In vetta a cima Lasteati, sullo sfondo il Cengello
Prima uscita prettamente invernale in
zona Lagorai - Rava. Neve però non ce n’è a sufficienza per gli sci quindi parto con ciaspole e ramponcelli, poi sul posto si vedrà. Risalgo la
Val Campelle e parcheggio al solito
Ponte Conseria 1466. La neve è continua solo dai 1900 m in su. L’idea è di fare un giro fino ai laghetti di Lasteati, se ci sono condizioni favorevoli forse anche la cima, chissà. Per il
sentiero 326 raggiungo rapidamente
Malga Conseria 1821, dove valuto il da farsi. Da qui avrei diverse possibilità: Col della Palazzina, Col di S. Giovanni e Cima Socede, la più semplice.
Malga Conseria
Cima Lasteati a sx, Cengello a dx
Malga Conseria dall'alto
Malga Conseria; simpatica "bicicletta" appesa alla porta
L’occhio però è attratto inesorabilmente e irriesistibilmente da
Cima Lasteati, che appare bella carica di neve. Decido di andare almeno fino ai laghi, poi si vedrà. Dall’
ex cimitero militare sopra la Malga, in direzione del Passo Cinque Croci, calzo le ciaspole e prendo la
deviazione L36 verso il Lago Cengello.
Verso Passo Cinque Croci, al centro il Col di S. Giovanni
Faccio qualche km ma non trovo la solita traccia che sale ai Lasteati. Torno indietro un po’, quindi decido di abbandonare il sentiero tagliando su per il bosco rado, cercando di indovinare il passaggio meno ostico verso i laghi. Ci sono già 25-30 cm di farinone piuttosto pesante e assai faticoso sul ripido perché si scivola indietro. Non ce la farò mai fino alla cima, penso tra me.
Salendo ai Laghi Lasteati, rivolgo indietro lo sguardo verso la Catena del Lagorai
Arrivo al
primo lago a quota 2070, una meraviglia assoluta che purtroppo le foto riescono a rendere solo in parte! E’ ancora senza neve ma completamente ghiacciato. Il sole splende, la giornata è calda, salgo addirittura in camicia. Decido di proseguire per andare a vedere il
secondo laghetto più in alto, a quota 2170. Il paesaggio è fantastico tra le dolci colline innevate. Sono obbligato però a un percorso piuttosto tortuoso per salire senza infognarsi nel dedalo di piccole vallette, salti di roccia o tratti più ripidi.
Eccomi al primo lago! Sullo sfondo Cima Lasteati
Cima D'Asta emerge dall'orizzonte
Catena del Lagorai
Salita in un paesaggio fiabesco, sullo sfondo la Catena del Lagorai
La marcia è molto faticosa, non è passato nessuno e devo
batter traccia in 30 cm di neve, che cambia spesso consistenza a seconda dell’esposizione: farinone a nord, gessosa o crostosa a sud. Arrivo al laghetto proprio sotto la parete ovest del Lasteati, a quota 2170. Qui cerco di studiare attentamente il percorso di salita, che appare molto laborioso.
Scarto subito la via classica di salita per il valloncello più diretto, che in salite precedenti ricordavo con tratti piuttosto ripidi, specie il tratto finale alla cima che potrebbe anche essere pericoloso per valanghe, anche se in teoria la situazione dovrebbe non essere preoccupante.
La parete ovest di Cima Lasteati, salgo per la dorsale a sx
Salendo a Cima Lasteati, il panorama verso nord
Decido quindi di risalire per la dorsale che parte a est del laghetto, la cui salita sembra molto “articolata” ma mai troppo ripida. L’ora non è tarda, è caldo e ho tutto il tempo, quindi rompo gli indugi e decido di tentare la cima. Con calma e molti tortuosi zig zag aggiro i molti saltini di roccia, valloncelli vari, cercando di salire sempre con pendenza costante. Alcuni brevi passaggi ripidi mi fanno un po’ penare, il farinone in salita non tiene e si scivola: peggio ancora sui traversi dove le ciaspole sono al limite.
Eccomi al famoso trincerone, pieno di neve; "Stol" della Grande Guerra poco sotto la cima
Faccio una fatica boia: a tre quarti della salita a un certo punto arrivano addirittura accenni di crampi, che non avevo da anni! Per fortuna passano subito e riprendo la salita: arrivo finalmente al famoso trincerone poco sotto la cima, che è pieno di neve, poi affronto un ultimo tratto ripido con lastroni di neve ghiacciata. Quindi con un ultimo strappo raggiungo il crinale nord su neve dura e finalmente arrivo in cima al
Lasteati 2414! La fatica scompare come per incanto, il panorama è grandioso, magnifico, visto altre volte da qui in estate e inverno, ma si resta sempre senza fiato ogni volta.
In vetta!
Si vede tutta la
Catena del Lagorai verso nord, a est giganteggia il massiccio di
Cima d’Asta; sotto, il piccolo
altopiano dei Lasteati punteggiato di laghetti. Faccio le solite foto di rito e mi godo il panorama strepitoso, riscaldato dal bel tepore del sole, incredibile per essere fine novembre. Osservo i resti evidenti dei trinceramenti che corrono lungo i crinali: impressionante pensare ai soldati che vivevano quassù anche in inverno, rintanati come topi nelle caverne, in misere baracche e nelle trincee.
Il massiccio di Cima d'Asta
Il crinale di Cima Lastetati e Cima Cengello
Cima Lasteati
Panoramica dalla cima
Arriva purtroppo l’ora di scendere, lascio perdere subito l’idea di scendere per la “diretta” (troppo ripido il tratto iniziale), quindi ritorno sui miei passi seguendo il sicuro itinerario di salita. Faccio un volo sul tratto ghiacciato del crinale nord ma poca roba, mi fermo senza danni in scivolata nel trincerone.
Trinceramenti poco sotto la cima sul versante nord
Scendo velocemente in questo paesaggio fiabesco alla luce del tramonto fino al termine della parete. Decido di andare a vedere il
terzo laghetto a quota 2111 ne pressi del
Passo dei Lasteati. Gironzolo un po’ in queste lande fantastiche, faccio un po’ di foto poi il sole tramonta e quindi affretto la discesa.
Itinerario di salita e discesa
Ultime luci del tramonto
Ritorno al primo laghetto, giusto in tempo per l'ultima foto prima che calino le tenebre
Stavolta seguo la traccia che con un traversone mi porta direttamente nei pressi dell’ex cimitero militare incontrato all’andata.
Calo rapidamente a Malga Conseria ormai quasi al buio, dove levo le maledette ciaspole (che scomode!), quindi scendo alla luce della frontale fino a Ponte Conseria. Giro fantastico, posti magnifici, ultra-consigliato. Ora che c’è la traccia è anche più semplice salire fino alla cima, prima che venga altra neve
Sviluppo 13.5 km, dislivello 1000 metri.