confermo quanto dice smit. Secondo me sono PESSIMI. O meglio funzionano (se si sa sciare altrimenti sei sempre col culo per terra) su nevi compatte, ma appena trovi neve fresca sono un disastro.
Qui c'è una vecchissima recensione (2001 o giu di lì) che avevo fatto degli sci corti "kong"
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PROVATI PER VOI I NUOVI SCI KONG
Rapido test materiali giovedi' 16 dicembre. L'occasione e' stata offerta dai nuovissimi KONG di Edo, che ha cacciato quasi 600 mila lire per diventare -crediamo- uno dei primi (e infelici) possessori nel Trentino Alto Adige di questi speciali attrezzi.
Come forse non tutti sanno, parliamo di quei speciali sci ultracorti -95 cm!- dotati di pelli, calzabili con sarpone da sci o scarpone ramponabile, che nelle intenzioni del costruttore dovrebbero essere un'alternativa allo sci da sci-alpinismo e alle ciaspole.
Premettiamo di non aver potuto provare a fondo gli attrezzi per via del tempo inclemente, tuttavia qualche utile considerazione pensiamo di poterla fare.
Come il Ghezzer -eterno rompicoglioni- aveva fatto subito notare, lo sci e' troppo corto per un uso "serio" in fuoripista. Il che suggerisce la seconda considerazione, o meglio, la domanda: a quale uso e' destinato questo tipo di sci?
Se si propone come alternativa nello sci escursionismo ai normali attrezzi (ciaspole, sci da fondo e sci-alpinismo) non sembra - a prima vista- un'alternativa soddisfacente.
Come detto, la misura eccessivamente corta rende assai problematico il controllo, anche a sciatori esperti. Questo difetto e' evidente anche in salita, perche' in caso di neve alta lo sci sprofonda inesorabilmente.
Abbiamo visto "l"assurdo" del Moscone Bianco che, coi suoi scietti da fondo, andava via leggera leggera (be', si fa per dire) sullo stesso manto sul quale Edo arrancava sfondando la neve ad ogni passo. Impossibile pensare quindi di affrontare una sci-alpinistica seria con attrezzi del genere.
Se invece questi ultimi servono solo per brevi escursioni su fondo compatto (esempio neve fresca con sottofondo duro, neve primaverile "firn" eccetera) allora ci sembra che questi due aggeggi potrebbero essere anche molto divertenti (sapendo sciare decentemente comunque, altrimenti ciao).
In tutti gli altri casi la discesa -a parer nostro- e' problematica, specie su nevi crostose, sventate ecc. Con degli sci di neppure un metro sono praticamente impossibili quelle operazioni tipiche del buon sci alpinista, che si destreggia ammortizzando il terreno con spostamenti di peso sulle code o sulle punte, sullo sci a valle o su quello a monte. Con sci cosi' corti vuol dire andare con la faccia (o il culo) nella neve ogni volta.
A meno di non scendere con la [orrenda] tecnica del peso tutto sui talloni, e sperare di non pigliare una cunetta, un dosso, un po' di neve "impaccata". In ogni caso e' meglio dimenticarsi la tecnica classica, quella che ti permette (sapendoci fare:) la bella ed elegante serpentina in neve fresca... Si dovra' adottare quella piu' prosaica cosiddetta alla "viva il parroco".
Insomma, ricapitolando: l'idea dello sci ibrido, o dell'attezzo alternativo a ciaspole o sci da sci-alpinismo in se' ci sembra valida, ma siamo ancora lontani dall'optimum.
Noi riteniamo che la misura ideale sia di circa 1,20-1,40. Note negative per l'attacco, che ha la tendenza all'allentamento delle viti: queste hanno il dado di fissaggio libero, per cui se si allenta addio. Da ultimo, gli scarponi: il costruttore parla di scarponi "ramponabili", ma non tutti i tipi sono adatti. Se lo scarpone e' troppo morbido tende ad uscire dall'attacco.