Oggi nuova esplorazione della zona a nord dei crozzi d’Ezze con passaggio al baito delle Casarote. Approfittando del permesso di uno dei componenti, saliamo in macchina fino a Casa Bolenga da dove scendiamo ad attraversare il Maso sulla passerella. Tempo
spietatamente bello, dice Kobang. Nell’ombra fredda ma non gelida del versante nord camminiamo spediti lungo il bel sentiero che risale a larghi tornanti il bosco fino alla la radura delle Casarote in fondo alla quale ci attende il solitario baito.
La radura è chiusa ad ovest dal Col dei Boi mentre ad est corre la dorsale che scende verso nord dal Tornion del’Agnelessa. Al baito si accende una vivace discussione riguardo il divieto di praticare lo scialpinismo nell’oasi Valtrigona (argomento già trattato nel forum).
Proseguiamo la salita verso sud e superate alcune balze
siamo in vista dell’alta bocchetta di Cagnon,
punto di passaggio verso la val d’Ezze.
Dalla bocchetta, ove ci accarezza il primo sole della giornata, rimontiamo la cresta che verso ovest porta al punto culminante dei Crozi d’Ezze (2300 m.). La cresta è prima erbosa e larga
ma poi diventa rocciosa e in alcuni tratti della parte centrale piuttosto esposta. Verso sud (Ezze) partono dei ripidissimi pendii rivestiti di erba secchissima, occhio quindi in questi passaggi. A nord piombano nel vallon dei Boi pareti scoscese e uno stretto canale sassoso.
Superato il tratto più ostico, il largo, caotico ammasso di macigni porfirici (che ricorda la sommità del Sasso rotto) ci aiuta a raggiungere l’ometto di vetta.
Alcuni passaggi.
Il punto più alto dei crozi
Zoom dalla cima sul baito
Tentiamo una ricognizione per valutare se è possible proseguire in cresta completando la traversata e proseguiamo brevemente lungo la cresta, qui molto accidentata. I passaggi si fanno più arditi, si presentano paretine verticali per le quali è obbligo fare sicurezza (abbiamo con noi alcuni spezzoni di corda), i versanti a sud e a nord sono sempre più delicati da percorrere e per questo decidiamo – saggiamente – di tornare alla bocchetta di Cagnon.
Cresta veros ovest
Discesa alla bocchetta
Scendiamo verso nord e qui il gruppo si divide. In due scendiamo nel vallon dei Boi per un canalino erboso, lungo il quale numerose colate di ghiaccio obbligano a cambi di direzione. Gli altri salgono al doss dei Boi, che separa le due valli, dei Boi e della Caserote.
Noi caliamo rapidamente ad una radura pianeggiante e in un magnifico bosco silente arriviamo al torrente Maso, attraversato il quale giungiamo a Casa Bolenga. Poco dopo arriva anche il resto del gruppo.
I luoghi sono molto solitari e l’ombra che regna sovrana li rende anche più nascosti. Manca, è evidente, la bianca signora: il bosco è pronto per accoglierla, è in silenziosa ma fremente attesa, come lo siamo noi. Il grigio dei palldi larici stanchi e il tenue verde degli abeti risalta contro la luce della vette ove domina un sole beffardo e prepotente.
Quanto ancora dovremo attendere?