Giornata dedicata alla ricerca di sentieri recuperati ed altri.....immaginati.
La meta è la Cima Bolenga,o meglio le cime perchè in realtà si tratta di due rilievi:quello "ufficiale che incombe sul Passo Cadin quota 2272m,mente la "Cima Sud" è di poco più bassa.
Tra loro corre una settile cresta posta sul fondo dell'intaglio che le separa.
Lasciamo dunque la macchina al parcheggio di Valtrighetta a 1440m e ci avviamo verso Malga Bolenga.
Solo piccoli tratti di asfalto sono velati di ghiaccio,per il resto terreno umido e temperatura fin troppo mite per il periodo....
Vogliamo intercettare il sentiero,o meglio traccia,che porta dalla strada di Calamento all'Aiona di Bolenga;sappiamo che è stato pulito e segnato da non molto,ma mancano indicazioni del punto di partenza che si trova in quota rispetto alla strada.
Nella foto si vede il punto dove tagliare su per il prato per intercettare la traccia nel bosco.
Abbiamo fortuna nell'indovinare il percorso più logico,infatti nel bosco troviamo un cartello e poi alcuni segni arancione.
Saliamo godendo di begli scorci sulla Valsugana e avendo come riferimento un risalto roccioso che copre la vista verso Cima Fornace.
Il tracciato si perde a tratti in un ambiente piuttosto selvaggio e molto frequentato da ungulati,a giudicare dalle tante tracce ed escrementi.
Usciamo alla fine dal bosco al cospetto della grandiosa prateria dell'Aiona di Bolenga;un tappeto di erba dorata incorniciata dal verde dei mughi con i contrafforti di Cima Bolenga a fare da sfondo.
Sulla destra si erge cima Fornace ed in mezzo la spianata del Passo di Bolenga che si affaccia sulla valle del rio Agnelesse.
La zona del passo ospita i ruderi di alloggi e trincee ed alzando lo sguardo si vede bene il sentiero 310 che va verso il Passo Cadin.
Indugiamo un poco in zona ed osserviamo molte orme di cervo nella neve,poi saliamo fino ad intercettare il sentiero 310 diretti verso ONO.
Cerchiamo l'imbocco del largo e ripido canale che vogliamo percorrere per raggiungere la Cima Bolenga "sud" ed eccolo che si stacca ampio e dritto sulla nostra destra.
La salita è faticosa per il terreno assolutamente instabile e le rocce e zoppe d'erba coperte dal leggero strato di neve,la tipica situazione di un passo avanti e mezzo indietro;ad ogni modo ne usciamo su un'esile forcelletta che offre la vista del Kreutz spitz in tutta la sua maestosità.
Sulla sinistra la via per la cima è bloccata da un risalto roccioso dall'apparenza piuttosto instabile per cui lo aggiro da nord fino ad piccolo spiazzo dove può sostare solo una persona.
Da qui un mezzo camino sale a strapiombo sul canale appena risalito.Riesco a percorrerne metà con qualche passagio un pò azzardato,ma il distacco di due grossi blocchi di roccia mi invita in modo perentorio a tornare sui miei passi,non senza difficoltà....
Provo un canale sul lato nord della costola rocciosa:è più protetto e salgo anche se gli appigli son tutti reversi;anche qui la roccia è pericolosamente marcia e la neve complica le cose.
La fedelissima Maya sale con me,mentre i due compagni mi dicono che da lì non intendono passare.
Con un poco di rammarico ridiscendo (sempre più brigoso come al solito) con la sensazione che mancasse poco ad uscire dalle rogne;pazienza,la prossima volta metterò un pò di corda nello zaino ad evitare problemi.
Affrontiamo dunque con cautela la discesa del canalone,un poco delicata in alto per l'erba seola coperta di neve,poi a salti da giaron fino al sentiero.
Riprendiamo la marcia verso Passo Cadin eper salire poi il pendio che ci porta sulla Cima Bolenga "nord".
Una volta su vedo bene il punto dove ho fatto dietrofront:ancora una ventina di metri ostici e poi sarei stato su terreno più praticabile.
La cima è panoramica e ci fermiamo ad ammirare le montagne attorno ed a fare le rituali foto,mentre per lo spuntino decidiamo di tornare in basso al riparo dalla fresca brezza.
Ormai si tratta di decidere dove proseguire il ravanage per la discesa.
Sulla via di ritorno saliamo la quota 2134 che ospita la riedificata "Baracchetta 1918"
Da quel piccolo nido d'aquila si vede Malga Cagnon ed un tratto di strada di Calamento verso Malga Bolenga.Decidiamo di improvvisare una discesa diretta nel bosco che scopriremo al limite della praticabilità:ripidissimo terreno infido,schianti antichi e recenti,salti di roccia poco visibili da sopra ed altre piacevolezze.Evidenti ed abbondanti le tracce degli ungulati,veri ed unici padroni di queste pendici selvagge dove non troviamo la minima traccia di passaggio umano.E' un bosco antico,sicuramente non praticato,dove il ciclo della natura procede inviolato.Discesa faticosa e piuttosto pericolosa,di sicuro da non consigliare,ma molto interessante sotto l'aspetto naturalistico,
Con un'ultimo tratto fra enormi accumuli di legname residuo di schianti e tagli senza ripulitura arriviamo ai prati lungo la strada,a nord di Malga Bolenga,infine per asfalto fino al parcheggio.
Qui le immagini della traccia su foto satellitare e su IGM
Una giornata intensa,il divertimento di cercare i percorsi in zone di solito non molto frequentate e la soddisfazione di vedere che anche le comunità delle valli hanno voglia di conservare la memoria di antichi e particolari percorsi.