Punto di partenza è il parcheggio vicino alla fermata dell'autobus nella frazione Campestrini di Torcegno. Attraversato il paese si imbocca il sentiero 381 di Spiado per Musiera e il monte Salubio. Sarebbe una comoda mulattiera che risale il versante con pendenza gradevole e con alcuni scorci panoramici sulla sottostante Valsugana, in particolare quello in località Arlé. Dico "sarebbe", perché una volta superati i masi più alti ci si imbatte ben presto nei primi schianti di Vaia. Le pur numerose piante sradicate non precludono del tutto la percorribilità del sentiero, a patto che si sia disposti a scavalcare o accucciarsi sotto i tronchi, oppure a abbandonare il tracciato per brevi tratti per aggirare i grovigli più contorti; le "deviazioni" laterali sono comunque battute e si riguadagna il sentiero facilmente e intuitivamente.
Dopo un tratto in bosco più fitto di pini, con meno schianti, il sentiero approda all’altopiano di Musiera con le sue distese di prati e le baite, da dove si possono ammirare alcune cime del gruppo di Rava come cima Primaluna e cima Ravetta.
Si prosegue in direzione del monte Salubio, passando a fianco del laghetto e dell’omonimo rifugio. Al limite dell’area prativa, appena ci si addentra nel bosco, si ripropone lo scenario di schianti. Qui la traccia da seguire è indicata da alcuni rami con punta verniciata di rosso provvisoriamente (e provvidenzialmente!) piantati nel terreno a mo’ di segnavia. La presenza di neve gelata e di tratti di ghiaccio vivo invita ben presto a sfoderare i ramponcini.
A poca distanza dalla cima del Salubio il bosco si fa più rado. Giunti a una sella che divide il Salubio e cima Castel Cucco, è possibile raggiungere la sommità del monte con brevissima deviazione dal sentiero principale. Dal Salubio si gode di una discreta vista verso val Calamento, Val Campelle, la Valsugana e soprattutto verso la meta della gita: il Ciste.
Il Castel Cucco è una cimetta completamente boscata che sta tra il Salubio e il Ciste. Il sentiero ufficiale costeggia tutto il versante del Castel Cucco rivolto verso la val Calamento e, una volta aggirato il monte, giunge alla forcella Lavoschio. Qui le tabelle, oltre alla cima Ciste, indicano anche l’imbocco del sentiero per la val d’Orna e Porchera, che tornerà utile per il rientro… Si prosegue l’ascesa per il Ciste, lungo un crinale punteggiato da larici.
Superato il limite del bosco l’ultima parte della salita è su neve compattissima e dura.
La val Campelle. Al centro, cima d'Asta.
Accanto alla croce si può ammirare un affascinante panorama a angolo giro.
Al centro cima di Valsolero e monte Ziolera (zona del Manghen). In basso, in ombra, la val Calamento.
Al centro in ultimo piano il Kraizspitz.
Corona dei monti della Val dei Mocheni: Sasso Rosso, Sasso Rotto, Sette selle, Cima d'Ezze, Cagnon...
Per il rientro si aprono alcune possibilità: rifare il percorso dell’andata, oppure scendere dai prati di Ciste in direzione Suerta. Le ombre della sera suggeriscono una terza opzione: rientro ai Campestrini da Porchera.
Si ridiscende il fianco del Ciste e il crinale di larici fino alla forcella Lavoschio e da lì si imbocca il sentiero per la val d’Orna e Cao de Lovo. Dopo alcuni zig zag nel bosco con i soliti, immancabili schianti di alberi, il sentiero si ricongiunge con la strada che sale dalle case di Porchera, strada bianca da principio e poi asfaltata, forse un po’ noiosa e stancante, ma che sicuramente non presenta particolari problematiche, anche in caso di rientri serali per osservare il tramonto….
Boschetto di pini cembri "mini" al cospetto del tramonto.
Prati di Ciste
Castel Cucco e Salubio