In vetta al Piccolo Colbricon (foto LS)
La salita al
Piccolo Colbricon m 2510 è una classica, sia in estate che in inverno in sci o ciaspe. Il suo versante nord, l’unico praticabile, digrada dolcemente dalla cima verso le
Buse dell’Oro a NO o verso
Malga Colbricon a NE con un salto finale più ripido.
Vista sulle Pale di S. Martino
Dai pressi di Malga Colbricon: al centro Colbricon Est, Cima Stradon
Il solito tornante col
parcheggio a quota 1630 sopra l’abitato di Paneveggio (strada per Passo Rolle) è tutto pieno e ci tocca cercare una piazzola più a monte. Sulla forestale c’è ancora 1 metro e mezzo di neve, strabattuta dal passaggio di sciatori e ciaspolatori. A
Malga Colbricon 1838 l’idea era di salire direttamente verso Buse dell’Oro ma non c’è alcuna traccia sulla neve, quindi saliamo anche noi, in ciaspe, seguendo le varie tracce su per il rampone iniziale, praticamente tutto “pistato”.
In marcia verso Malga Colbricon, a sx Cima Cavallazza (foto LS)
Superata la rampa iniziale con vari zig zag, il versante si addolcisce e attraversando ampi costoni arriviamo in vetta senza difficoltà. Il panorama è spaziale, come al solito, anche se c’è un venticello freddo che impone di coprirsi. Rimaniamo in vetta per parecchio tempo, aspettando che le nuvolaglie passino e vada via un po’ di gente per fare foto. Infatti nel pomeriggio esce un sole meraviglioso e in vetta rimaniamo solo noi due, ad inebriarci di panorami sterminati.
Salendo per il rampone sopra Malga Colbricon lungo il versante nord del Piccolo Colbricon, sullo sfondo il Cimon della Pala
L'ampio costone finale alla cima
Ultimo strappo alla vetta, sullo sfondo Cima Bocche, Cima Juribrutto, in fondo a dx la Marmolada incappucciata
Lagorai nordorientale
In vetta al Piccolo Colbricon con le spettacolari distese ai piedi di Bragarolo - Ceremana
Le due cime di Colbricon est e ovest, dalle quali si fronteggiavano durante la Grande Guerra i due eserciti, a poche centinaia di metri a quota 2600
Quindi partiamo per cercare il
bivacco Buse dell’Oro m 2050 più a valle, calando per fantastici pendii immacolati di neve fresca dove non è passato nessuno. Ci sentiamo dei trapper in esplorazione nel Grande Nord Canadese. In un posto riparato ci fermiamo per sosta panini e mini pennica (dove mi brucio la faccia). Al bivacco ci ero passato in estate in precedenza, con la neve non ci sono riferimenti ma con un po’ di intuito riusciamo a scendere abbastanza agevolmente. Avvistiamo infine il bivacco dall’alto, che raggiungiamo calandoci in una valletta più angusta sopra un pianoro nei cui pressi, a ridosso della fascia rocciosa,
c’era durante la Grande Guerra un villaggio militare austroungarico.
Discesa per i vasti pendii immacolati verso Buse dell'Oro
Zompi nella neve fresca
(foto LS)
Ci sentiamo come esploratori nel Grande Nord canadese....
Il bellissimo Bivacco Baito Buse dell'Oro: sempre aperto, dispone di letti a castello con materassi e coperte, stufa a legna, tavolo con panche
Il bivacco è bellissimo, tutto in legno come la baita di un trapper, in un ambiente da favola che ricorda il Canada. Decidiamo in pochi minuti: e se ci fermassimo qui per la notte? Detto fatto! C’è però un problema: c’è
pochissima legna a disposizione, così le ore che mancano al buio le passiamo andando a procura legna nei dintorni, recuperando rami secchi dai larici.
Si va a fare legna per la notte
Poche le coperte, rosicchiate dai
topi, anche sui letti a castello. Signo era terrorizzata dal patire freddo in una eterna notte al gelo, invece dopo aver acceso a stufa la baita si riscalda rapidamente. Un colpo di fortuna: troviamo su una mensola una busta di minestra liofilizzata di verdure e una scatola di funghi, per cui
anche la cena è rimediata! Sciogliamo la neve nelle padelle e via. Nel frattempo la temperatura nel bivacco è da sauna finlandese e la notte trascorrerà tranquilla senza patire alcun freddo. Anzi ci alziamo per fare delle foto alla baita dall’esterno, troppo bello!
Buona notte! (foto LS)
All'interno del confortevole bivacco studiamo il piano di battaglia per l'indomani; esterno con la volta stellata
Al mattino ci alziamo vergognosamente tardi e affrontiamo il non semplice rientro. Un po’ a memoria e un po’ col gps del cello, sul quale avevo scaricato la traccia fatta in precedenza, trovo lo
stradello militare sepolto sotto la neve e praticamente invisibile, che collegava il villaggio militare di Buse dell’Oro con Malga Colbricon.
Risveglio, il cielo è un po' nuvoloso ma ancora bello: ora dobbiamo trovare la via del rientro in neve fresca
La vasta piana a Buse dell'Oro
Le molte radure mettono a dura prova l’orientamento, per la quasi assoluta mancanza di indicazioni. Il sentiero sotto la neve, scopriamo, segue il confine della particella boschiva contrassegnata da qualche segno azzurro sugli alberi. Con un po’ di attenzione (il bosco è abbastanza complicato, quasi pianggiante in alto ma con un “piede” che precipita a verso valle) riusciamo a
raggiungere Malga Colbricon m 1830 senza grosse difficoltà. Vista la giornata ancora bella e soleggiata, decidiamo di raggiungere i
Laghi di Colbricon 1925 risalendo l’
omonimo passo a quota 1912.
Dopo aver raggiunto Malga Colbricon, in marcia verso il Passo Colbricon e ai Laghi omonimi
La dorsale rocciosa del Piccolo Colbricon vista dai pressi dei laghi
Eccoci al Rifugio Colbricon con la Cavallazza sullo sfondo
Lago Colbricon superiore, sullo sfondo a dx Cima Bocche e Cima Juribrutto
Una breve sosta al rifugio e poi c’è da decidere il rientro: andiamo col sentiero facile fino a Malga Rolle o tentiamo di scendere dal bosco? Siamo noi amanti della vita comoda o ravanatori seri? Decidiamo per il bosco. Scendiamo fino al
Lago di Colbricon inferiore dove però le tracce si interrompono.
Lago Colbricon inferiore
Ultimo sguardo al Colbricon Est e Piccolo Colbricon prima di scendere a valle
Proseguiamo “a panza” in un vasto labirinto di vallette e radure dove non è semplice districarsi, sempre comunque in scorci fatati di paesaggi canadesi. Poi con un traversone in leggera discesa verso ovest nel bosco, raggiungiamo la strada forestale, con la quale rientriamo alla macchina senza danni.
Nel labirinto di vallette, scendendo verso valle
Giro meraviglioso con bivacco da sogno, difficoltà tecniche modeste salvo per l’orientamento piuttosto impegnativo e articolato. 1° giorno: sviluppo 9 km, dislivello m 950; 2° giorno: sviluppo 9 km, dislivello m 150.
Lo spettacolare panorama dal Piccolo Colbricon m 2510: a sx le Pale di S Martino, al centro e a dx la catena del Lagorai nordorientale
Il percorso: rosso=salita il primo giorno, verde=discesa il secondo