La Val Campelle è una mèta amata dagli scialpinisti per la varietà di itinerari che offre ed è quindi piuttosto frequentata. Anche qui però esistono angoli poco conosciuti dove potersi divertire in totale solitudine. La laterale Val Montalon è di fatto una zona quasi dimenticata in questa stagione per il fatto, a mio parere, del difficoltoso accesso boscoso.
Parcheggio dunque all'Hotel Sat Lagorai e mi incammino alle 7.30 sci ai piedi. La strada non è particolarmente innevata ma diverse lingue di neve concedono di proseguire senza fastidiosi "cava/metti". Superati i prati, il sentiero inizia a salire nel bosco in maniera non troppo ripida ma di certo non molto agevole, vista anche la scarsità di neve: il percorso è incassato tra le rocce e già penso a quanto sarà dura tornare da questa via. Di fatto la mia idea iniziale era di scendere dalle radure di Cima Costa (come da guida Navarini) ma la primavera ha già fatto il suo corso e la neve, sui versanti soleggiati, è un ricordo.
A metà di questo percorso obbligato incontro il corcefisso a quota 1656m
Continuo sempre in bosco erto e fitto fino a sbucare nella suggestiva piana della Val Montalon, un vero luogo idilliaco che già avevo visitato a Novembre
La suggestiva Pala del Becco domina la vallata e cattura lo sguardo ma la mia mèta, già visibile, si staglia sulla destra, meno evidente sebbene più alta.
Passo dunque il torrente ed inizio a tracciare (si fa per dire, la neve è marmorea) in direzione di Malga Costa di Sotto. Una volta all'altezza della malga, risalgo nel bosco sulla sinistra, individuando già la radura superiore
Passata la fascia di vegetazione inizia la parte più panoramica della salita. Si intravede più in alto il rudere di Malga Costa di Sopra.
Raggiunta la malga, inizio a traversare, in decisa salita, il pendio sovrastante in direzione nord-ovest. Alle mie spalle Malga Costa si allontana e il panorama si apre sulla nord del Setole.
Arrivo dunque ad una selletta dove inizio a vedere la bella sfilata delle guglie di Rava
Le grosse rocce attorno a me e gli evidenti scaricamenti da calore preannunciano l'ingresso nel canale sud. Inizio faticosamente a risalirlo utizzando i coltelli per via della neve ancora compatta.
Nell'ultima parte, dove il pendio s'impenna decisamente, metto gli sci in spalla e proseguo con l'aiuto della picca. Verso l'uscita devo spostarmi sulla sinsitra per evitare l'evidente accumulo da vento formatosi nella notte. Vinti gli ultimi metri sono alla selletta dove il panorama si apre su tutte le montagne a nord. La pala è totalmente sventata quindi abbandono gli sci per proseguire a piedi.
Infine sono sulla bella vetta dove posso gustarmi il favoloso panorama
Verso RavaCima d'Asta e Col di San GiovanniIl Setole e il gruppo di Cima DodiciRitorno sui miei passi ed inizio la sciata dalla selletta: dopo un primissimo tratto molto controllato per evitare l'accumulo, lascio liberi gli sci e mi godo lo splendido firn appena mollato, perfetto
. Sto attento ai sassi e cerco le linee più pulite per portarmi infine sul bordo destro del vallone. Vista la situazione ottimale decido di scendere il ripido pendio che sovrasta la Malga Montalon: anche qui la neve è perfetta, mollata il giusto e mi diverto come un matto a disegnare curve larghe e veloci. In breve arrivo alla Malga Montalon dove il divertimento continua su pendii dolci e ampi fino a raggiungere il capolinea ad una strettoia del torrente.
Malga MontalonVal MontalonCapolineaRisalgo di poco il pendio destro dove posso scattare una foto della bellissima discesa
Tagliando in maniera costante giungo al bosco dove inizia la vera parte "tecnica": la neve talvolta marmorea, talvolta crostosa, talvolta assente e spesso gobbuta mi costringe a sforzi disumani per controllare gli sci. In un punto in particolare il manto ingannevole cede sotto i miei piedi facendomi perdere l'equilibrio e quindi rotolare per un paio di metri giù nel bosco ripido. Finalmente quest'agonìa ha una fine e l'ultimo tratto, un pò polentoso, sui prati aperti è un piacere a confronto.
Per coronare la splendida giornata mi concedo un panino con la salsiccia all'Hotel Lagorai e una mezz'ora di relax sullo sdraio. Cosa volere di più?
Salita in verde, discesa in blu