Lago del Bus sul meraviglioso e selvaggio versante nord di Cima d'Asta
Adocchiato varie volte ma mai affrontato, arriva l’occasione giusta per tentare il
Monte Corma 2507, nel selvaggio versante nord del
Gruppo di Cima D’Asta. Domenica 28 giugno la giornata è magnifica ma fresca, l’ideale per non cuocersi nel percorso lungo e impegnativo che ho in mente. L’idea è di salire il Corma da ovest per il
vecchio sentiero militare della Grande Guerra che si intravede appena sulla immagini aeree di Bing, e scendere in qualche maniera dal versante est fino al
Lago del Bus. Qui ho due alternative:
rientrare da Pra Bastian o, neve permettendo, salire fino alla
forcella Col del Vento e scendere per la lunga dorsale col
sentiero 363 verso Pront.
La strada forestale che percorre l'eterna Val Cia
Dal rif. Refavaie m 1110 prendo il
sentiero 380 per eterna forestale che percorre la
Val Cia fino al bellissimo
Rif. Forestale Socede di Sotto 1469 (locale sempre aperto, tavolacci per dormire al piano superiore).
Il rifugio Forestale Socede di sotto, con locale sempre aperto
Salendo verso la Val Socede
Quindi col
sentiero 380 mi dirigo verso Malga Socede Alta, che però non raggiungo perché quando mi affaccio sulla Val Coronon, abbandono il sentiero e salgo sulla dx orografica, seguendo
una esile traccia ma soprattutto dei segni arancione verticali sugli alberi, molto utili.
Salendo verso Cima Corma, vista sulla val Socede, Lasteati sulla fondo con Passo Cinque Croci, Colle di S. Giovanni
Sul sentiero militare della Grande Guerra
Salendo i segni si diradano parecchio ma, facendo attenzione, è sempre possibile scorgerli (se c’è ottima visibilità ovviamente, perché sono abbastanza distanti). Superata la fascia boschiva il canalone diventa erboso e piuttosto ripido, anche la traccia diventa vaghissima ma non ci sono grossi problemi: si resta al centro del vallone,
puntando alla cascatella. Qui in realtà i segni si sdoppiano, su un sasso c’è scritto “alternativa più facile”, che gira verso sud: non so dove vada questa deviazione, decido comunque di cercare di percorrere il vecchio sentiero militare.
Arrivato a ridosso delle rocce, svolto decisamente a nord con un traversone nel bosco che arriva a un
piccolo capanno di caccia di nuova costruzione. Il panorama si fa grandioso verso
Cima d’Asta, la lunga
Catena del Lagorai, il
Gruppo
di Rava.
Vista sul Lagorai orientale
Per spalla con bosco rado risalgo senza difficoltà la dorsale fino ad una
piccola trincea di sassi sotto a delle rocce. Con un altro traversone su costone pratoso molto ripido (meglio non scivolare, ma dopo
i traversoni sull’Altissimo in Val di Ledro, queste sono fesserie), vado a prendere una vaga traccia che va verso SE, costeggiando la fascia rocciosa.
Salendo a Cima Corma, si arrampica su coste erbose ripide
Il Cauriol con il canalone della grande valanga che ha spazzato via il bosco
Il tratto finale a Cima Corma
Resti della Grande Guerra
Ecco il vecchio
sentiero militare della Grande Guerra che finalmente appare: si insinua su un costone pratoso tra due pietraie, e risale l’erto pendio con molti zigzag. Non è molto evidente ma con un po’ di attenzione lo si individua abbastanza facilmente: provo una certa emozione sapendo che 100 anni fa lo percorrevano i soldati fino alla cima.
Il vecchio sentiero della Grande Guerra risale il versante ovest di Cima Corma, in rosso la traccia GpS
Ultimo traversone
L’arrivo in vetta è entusiasmante: appaiono le vette di
Cima dei Diavoli e
Cima d’Asta separati da Forcella dei Diavoli: sotto, la splendida
conca con il Lago del Bus 2288 col suo colore blu profondo, che emerge dai nevai. Credevo che la salita fosse più rognosa avendo letto le varie descrizioni on line.
L'arrivo su cima Corma col grandioso spettacolo su Cima d'Asta versante nord
Fin qui comunque sono 1400 metri di dislivello, s’impone quindi la sosta pranzo dove divoro i soliti panini. Quindi una pausa relax per riprendere le forze e per affrontare
le incognite della discesa. Da stupido mi sono dimenticato di controllare le foto che avevo del versante est, per capire da dove scendere.
