Si parte alla 5:30 dalla chiesetta del Pront, sulla strada per Refavaie. Risaliamo la lunga forestale della val Regana, immersa nell’ombra. Prima di giungere a Campo Regana di sopra, dove la valle si apre, un’immensa valanga, scesa dalla catena del col del Vento, ha cancellato il bosco: è quasi un colle nevoso che chiude la valle.
Nel bosco il peso della neve ha schiantato qua e là diverse piante.
In vista della forc. Regana,
si gira a destra (ovest),
per risalire il ripido pendio che conduce agli Orti di Regana.
Per sicurezza calziamo i rampant anche se la neve non è durissima e si lascia mordere dagli sci. Non sarebbe per niente piacevole scivolare a valle.
Ecco il sole: prima conseguenza zoccolo sotto le pelli. Arriviamo ad un’ampia conca, chiusa da un dosso,
e decidiamo di risalirlo. Dopo poche curve, lo zoccolo e la neve pesante ci consigliano di levare gli sci, spalleggiarli e procedere su diritti a piedi.
Questo tratto mi sfianca e pagherò poi. Giungiamo ad un’altra conca, semipianeggiante: è il Lasté dei Fiori, da dove cima d’Asta è visibile. Più a nord svetta la bella piramide della c. dei Diavoi.
Problemi “fisiologici” e mal di gambe mi obbligano ad una sosta. I miei compagni sono sulla pala finale e poi in vetta. Piano piano ci arrivo anch’io, con grande soddisfazione accompagnata da una buona dose di fatica.
Il panorama è immenso. Ecco ancora la vicinissima c. dei Diaoi.
La prima parte della discesa avviene sulla neve non bella della pala: ventata e a tratti dura. In fondo alla pala si gira a nord e con un traverso sotto alcune rocce arriviamo alla forc. dei Diaoi.
Questo il vallone che scende dalla forcella al Lastè dei Fiori
Qualche metro di risalita e percorriamo il tratto pianeggiante dell’ampia forcella. Poi una picchiata verso il lago del Bus, su polvere fredda tipica di un versante nord.
La direzione di massima è verso sx (ovest) per dossi e pendii. Poi vediamo dall’alto che scendendo così arriveremmo troppo bassi, praticamente sulla riva del lago (che ovviamente non si vede). Ecco allora un altro traverso, questo più delicato, sotto le rocce della c. dei Diaoi, alti sul lago, verso il quale piomba il ripido pendio.
Fatta la traversata, siamo alla testata del lago, ma ben più alti.
La discesa sotto cima d'Asta
Si ripella e affrontiamo il pendio
che porta all’inizio dello “scivolo rosa”, il lungo declivio granitico (in estate) che scende con forte pendenza verso nord, parallelo allo spigolo del Coronon. Sciata fantastica su neve vergine (e chi passa da queste parti???).
Da qui si vede bene il valangone del Cauriol
In fondo giriamo ad est e traversando su pendenze moderate, scendiamo progressivamente verso il Bus Nero e le Buse Belle,
calandoci anche in una bella valletta battuta da una vecchia slavina.
Il sole picchia, ora. Altro ripellaggio e ultima risalita alla fiabesca radura del Prà Bastiàn.
Da qui individuiamo nel bosco un valloncello ben sciabile lungo il quale raggiungiamo la forestale che porta al bivacco Sordo e prosegue – spinte – fino a ricongiungersi a quella della val Regana. In breve, con freno tirato, alla chiesetta del Pront, dopo 9 ore e mezzo di scialpinismo.