Dopo impegni di lavoro e familiari, maltempo e altri contrattempi finalmente riesco a calzare gli sci. Scelgo una meta quasi inflazionata ma sicura, il dosso di Costalta (1955 m.). Perché non sia sempre la stessa solfa, salgo dal versante nord, per forestale prima e su sentiero poi che arriva alla larghissima sella a nord della cima. Sulla forestale la neve è ghiacciata e gli sci gracchiano infelici.
C'è una larga traccia di ciaspole che non disdegno. Nei tratti aperti la neve è tenera e ogni passo un dolce sibilo sale al cielo aperto tra le piante. Tutto è ben coperto, ma neve non ce n'è tantissima. Dai 1700 metri però la musica cambia: neve abbondante e anche bella. Termina la strada e comincia il sentiero
che attraversa il versante ovest della montagna, quello che guarda verso il lago delle Piazze. In alcuni punti il sentiero oltrepassa dei ripidi canali aperti. Avevo già notato altre volte questi punti potenzialmente pericolosi e confermo oggi la mia impressione di allora.
Poco sotto la sella si aprono vedute sulla valle. Qui il lago delle Piazze
Arrivo alla sella in ambiente canadese
e in una decina di minuti sono alla croce di vetta.
I panorami sono quelli classici ma un grigiore che va e viene disturba un po'.
Cogne, Fregasoga e Ruijoch
Mochental
Hoabonti, Gronlait, Fravort
Il lontano Brenta e il lago della Serraia, solo in parte ghiacciato... e siamo al 7 gennaio
Uno dei tanti ometti di vetta
L'attrezzatura
La discesa è piacevole soltanto fino alla sella, con qualche bel gihrigori tra i pezòti bassi. Il sentiero che scende alla malga Cambroncoi è un taboga di neve ghiacciata. Quindi freno a mano tirato, energico spazzaneve e solo nei tornanti curve in velocità. Sulla strada fino al passo va meglio. Si può scendere con più tranquillità e si può mollare. Bene così ugualmente, però.
Giovedì si replica!