In vetta a Cima NassereCon l’innevamento attuale piuttosto disastrato, pochissima neve in basso, in alto poca, sventata, crostosa e ghiacciata, non è facile scegliere un itinerario decente. Troppo poca neve insomma per andare con gli sci, a meno di non spingersi in alta quota, restano i percorsi a quote medie, da fare inevitabilmente a piedi o con le dannate ciaspole.
Malga Conseria ormai senza neve, sullo sfondo il Col della Palazzina e il Col di S. GiovanniCima Caldenave, a dx Forcella Ravetta, in basso Malga CaldenaveDopo vari rimuginamenti su mappe, google earth, ragionando su versanti, esposizioni, bollettini valanghe eccetera, decido di provare a fare
Cima Nassere 2253, in
Val Campelle. Cima conosciuta per averla fatta svariate volte in estate, ma mai inverno. Dopo un’epica lotta con la pigrizia parto tardissimo da casa: attrezzato con ramponcini, ciaspole, Arva, pala e sonda. Arrivo a
Ponte Conseria 1468 alle 11 (vergogna).
Prendo la forestale per l’Aia del Buso, calzo subito i ramponcelli per via dei tratti ghiacciati e neve gelata. Poco prima dell’Aia del Buso devio a SO per la forstale che con lunghissimo traversone mi porta fino al bel
Bivacco Malga Nassere 1763.
Bivacco Malga NassereBivacco Malga Nassere, sullo sfondo Monte Setole e Monte ValpianaOra mi attende il famigerato
canalone lungo il sentiero Nomadi, l’ho fatto sempre in discesa e me lo ricordo bello ripido. E’ il classico canalone da valanghe, come testimonia la rada vegetazione spesso “coricata” o sradicata. Il canalone è abbastanza innevato ma non sembra pericoloso. Accendo comunque l’Arva a scanso di equivoci. Provo ad andare su a piedi seguendo delle tracce ma si sprofonda. Via i ramponcelli e alè di ciaspole. Il pendio è arato da numerose vecchie tracce di sci, che però non sono portanti. Cerco con difficoltà di seguire tracce di ciaspolari in salita, dove la traccia tiene meglio. Appena si esce dalla traccia però si sprofonda inesorabilmente anche con le ciaspole in fastidiosi crostoni.
Il canalone col sentiero NomadiCi si alza di quota, sullo sfondo la Val MontalonDopo aver guadagnato faticosamente 100 metri mi accorgo di non avere più la macchina fotografica
(( Lascio lo zaino e scendo a cercarla: o si è staccata dalla tracolla o l’ho lasciata dove ho fatto il cambio ciaspole. Perlustro meticolosamente la via di salita senza trovare nulla. Infatti la macchina è giusto in fondo dove mi sono fermato. Ritorno su a riprendere lo zaino e riprendo la salita, piuttosto laboriosa perché cerco di sfruttare le vecchie tracce portanti per non sprofondare. Man mano che salgo la situazione si complica, c’è almeno mezzo metro di neve e il pendio che sale verso il Croz di Conseria si fa sempre più ripido. Non mi piace. Non riesco neanche a trovare il
sentiero che taglia verso il Lago Nassere che avrei voluto seguire, e che comunque attraverserebbe un costone che non mi garba per nulla.
I costoni verso Cima Nassere si fanno sempre più ripidiDorsale SO di cima Nassere e sullo sfondo Cima CaldenaveProvo a salire fino ad una bella conca, Cima Nassere è lì sopra a soli 150 m di dislivello, ma c’è un “ertone” che mi ispira poca fiducia. Mi sa che stavolta rinuncio... Mentre valuto la situazione per decidere il da farsi vedo una traccia sulla sx che sale verso la dorsale ovest del
Croz di Conseria. Da come sale capisco che chi ha tracciato sapeva il fatto suo, probabilmente seguiva un vecchio camminamento militare che conosceva, anche se ora con la neve non è visibile. Decido di provare a seguirla. Con traversoni e zig zag nel bosco rado su un costone a sud, quindi con poca neve e ben “cementata”, guadagno abbastanza facilmente quota. Esco dal bosco per ripidi pendii e scavalcando un muraglione di neve sventata ma compatta come il cemento, sbuco finalmente sulla cima del
Croz di Conseria m 2156.
In vetta al Croz di ConseriaDal Croz di Conseria: a sx il Cengello, al centro la cresta che sale a Cima NassereCroz di Conseria 2156Grandioso lo spettacolo quando mi affaccio sulla cresta verso Passo Cinque Croci. Guardo ora la cresta per arrivare a Cima Nassere, piuttosto movimentata e in certi tratti anche affilata. Mi sa che rinuncio sul serio stavolta... Poi invece, esplorando con calma la cresta, mi accorgo che non è così tremenda come sembrava in un primo momento.
Vista su ConseriaCima Nassere versante ovestLa conca coi resti dell'avamposto militare della 1a Guerra Mondiale nei pressi della Cima di Croz di ConseriaCammino sul filo di cresta largo in certi tratti circa un metro e mezzo, il lato sud è neve-cemento durissima, sul lato nord invece si sprofonda tranquillamente oltre mezzo metro. Ma poi è abbastanza larga da passare tirando il fiato. Ormai sono a buon punto, decido di tentare la cima.
