Panorama dalla Vetta del Monte Cogne m 2172Inizialmente ero partito con l’idea di fare il
Fregasoga 2452, oppure il
Monte Croce m 2490 partendo da
Brusago. Ho subito scartato gli sci, mi avrebbero aiutato sicuramente in alto nella salita o ma la discesa sarebbe stata un disastro per le condizioni attuali di innevamento (spalleggiamento per chilometri, cava e metti continuo). Sono partito quindi con rampocelli, ramponi e ciaspole! I ramponcelli sono tornati subito utili per risalire la forestale ghiacciata. Ci sono parecchi tratti sassosi, nel bosco neve non ce n’è, sulla strada delle rodane di jeep aiutano a salire senza sprofondare. Dopo qualche km metto finalmente le ciaspole. C’è una vecchia traccia e salgo abbastanza bene sulla poca neve rimasta. Sotto Malga
Fregasoga 1703 la traccia “grossa” scompare (o sono andati alla malga o hanno fatto dietrofront) e resta una tracciotta esile che non è sufficiente a evitare i soliti fastidiosi sprofondamenti laterali nella neve marcia.
In vista di
Malga Caserine 1910 scompare anche quella e iniziano i dolori. Procedendo nella neve intonsa, si sprofonda inesorabilmente oltre mezzo metro nella neve pesantissima, subito una fatica boia! Si procede facendo una serie di profonde buche da cui è difficile perfino tirar su il piede. C’è una crosta superficiale che cede subito appena si carica il passo e la ciaspola va giù mezzo metro, e in certi tratti anche 70 cm. Capisco subito che il
Passo Scalet 2212 in quelle condizioni, per poi salire al Croce, è irraggiungibile. Insisto per raggiungere il Passo Fregasoga 2219 che, essendo esposto verso sud, dovrebbe essere nei miei calcoli meno innevato e forse con neve più compatta. Pia illusione.
Raggiungo faticosissimamente
la tabella del sentiero a m 1905 per Passo Fregasoga, poco sopra Malga Casarine, ma qui getto la spugna, una fatica bestia! Per un fare questo ultimo km ho perso un sacco di tempo. Proseguire sarebbe una inutile follia. Decido di rinunciare. Con le pive nel sacco me ne ritorno mestamente verso valle. 800 metri di dislivello fatto per i frati. Pazienza.
Poco sopra Malga Fregasoga però a m 1700 però adocchio un sentiero che va verso passo Mirafiori e Malga Vasoni Alta. C’è anche una traccia che ha compattato un po’ il manto. Detto fatto, decido di andare a Malga Vasoni Alta. E’ un lungo traversone, abbastanza faticoso con parecchi sprofondamenti o scivolamenti a valle. Costeggio il Fregasoga a mezzacosta traversando gli impervi valloni deserti. Arrivato alla
Malga Vasoni Alta 1972 faccio una sosta per prendere fiato, e mi dico che, tutto sommato, arrivato a questo punto potrei fare almeno
Cima Cogne che sta lì sopra. Mi rimetto in marcia. Tutto bene fino a Passo Mirafiori poi anche qui la traccia scompare e inizia una penosa salita verso la cima, cercando di sfruttare le esili e vecchie tracce di qualcuno in sci. Chiaramente inutili, la dannata ciaspola sprofonda anche qui e bisogna stare molto attenti a non prendersi una storta nei traversi. Verso le 15.30 raggiungo finalmente la cima del
Monte Cogne m 2171. Sono molto contento. Guardo il Fregasoga che sta lì di fronte imponente, e mi dico che ho fatto bene a rinunciare: la discesa sul lato est che avevo in mente sarebbe stata molto lunga e impegnativa: il versante è stato spazzato dal vento ma sicuramente in ogni valloncello, in ogni buca avrei trovato neve fonda. Meglio così!
Alle 16 inizio la discesa, tornato in breve a Malga Vasoni Alta levo finalmente le stramaledette ciaspole e metto i ramponcelli, una vera benedizione scendendo sul sentiero con frequenti tratti ghiacciati. Dopo una lunga discesa, senza problemi, arrivo all’auto all’imbrunire con gli scarponi fradici. Alla fine della giornata saranno 1300 metri di dislivello, sviluppo quasi 17 km.
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