Lago del Bus, in alto Forcella Col del Vento
Ultima foto prima di buttarmi nel canale per la discesa, a destra cima Corma
Osservando dalla cima, mi pare di vedere tre possibilità di discesa, anche se sono dubbioso perché non si vede la parte in basso (possibili salti di roccia).
Poi però noto un ometto all’uscita del canalone di mezzo quindi ne deduco, sperando di non sbagliare, che quello possa essere il canalone giusto. Il canalone è bello ripido, per lo più erboso, ma con un po’ di attenzione si scende abbastanza bene sia pure con la dovuta prudenza. Quando ho disceso la parte più ripida intuisco un salto di roccia in basso, quindi
devio nel canalone parallelo a nord. Discendo per un
ripido colatoio e finalmente sono in fondo, senza danni.
L'itinerario di discesa dal versante ovest di Cima Corma
Ora attraverso delle pietraie e sono arrivo nella
meravigliosa conca del Lago di Bus, circondato da specchi d’acqua, pozze d’acqua cristallina, torrentelli che “cantano” ruscellando a valle tra vaste placche di granito. Uno spettacolo meraviglioso alla luce radente e magica del pomeriggio, con un sole caldo rinfrescato da una leggera brezza.
E’ un paesaggio davvero da sogno. Sulla riva nord del lago il nevaio si infila nell’acqua con vari metri di spessore, alcuni “iceberg” vagano sulla superficie con brillanti sfumature di azzurro. Non andrei più via (avessi una tendina maledizione!) ma il tempo ormai stringe e il rientro è ancora lungo.
Lago del Bus
Specchi d'acqua poco a valle del lago del Bus
Zoomata sul Cauriol
Come previsto
Forcella dei Diavoli 2806 è impraticabile senza piccozza e ramponi: in cima c’è un ripidissimo nevaio, uno scivolone e si va giù per centinaia di metri arrivando dritti nel lago. Osservo il canalone che sale alla
Forcella Col del Vento, dalla quale vorrei scollinare: la parte finale è libera da neve, si può fare! Scopro che esiste un sentiero, non segnato sulla carta. Attraverso il nevaio con prudenza, la neve è assai papposa e si sprofonda, temo sorprese come buchi improvvisi che si aprono sotto il mio peso. Invece va tutto bene, arrivo sugli sfasciumi finali e finalmente sono alla
forcella del Col del Vento m 2496, dove passa il sentiero 363.
La discesa da cima Corma e la salita a Forcella del Col del Vento da dove è stata scattata la foto
Sentiero del Col del Vento
Inizio dunque il lunghissimo
rientro verso Pront, con diversi saliscendi e tratti esposti che non ricordavo quando avevo fatto il sentiero in salita alcun anni fa. Rivedo con emozione le
scalinate della Grande Guerra, i panorami grandiosi di questi valloni selvaggi.
La forcella del Col del Vento a dx
L'eterna discesa verso il fondovalle per il sentiero del Col del Vento
Vista verso Val Regana, con il Conte Moro al centro e il Col dela Cros a dx
Ancora salita!
Scalinate della Grande Guerra
Magnifiche le viste verso
le Pale,
Cima Paradisi, il
Lagorai orientale, sotto di me la
Val Regana con la cima del
Col dela Cros e il
Conte Moro verso SE. La discesa è eterna e piuttosto spaccagambe, con molti alti scalini, fino alla
micidiale mugara, poi diventa bellissima per la
splendida stradella militare in un magnifico bosco.
Lago Negro
Vista verso Cima Paradisi al centro e il Lagorai Orientale
Finita la mugara si arriva finalmente in un magnifico bosco dove il sentiero diventa strada militare
La stradella militare che scende verso Pront con una lunga serie di zig zag
Verso
Campo Regana di Sotto intercetto la forestale, prendendo il bivio (nessuna indicazione) per il bellissimo
bivacco Pront o Sordo (acqua, locale sempre aperto, no brande).
Di qui un sentiero, anche questo non segnato, mi riporta al rif. Refavaie dove arrivo che sono quasi le 21.
Il bellissimo bivacco Pront o Don Sordo (locale sempre aperto, no brande)
Quasi 12 ore di marcia ininterrotte a parte la breve sosta pranzo. Giro magnifico, meraviglioso, una dei più belli fatti in questi ultimi anni. Piuttosto impegnativo fisicamente, in parte fuori sentiero. Pur essendo domenica, non ho incontrato anima viva, del resto il versante nord di Cima d’Asta è noto per essere assai selvaggio e poco frequentato.
Dislivello circa m 1800, sviluppo km 23,5
Il percorso