Dopo l'ultimo giro ai Crozi d'Ezze Ezze avevamo deciso di completare i percorsi di cresta in quella zona e così ieri mattina ci troviamo al Ponte del Salton, in Val Calamento.
Una macchina per il rientro viene portata e lasciata a Casa Bolenga,incontrando qualche tratto di spesso ghiaccio sull'asfalto.
L'attesa di chi ha fatto il trasferimento dell'auto è piuttosto disagevole nella fredda e umida ombra del Ponte del Salton.
Riunito il gruppo si parte a bomba su per la val del Fregio fino circa all'altezza di Malga Sera.Qui abbandoniamo il sentiero e saliamo dritti nel bosco fino ad intercettare il ripido tracciato per la Val Meneghina;il caldo qui è già notevole ed ogni passo alza polvere dal terreno riarso.
La Val Meneghina è appartata e poco o niente frequentata,i suoi ampi pascoli a tratti molto erti accolgono i miseri ruderi della malga,dove sostiamo per un recupero dalla fin troppo veloce salita.
Dai ruderi puntiamo dritti al crinale che ci porterà sul M.Pastronezze,lasciando sulla destra la forcella che lo divide dal Col del Fregio.
Cielo terso all'infinito,zero brezza e caldo boia,ma in compenso i panorami ampi e luminosi sono di assoluta nitidezza:cima d'Asta e le Pale sembrano ad un passo e par di toccare la Ziolera mentre sostiamo sull'ampia sommità del Pastronezze.
Ruderi di Malga Meneghina
Verso il col del Fregio,con C.d'Asta e le Pale
Vista da C. Pastronezze
Da qui ha inizio il percorso di cresta che alterna tratti erbosi,a volte fiancheggiati da ripidi versanti resi infidi dall'erba seola,a passaggi su roccia senza particolari difficoltà.
Lo sguardo può spaziare libero tutto in giro,si cammina in maglietta o poco più,col profumo dell'erba secca e delle piante resinose;l'immancabile Maya ormai affronta in autonomia i passaggi su roccia con la sola precauzione di un buon imbrago e di un cordino che la assicura a me:osserva un'attimo il passaggio e parte decisa scegliendo la via migliore,poi scodinzola come soddisfatta per la prova superata!.
Inizio del percorso in cresta
Rudy sulle prime roccette
Uno sguardo sul tratto appena traversato
Avanti verso Bocchetta dEzze
La cresta prosegue con leggeri sali scendi in direzione di Bocchetta d'Ezze,nota anche come forcella Valtrigona.
Noi puntiamo alla quota 2193,ultimo rilievo della traversata.Qui abbiamo scovato tempo addietro un bel passaggio in roccia che ci consente di scendere alla Forcella senza tornare troppo indietro.
L'accesso non è visibilissimo,inizia con un piccolo canale verticale e prosegue in una cengia,, dapprima in forma di canale obliquo, che si apre sulla forcella.
Per chi ama rampegar,proprio allo sbocco della cengia parte un'altro canalino verticale che riporta fin sotto la cima da cui siamo scesi...
Il rilievo su cui chiudiamo il percorso dei cresta
Tratto del canale obliquo
Vista da metà in su
Verso l'uscita con Maya che aspetta il suo turno
Qui una panoramica del passaggio,con l'iniziale canalino verticale a V.Ben evidente anche la bella fessura di salita,pochi passi a valle dello sbocco della cengia.Percorsa l'anno scorso senza attrezzatura,si sale bene perchè la roccia è buona e ricca di prese.
Forcella Valtrigona,o Bocchetta d'Ezze
Panoramica della cresta
Siamo sul confine dell'oasi di Valtrigona,che comprende anche l'Agnelezza almeno per quanto riguarda il divieto di scialpinismo
Da qui percorriamo il sentiero che corre a mezza costa verso la val dei Boi.Dall'alto osserviamo la placida spianata dove sorge il baito delle Caserote:è la terza volta che ci passiamo in poco tempo!Ora siamo sul solito sentiero per Casa Bolenga dove si conclude questo simpatico giro.
Abbiamo fatto circa 12km,un dislivello totale di 1200m,toccata la quota massima di 2193m ed impiegato circa sei ore,comprese le varie soste.
Vista sulla Caserote
Il Baito