Dal Lago del Bus verso la Forcella dei Diavoli (al centro)Dopo vari rimuginamenti, decidiamo un’escursione semi ravanatoria nel
selvaggio versante nord di Cima d’Asta. L’idea è di raggiungere
Cima dei Diavoli 2806, la cima gemella di Cima d’Asta, salendo dal Lago del Bus. Ci sarebbe anche un certo interesse per
Cima Corma 2506, che però è per noi del tutto ignota: sulle mappe sembra esserci una traccia di sentiero militare sul lato ovest. Ma non sappiamo nulla di preciso. Decideremo il da farsi lungo il cammino. Sveglia alle 3 per me (!), alle 5.30 raccolgo Angela a Mezzano e quindi risaliamo il Vanoi fino al
Rif. Refavaie m 1111, dove parcheggiamo.
Dal ponte Refavaie nei pressi del rifugio si stacca, non segnato, un sentiero che in meno di un’ora ci porta al bel Rifugio Forestale R. Sordo. Di qui si segue la bellissima mulattiera militare (tracce bianche e rosse) che si inerpica nel bosco con larghi zig zag fino a
Pra Bastian. Troviamo lungo la strada parecchi finferli, e anche un brisotto, che tosto raccogliamo rallentando notevolmente la marcia. Dopo Pra Bastian il sentiero, sempre ben segnato, diventa più impegnativo e si snoda su una frana di macigni invasa dalla vegetazione. Se non ci fosse il sentiero sarebbe un versante proibito. Dopo aver perso un po’ di quota ci infiliamo nel
vallone del Bus Nero. Quindi con un lungo traversone raggiungiamo una
piccola sella a quota 1995, con grandiosa la vista a nord sulla Catena del Lagorai orientale.
Rifugio R. SordoLa bella mulattiera militare Vista sulla Catena del Lagorai orientaleCatena del Lagorai, vista su Litegosa, Castel Aie, CauriolOra affrontiamo i
Giaroni del Coronon, un’erta e compatta placconata di granito (da evitare col bagnato!) in basso, poi sfasciumi e pietraie in alto. Arriviamo su una specie di poggio da cui si domina il
Lago del Bus 2288, incastonato nelle rocce.
La placconata di granito verso i Giaroni del CorononDai Giraoni del Coronon, vista sulla Catena del Lagorai e Cima ParadisiTra le rocce, fiori di montagnaQuasi arrivati al Lago del BusDavanti a noi in alto, la rampa abbastanza spaventosa per arrivare a
Forcella dei Diavoli. Guardiamo ad ovest
Cima Corma: individuiamo un canale inerbato come possibile salita sul fianco SE. Forse lo faremo al ritorno. Intanto decidiamo di proseguire alla volta della Forcella dei Diavoli. Dal lago in avanti non ci sono sentieri né tracce: dopo aver osservato per bene la grandiosa
conca del Coronon, decidiamo di prenderla alla larga, ovvero fare un ampio giro verso ovest che sembra presentare una salita meno ostica di quella diretta. Infatti a parte qualche noiosa pietraia il fondo è più stabile, con tratti inerbiti e placconate di solida roccia.
L'imponente salita a Forcella dei Diavoli, al centroLago del BusLago del Bus e Col del Vento Geum montanumGuadagnata una quota sufficiente, facciamo un un lungo traversone per arrivare in modo più “indolore” possibile sotto la forcella dei Diavoli, evitando per quanto possibile le noiose pietraie.
Cima CormaVista su Cima delle BuseLago del Bus e Creste del CorononArriviamo abbastanza bene sotto la forcella, dove c’è un nevaietto che superiamo per attaccare il
canalino finale di sfaciumi. Qui “si muove tutto”: appoggi un piede e partono terra, sassi, macigni. Faticosamente e con molta attenzione risaliamo il canalino franoso, per fortuna breve, fino alla
Forcella dei Diavoli a 2730 metri. Dopo una breve pausa per recuperare la sfacchinata, tocca ora scendere sul versante opposto per una pietraia se possibile ancora più infame della precedente, con un ammasso caotico di grossi macigni instabili.
