Ieri son salito alla Trenca,un caldo incredibile,tutto splendido,ma neve....che desolazione.
Oggi giornata altrettanto sfolgorante che invitava a salire in montagna.
Però ho lì la nuova vela da parapendio,vela leggera proprio per paralpinismo ed una gran voglia di vedere come và.
Ecco allora che parto a piedi da casa alle 10,20,sfruttando il tratto fino a Levico per scaldare le gambe.Qui prendo il sentiero 303 detto della "Giana" o del "Tamazo".Salendo, l'inversione termica si fà sentire (ed anche i 13kg di atrezzatura sulle spalle)
Il sentiero ha quella tipica atmosfera,quasi un "sapore", di antico,quello dei percorsi che erano quotidiana fatica per il lavoro ed i piccoli commerci
Su buon fondo si sale fino alla località Salina,poi al "Tamazo" a quota 768.Si prosegue dopo aver attarversato la strada per Vetriolo,lasciando sulla destra un capitello di S.Antonio.
Il percorso alterna brevi rampe a tratti più dolci,ma non è mai impervio.In località Roccolo a quota 1050 si inizia a camminare su tratti di strade forestali.
Il Compet non viene toccato e si và ancora avanti seguendo la tabella he indica Vetriolo ,Strada della memoria.Adesso qualche tratto coperto da crosta di neve resiste nele zone d'ombra.
Infine si sbocca sull'asfalto in corrispondenza dello stab. termale di Vetriolo.Ancora 400m su strada ed eccomi al decollo,davanti al "Maso Vecchio Vetriolo".Ho cammminato per 2 ore e 40' con solo una breve sosta a circa mezza via.Sono abbastanza accaldato,ma l'aria è mite anche qui a 1500m.Frugale merenda,reidratazione e con calma mi preparo al decollo.
Il primo volo con una vela mai testata è sempre una piccola emozione:entro subito in sintonia con questa ala leggera (quasi 3 kg in meno di un parapendio normale) In decollo è elementare e questo sarà utile quando dovrò partire da posti poco comodi,in volo è un gioiello al punto che mi concedo subito qualche manovra acrobatica,tanto per capire come reagisce.L'aria intorno è calma,quasi tiepida,e profumata:davvero una anomalia in questa stagione.Il gioco dura una quarantina di minuti,e si chiude con l'atterraggio a Barco,dove la temperatura è più cruda.
Questo modo di affrontare il volo mi lascia la possibilità di godere comunque di una piacevole salita in montagna ed è un pò il ritorno alle origini di questo sport affascinante,un ritrovato spirito di essenzialità che sarà bene praticare anche nel quotidiano per fronteggiare le difficoltà di questo duro periodo...