La cresta verso Cima NassereCima Lasteati e Cima Cengello dalla crestaAvanzo lentamente e con prudenza, presso una selletta in una piccola conca c’è un
avamposto militare della 1 guerra Mondiale, con resti di casematte e muri. Da lì in avanti la cresta si allarga e si procede abbastanza bene senza troppe difficoltà, la neve è dura e porta abbastanza bene, basta stare attenti a non scivolare per non volare di sotto. Inaspettatamente sbucano in cresta due scialpinisti (lui e lei) che sono saliti da nord, non conoscono bene la zona e mi chiedono istruzioni. Li ragguaglio sulle possibili vie di discesa. La ragazza mi pare vagamente preoccupata. Sembrano intenzionati a scendere per il canalone. Gli dico che è senz’altro la via più sciabile ma di stare attenti. Io continuo la salita, poco sotto la cima mi fermo ad aspettare un po' che i due entrino nel canalone, per vedere che non succeda qualcosa. Tutto tranquillo, partono e poi spariscono dietro a un costone. Riprendo a salire, dopo aver superato alcuni tratti delicati dove la cresta è piuttosto stretta, dopo una rampa finale abbastanza facile arrivo finalmente a
Cima Nassere 2253. Dei pali di legno della 1a Guerra Mondiale segnano il punto più alto.
Quasi in vetta, riguardo la cresta appena percorsa dal Croz di ConseriaCima NassereTombola Nera, forcella Busa Todesche e Cima Buse TodescheCima NassereDa Cima Nassere guardando verso ConseriaUno spettacolo grandioso si apre sulle cime intorno e ripaga tutte le difficoltà: solo un’ora prima non avrei scommesso un soldo di poter arrivare sulla cima. Di fronte a NE
Cima Lasteati e il
Cengello. A sud svettano e risplendono alla luce del tramonto le cime
Tombola Nera e
Cima Buse Todesche. A nord la
Catena del Lagorai. Verso sud il poderoso profilo di Cima Caldenave, salita qualche mese fa. Non c’è in giro nessuno. Non ci sono tracce recenti.
Cima delle Buse Todesche, Cima Orsera, Cima Caldenave Cima Nassere, guardando verso la Catena del LagoraiLa discesa verso Lago Infernetto (in basso a sx) e Laghi InfernoUltima foto su Cima NassereDopo una breve sosta per bere un po’ di tè e fare qualche foto, devo decidere da che parte scendere. Vedo sotto di me li
Lago Nassere con delle tracce, potrei scendere di là ma rientrare dal canalone Nomadi non mi attira. Potrei scendere ai
Laghetti Inferno e poi a
Caldenave, ma poi dovrei tornare su a piedi fino a Ponte Conseria per recuperare la macchina. Ho deciso: scendo dal
Lago Cengello. La discesa da Cima Nassere sul versante est me la ricordavo molto ripida e infatti così è. Meglio non rischiare e scendere per il
facile costone sud, dove trovo dei paletti del sentiero, quindi svolto decisamente verso est e raggiungo il
piccolo baito-bivacco.
Il piccolo baito bivacco sotto Cima NassereAppena si arriva sul piano si sfonda mezzo metro nella neve fresca. Molto faticoso ma il paesaggio è bellissimo e deserto, sembra di essere in Canada. Non un’anima viva intorno, è fantastico! Batto faticosamente la traccia, passo sopra al
Lago Infernetto e mi dirigo risalendo verso la
forcelletta a est di Monte Conseria.
La traccia dal baito passo sopra Lago Infernetto, salendo verso la forcelletta per le Buse TodescheCol della Palazzina, Col di S. Giovanni, Cima SocedeUltimo sole verso il Lago Inferntto prima di scendere, dalla parte opposta, verso le Buse TodescheMi godo gli ultimi raggi di sole. Che paesaggio meraviglioso! Quindi cerco l’imbocco di un canalino per scendere verso le spianate delle
Buse Todesche. Sui versanti nord si sprofonda di brutto, anche se qua e là si trovano lastroni di neve compattati dal vento. Trovo il canalino, da cui mi tolgo rapidamente, e calo con zig zag alle Buse Todesche. Ormai è l’imbrunire, c’è una luce strana, piatta, mi dirigo ora verso il Lago Cengello. Per fortuna sono posti che conosco a memoria e potrei fare quasi a occhi chiusi.
Scendendo dalle Buse Todesche al lago Cengello: ultimi raggi di sole all'orizzonteLa marcia è abbastanza faticosa con continui e noiosi sprofondamenti. Per fortuna, come immaginavo, arrivato al
Lago Cengello 1991 e al bellissimo Baito Cengello la traccia diventa ben battuta, per cui posso addirittura togliere le ciaspole per indossare i ramponcelli.
Baito Cengello, sullo sfondo la piramide del CengelloDal baito Cengello verso Cima Nassere vesante nordIl sentiero di rientro verso Malga Conseria, guardando verso il CengelloUltime luci del tramonto lungo il sentiero per ConseriaCon un lungo traversone arrivo a
Malga Conseria 1821 quando ormai è buio, accendo la pila frontale e affronto l’ultimo tratto di sentiero, abbastanza ghiacciato, scendendo per il bosco
fino all’Aia del Buso dove “chiudo l’anello”, per riprendere la strada forestale fatta all’andata fino alla macchina.
Sviluppo 17 km, disl. 800
Il percorso