Cima D'Asta, sullo sfondo il Bivacco CavinatoIeri ero da solo e quindi ho deciso di provare un giro “hard”, ovvero il
giro di Cima D’Asta salendo dal Passetto e scendendo dal Vallone Occidentale.
Arrivo a
Malga Sorgazza m 1430 verso le 8, c’è già un discreto movimento al parcheggio. Si parte, risucchio un paio di escursionisti e poi arrivo al bivio fatidico per il
Ponte sul Grigno. Quello che leggo sul cartello mi fa vacillare: al rifugio Brentari per la via normale ore 2,40, per il Passetto 4!
Prendo per lo sconosciuto
sentiero del Passetto, non ricordo chi mi aveva descritto il sentiero con lunghissimo e noioso, invece io lo trovo bellissimo! La prima parte, per un meraviglioso bosco di larici, sale a larghi e comodi zig zag e si guadagna quota senza fatica. Di fronte si vede Cima Brunella e, man mano che ci si alza, si scorge la diga del Lago di Costa Brunella e, più lontano, il colossale monolito del Frate. Usciti dal bosco si risale ancora una bella costa con vegetazione bassa di rododendri, quindi si arriva allo spettacolare e panormico poggio del Monte Coston m 2017, dove vedo un’aquila che veleggia verso valle! Magnifica la vista sulla
Val Sorgazza fino a Forcella Magna, e sulla splendida
Val Tolvà fino a Forcella Regana.
Ora il sentiro si impenna per aggirare a est la
Campagnassa m 2409, quindi il sentiero alterna brevi e ripidi strappi con lunghi traversoni in un paesaggio grandioso, solitario e selvaggio. Si passa sotto la Forcella del Grattarol m 2345, quindi ci si affaccia sul Boal del Passetto e poi si raggiungono le Buse della Madonna (letterale) sotto la Bocchetta dei Sassi. Ancora uno strappo e il sentiero aggira ora il
Passetto m 2589 con un ultimo traversone in cui si scorge, orrendamente lontana, Cima D’Asta.
Si arriva finalmente alla
Forcella del Passetto m 2495, dove incontro il primo essere umano. Di qui il sentiero perde un po’ di quota e fa un lungo traversone per uno spettacolare costone pietroso, disseminato di ometti. Sarei tentato di tagliare direttamente per la Forzeleta e risparmiare un po’ di strada, ma forse non è il caso di incasinarsi visto che la strada è ancora lunghissima. Il Rifugio Brentari è chiuso ma c’è un po’ di gente nei pressi e sulle rive del lago, mangio una barretta e proseguo per
La Forzeleta m 2680.
Da qui si perde ancora quota calando per il sentiero attrezzato, molto facile, fino al Lastè dei Fiori, in realtà una vasta pietraia di macigni. Sull’ultima rampa sento un po’ di fatica, ho fatto praticamente tutta una tirata, comunque arrivo in vetta in discrete condizioni. C’è un po’ di gente, com’era prevedibile, la giornata è fantastica. Mostruoso come al solito il panorama a 360 gradi. C’è un elicottero che svolazza più volte intorno alla cima, mi pare evidente che sono voli turistici, ma non erano vietati in Trentino?
Dopo una pausa di una mezzoretta mi rimetto in marcia. Il tempo stringe e si stanno alzando delle nebbie: ora viene la parte più rognosa, cioè la discesa per la
ripida cresta ovest (che ovviamente non fa nessuno), che avevo fatto in salita l’anno scorso e che quindi conoscevo.
Con molta cautela e lentamente, scendo per insidioso ghiaino su rocce ripide fino alla busa della
Bocchetta del Canalon m 2664, quindi infilo
il canalone sud malagevole tra pietrame instabile e tracce vaghe di sentiero. Arrivo finalmente a
Forcella Socede m 2516, dove faccio un’altra breve sosta prima di affrontare l’ignoto
Vallone Occidentale. Mi sfiora la tentazione di scendere per la via normale per accorciare, ma è solo un attimo
.
Vedo qualcuno che sale le Creste di Socede per fare la ferrata Gabrielli in discesa. Avevo deciso di fare il Vallone Occidentale, vallone sia. Scollino la forcella e inizio la lunghissima discesa, il vallone è fantastico, grandioso e selvaggio, sopra ci sono le
crode del Brich e la
forcella Coronon. Dopo una prima parte pietrosa scomoda (comunque sempre ben segnata coi con segni bianco/rossi) e alcune placconate inclinate, si cala ora su più comodi costoloni pratosi. Arrivo ad un bel poggio erboso con un curioso, colossale macigno rotto a metà,
El Sas Spacà m 2203.
Ora attenzione, devo trovare il sentiero (sperando che ci sia) che mi porta a Forcella Magna. Tengo d’occhio l’altimetro, il sentiero cala dentro un canalone, prima costeggiando delle rocce con suggestive cascatelle, poi giù a ridosso delle pareti di Punta Socede, con percorso tutto diverso da quello segnato sulla carta. Purtroppo perdo di quota altri cento metri
calando fino a 1900 metri, poi finalmente trovo il bivio per Forcella Magna che raggiungo con un facile anche se lunghetto traversone. Il tempo sta cambiando, la nebbia ha invaso tutto il fondovalle. Inzio l’eterna discesa, per fortuna finalmente più agevole per la vecchia strada militare. Arrivo che inizia a imbrunire al casotto della teleferica m 1647, il cartello però è una mazzata: altri 40 minuti a Malga Sorgazza! Me la ricordavo più corta...
Ma ormai è fatta, la strada è comoda. Arrivo al parcheggio, come al solito la mia auto è l’unica rimasta nel piazzale ed è ormai buio
Per la cronaca: circa 20 km e 1700 m di dislivello.
Visualizza Cima D'Asta m 2847 in una mappa di dimensioni maggioripercorso su Google Earth
http://maps.google.it/maps/ms?hl=it&ie=UTF8&lr=lang_it&vps=1&jsv=178b&msa=0&output=nl&msid=110960978350421577342.0004752b4d3666268aa1c