Vista sull'Altopiano di Piné da Cima Costalta, col Lago di Serraia. Sullo sfondo le Dolomiti di Brenta
Il
M. Costalta m 1955 è una magnifica montagna che domina l’
Altopiano di Piné, nel Lagorai occidentale. La sua ampia cima pianeggiante, che si raggiunge facilmente, è
uno dei punti panoramici più strepitosi del Trentino. Pur essendoci salito molte volte, ci torno sempre volentieri almeno 2/3 volte l’anno, in ogni stagione. Stavolta ho deciso di
salire per per la lunga dorsale sud che parte all'incirca da il
M. Calvo.
La prima parte della salita per strade forestali
Posteggio
poco sotto del Maso Calvo e parto da 1170 m di quota circa. Costalta è una selva quasi inestricabile di strade forestali, sentieri, stradine, tracce, spesso senza alcuna indicazione se non si seguono i sentieri ufficiali, per cui
l’orientamento è abbastanza impegnativo.
Tantissimi gli schianti nel bosco:(
Ma basta il gps del cellulare e la cartografia di OpenStreetMap (ottima in questa zona) scaricata tramite
Mytrails per destreggiarsi con discreta disinvoltura. Per strada forestale e poi per vago sentiero guadagno quota, intercettando varie forestali dove, tra parecchi schianti di alberi dove si passa a fatica, raggiungo, passando per il
Sass Sfendù, alla prima mèta, la
Cros de Mala 1583, con superbo panorama sulla
Val dei Mocheni. Poco sotto rivedo il
“Pin del Pero”, un bellissimo pino silvestre monumentale di 125 anni.
Il Pin del Pero, 125 anni
Riprendo la marcia rimontando in breve il
culmine della dorsale boscosa de La Brada 1560, quindi discendendo fino alla
sella “Bassa di Costalta” 1448. Arrivo quindi alla bellissima radura dei
Masi Stefani m 1446 dove scatto qualche foto e faccio una piccola sosta.
Eccomi alla Cros de Mala
La superba vista sulla Val dei Mocheni - Bersntol
La cima di Costalta, a sx, è ancora lontanissima. A dx svetta il Rujoch
Masi Stefani
Barometro artigianale
Bellissimi i vecchi masi Stefani in una splendida e soleggiata radura
Riprendo per strada forestale per qualche km poi per il
Sentiero del Bech fino al
poggio panoramico del Cadinel Bas m 1807, con vista spettacolare, non c'è una nuvola in cielo. Quindi raggiunta la sella affronto l’ultima rampa verso il
Cadinel Alt 1922. Neve praticamente non ce n’è, solo qualche chiazza. Mancano pochi metri alla cima ma decido di fare la sosta pranzo verso il
poggio panoramico a est, dove c’è un capitello dei cacciatori, che è senza neve e riparato dall’aria. La temperatura peraltro è assai mite, sono salito in camicia, sembrava di essere in primavera.
Vista verso Cima Sette Selle
Eccomi al Cadinel Bas, ultimo strappo facile verso la cima
Dal Cadinel Alto verso il Cadinel Bas
Lago di Serraia
Dal Cadinel Alt verso il Gronlait, in basso il basamento della vecchia teleferica della cava di porfido
Vista verso l'alta Val dei Mocheni - Bersntol
Sosta panini qui, non male no? Sullo sfondo Gronlait e Fravort
Dopo essermi rifocillato, poltrito e fatto qualche foto riparto per la
cima di Costalta m 1955, dove non c’è praticamente nessuno, solo un tizio che armeggia coi ramponcini. L’ora inizia a essere tarda, meglio iniziare a scendere perché
il rientro è molto lungo e tutto da decidere:
l’idea infatti è di fare un anello e rientrare più in basso sfruttando una delle tante forestali o sentieri.
Vista verso Sette Selle al centro
Eccomi in vetta, non c'è nessuno!
Veduta verso il Rujoch a sx, al centro Monte Conca e Sette Selle
Bon, inizio a scendere: calo di pochi metri sul versante nord per andare a prendere il sentiero 404. Sullo sfondo Fregasoga e Rujoch
Vista verso Bedollo
Ultimo sguardo a M. Cogne, Fregasoga e Rujoch prima di scendere dal versante ovest
Dalla cima scendo brevemente verso nord, dove il paesaggio cambia di botto: cammino su un lastrone di ghiaccio che poggia sulla neve alta una 30 di cm, quindi prendo il sentiero che con larghi zig zag, con tratti ghiacciati dove bisogna prestare attenzione per evitare scivoloni, mi porta giù alla
Casara m 1647, dove c’è un bivacco sempre aperto (senza letti).
Capitello scendendo per il bel sentiero 404
Eccomi alla Casara
Cimelio risalente all'epoca delle cave di porfido in quota
La magnifica vista sul Brenta dalla Casara
L’idea originaria era scendere ancora e rientrare con un sentiero militare ma l’ora tarda e
l’enorme numero di schianti di alberi osservati lungo la salita mi ha fatto decidere di rinunciare all’idea per rientrare per una più sicura strada forestale che parte al tornante subito sotto il bivacco. Così faccio, e con un
traversone in leggera salita ritorno sulla dorsale sud, percorrendo un tratto della stessa via dell’andata
fino alla Bassa di Costalta.
Rientro per forestale dal versante ovest
Qui causa il buio incombente ho qualche difficoltà a trovare il
sentiero che rientra sul versante ovest della Brada, per fortuna il gps del telefono mi viene in aiuto e trovo la stradella militare che mi porta in direzione del Monte Calvo.
Vista verso Cima Sette al tramonto
I numerosi schianti sul sentiero obbligano a noiosi scavalchi o laboriosi aggiramenti
Ultime luci su Gronalit e Fravort
Arriva il buio
Numerosi schianti mi obbligano a scavalchi noiosi e laboriosi, ho fatto bene a tornare da questa parte, probabilmente in basso la situazione è ancora più problematica. Devo ancora scendere di quota, interseco due forestali e poi
nel buio ormai pesto scendo quasi alla cieca confidando solo nel gps che mi fa tenere egregiamente la rotta, col solo aiuto della pila frontale.
Ormai è buio pesto, per fortuna il gps sul cellulare e l'app Mytral sono una bella sicurezza
Dopo un tratto di ravanage notturno senza traccia nella boscaglia, arrivo sulla forestale sottostante che mi riporta alla macchina sano e salvo
. Giro bellissimo e ultrapanoramico, senza difficoltà tecniche a parte l’orientamento assai laborioso. Sviluppo 18 km, dislivello 950 m.
Il percorso