Schliverai Spitz
Venerdì 14 danno uno spiraglio di tempo passabile, quindi decido per fare una sgambata, obbiettivo il
Rujoch 2415. Mèta fatta e strafatta millanta volte ma sempre bella. Dal
Passo Redebus 1450 prendo la forestale verso SE e quindi la diramazione per
sentiero 462,13 che mi porta al
Passo Polpen m 1939.
Le nuvolaglie avvolgono le montagne verso il Gronlait
Lemperpech, sullo sfondo tra le nuvole il M. Costalta
Di qui prendo il
costone ripido a est e quindi la bella e aerea dorsale che mi porta senza difficoltà prima all’
Uomo Vecchio 2233 e quindi alla cima del
Rujoch 2415. Negli ultimi metri pestolo la prima neve della stagione: poca roba, 10 cm al massimo e solo in alcuni tratti riparati. Il tempo non è proprio il massimo, nonostante le previsione di Meteotrentino che parlava di tempo “prevalentemente soleggiato specie in montagna”. Invece ci sono nuvolaglie ovunque e una cappa consistente di nuvole su tutto l’orizzonte. Però sono salito in maniche di camicia e non è per nulla freddo. In vetta un po’ d’aria consiglia di indossare una giacchetta leggera.
Veduta verso Monte Conca (a sx) e Sette Selle
Uomo Vecchio
Eccomi in vetta al Rujoch, tra le nebbie lo Schilverai Spitz
Dallo Schliverai Spitz la dorsale che scende verso il Rif. Tonini
Impronte a quota 2400: cane solitario?
Non ho deciso il ritorno: potrei scendere verso Stramaiolo, oppure sul versante opposto verso Val dei Mocheni ma decido invece di proseguire per la cima dello
Schliverai Spitz di 2432, il punto più alto dell’escursione. Scendere verso il rif. Tonini? Troppo corta. Decido quindi di scendere a
Passo Val Mattio 2310 e percorrere la
dorsale che scende verso Passo Cagnon 2121.
Discesa verso Passo Val Mattio
Il M. Fregasoga tra le nebbie
Qui ho modo di rivedere i numerosi resti di
baraccamenti della Grande Guerra sopra la “Busa del Carl”. Si possono vedere anche i resti di una stufa con la data incisa nel cemento: "1916 6/1"
Trincerone con vista sul M. Croce a sx
Dorsale verso Passo Cagnon coi resti dei baraccamenti militari; il sentiero verso Passo Cagnon
Resti della stufa nel baraccamento austriaco; si legge la data 1916 6/1
Discesa verso Passo Cagnon, con il Monte Conca interessato da evidenti erosioni
Ziolera emerge in lontananza tra le nebbie
Avrei una mazza idea di proseguire per la vetta del Monte Croce ma il tempo pare davvero inclemente ed è inutile intestardirsi. Al Passo Cagnon vedo sopra Campiò il
Laghetto di Pinello 2017: siccome non l’ho mai visto da vicino, decido di andare a vederlo perché l’ora non è tarda e ho tutto il tempo. Per una traccetta esile che scende in costa con alcuni tratti un po’ rognosi ed esposti, arrivo in un magnifico valloncello dove gorgoglia un piccolo rio che esce da una sorgente. Aggiro delle mugaie e perdendo un po’ di quota arrivo allo specchio d’acqua del
Laghetto Pinello a quota 2017, un luogo davvero incantevole.
Discesa per il valloncello verso il Laghetto di Pinello, sullo sfondo a sx il Monte Croce
Laghetto di Pinello
Peccato che in zona sembra sia caduto un asteroide: la vegetazione (specie i rododendri) è stata tagliata e ci sono distese di rami secchi che rendono i dintorni della lande abbastanza desolati: tutto questo per favorire il ritorno dei tetraonidi, dicono. Mah! Intanto il paesaggio è stato rovinato.
I dintorni del laghetto di Pinello con la vegetazione tagliata
La sosta panino in questo bellissimo valloncello con vista su M. Croce e C. Bolenga
Discesa da Passo Cagnon, con veduta verso il Gronlait avvolto dalle nuvole
Vecchia croce in memoria
Faccio una sosta panino in riva al torrentello e quindi riparto, riguadagno il Passo Cagnon e inizio la
discesa per il sentiero 314. Quando intercetto la
forestale, la seguo verso ovest passando per
Pruner,
Moas, quindi con un lungo traversone in leggera salita ritorno sotto passo Polpen.
Scendendo verso Val dei Mocheni, vista sulla Cima di Cavé
Muschio
Vista sul Gronlait
Quindi
aggiro a sud il M. Crossone e con un bel sentiero che cala gradualmente ritorno a Passo Redebus.
Bel giro panoramico tutto sommato facile, anche se oggi il tempo non era proprio il massimo, pareva di essere in Islanda
. Consigliato senza dubbio, specie col bel tempo, per i paesaggi grandiosi. Sviluppo 19 km, disl. 1100.
Il percorso