breve sosta al rifugio e poi c’è da decidere il rientro: andiamo col sentiero facile fino a Malga Rolle o tentiamo di scendere dal bosco? Siamo noi amanti della vita comoda o ravanatori seri? Decidiamo per il bosco. Scendiamo fino al Lago di Colbricon inferiore dove però le tracce si interrompono.


Lago Colbricon inferiore


Ultimo sguardo al Colbricon Est e Piccolo Colbricon prima di scendere a valle

Proseguiamo “a panza” in un vasto labirinto di vallette e radure dove non è semplice districarsi, sempre comunque in scorci fatati di paesaggi canadesi. Poi con un traversone in leggera discesa verso ovest nel bosco, raggiungiamo la strada forestale, con la quale rientriamo alla macchina senza danni.


Nel labirinto di vallette, scendendo verso valle

Giro meraviglioso con bivacco da sogno, difficoltà tecniche modeste salvo per l’orientamento piuttosto impegnativo e articolato. 1° giorno: sviluppo 9 km, dislivello m 950; 2° giorno: sviluppo 9 km, dislivello m 150.


Lo spettacolare panorama dal Piccolo Colbricon m 2510: a sx le Pale di S Martino, al centro e a dx la catena del  Lagorai nordorientale


Il percorso: rosso=salita il primo giorno, verde=discesa il secondo
« Ultima modifica: 02/04/2016 11:07 da AGH »
Blog di Montagna
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Offline Matteo Nicolin

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Senza parole! Meraviglioso anche il bivacco - ormai è inutile dirlo, ma complimenti per giro e foto!  ;D
Matteo Nicolin

La realtà è il cinque per cento della vita. L'uomo deve sognare per salvarsi.

Walter Bonatti


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Offline edel

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E' davvero uno spettacolo, sia il giro che le foto!!  :)  Complimenti

Offline iw6bff

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Il giro lo consco bene, sia in versione invernale che estiva, ma le foto !!!!!!!! :o :o

Offline Gianca

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Complimenti sia per il giro che per le foto, veramente belle!!

Offline roen

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"Non il riposo è riposo, bensì il variar fatica alla fatica è riposo"

Offline Oma

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Bello bello bello  :)  bravi, gran giro e super-foto!!  :D

Offline Renzo

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Fatta ieri, tranne la deviazione per i laghi. Caldo, senza un filo di vento, dalla malga in poi sempre in maniche corte. Fino in vetta sciatori veneti a vagonate, io con le ciaspole praticamente sempre fuori pista per non riempirgli di buchi la traccia. Discesa al baito e rientro alla malga in solitaria.  :)

Offline piesospinto

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... io con le ciaspole praticamente sempre fuori pista per non riempirgli di buchi la traccia.
Bravo, ben fatto, un sentito ringraziamento da parte di uno scialpinista.  :D
Sono sempre meno purtroppo quelli che hanno questo tipo di comportamento altruista.  :(
Mauro

Offline Danila

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eh!!va beh! che invidia :) bellissimo ma soprattutto la foto del baito la notte, una favola. Complimenti