Forcella dei Diavoli 2730 metri, vista verso nordForcella dei Diavoli, vista verso sudIn mezzo a questo sfacelo di pietre, delle margheritineCima dei Diavoli vista da Cima d'AstaQuindi troviamo le tracce (segni bianco rossi) che risalgono il fianco sud ovest della Cima dei Diavoli, con qualche tratto di arrampicata facile. In seguito i segni svaniscono nel nulla ma ormai siamo in vista dell’obiettivo finale, seguiamo alcuni ometti e quindi siamo in vetta alla
Cima dei Diavoli m 2806. Sono ben otto ore di cammino (vergogna!) da quando siamo partiti! E’ vero, ce la siamo presa comoda, ma sono anche 1800 metri di dislivello e un terreno davvero faticoso ove si deve avanzare con molta attenzione. Dopo un breve rifocillo in vetta si tratta di decidere il ritorno.
In vetta a cima dei DiavoliAlla base di Cima d'Asta, sullo sfondo la ForzeletaViene scartata subito l’ipotesi di tornare già dalla Forcella dei Diavoli per andare a fare Cima Corma. Sarebbe un massacro, per la fatica, per l’ora tarda e oltretutto con l’incognita della discesa. Si decide quindi di rientrare dal famigerato
Vallone Occidentale, il che implica, visto che ci siamo, anche la salita a Cima d’Asta. Scendiamo da Cima dei Diavoli trovando un sentiero militare che non avevamo visto all’andata, quindi intercettiamo il
sentiero 364 che sale a
Cima d’Asta 2847. E con questa ultima salita siamo a quasi 2000 metri di dislivello: fin qui benino ma la discesa, già fatta in altre occasioni, sarà lunga eterna e sarà quella che ci cuocerà a puntino.
E anche la vetta di Cima d'Asta è fatta!Vista su Cima Cece, Buse Malacarne e ColbriconDalla cima affrontiamo quindi la ripida cresta ovest, con qualche breve tratto esposto, fino alla
Bocchetta del Canalon, quindi giù per il canalone detritico abbastanza impegnativo.
Discesa da Cima d'Asta per la cresta ovestIn vista della forcella dove imboccare il Canale dei BassanesiVista sul CauriolCanalone dei Bassanesi, al centro il Lago di Cima d'AstaLago di Cima d'Asta e RIfugio Ottone BrentariPoi, senza raggiungere il
Rifugio Brentari, traversiamo per traccia fino a
Forcella Socede. Leggiamo con un certo scoramento il cartello: “Rif. Refavaie 4 ore”. Ma ormai siamo in ballo, iniziamo l’eterna e faticosa discesa dapprima su terreno roccioso e ghiainoso, poi tra erba alta e sassi che impongono la massima attenzione a dove si mettono i piedi. Raggiungiamo la diramazione che scende per il
Vallone di Socede, da dove sale un gregge incustodito e belante di pecore e capre.
Da Forcella Socede si scende nel Vallone OccidentaleMacchie di fioriIl Vallone Occidentale visto dal bassoMolte le piante e fiori di Aconito napello, velenoso mortale!Finalmente quasi in fondo al Vallone Occidentale, si apre la meravigliosa Val SocedeValle di Socede, la strada per Refavaie è ancora lunga...Gregge di pecore e capre incustoditoLa paradisiaca Valle di SocedeLungo la discesa nel bosco raccogliamo altri finferli, poi finalmente il sentiero 380 diventa più comodo (basta sassi!) fino al
Rifugio Forestale Socede, dove tiriamo il fiato prima di affrontare un’altra eterna discesa per la strada bianca fino a Refavaie. Gli ultimi km ci vengono risparmiati da un gradito passaggio in auto, anche se arriviamo comunque cotti come le rane
Ultimo sguardo in alto, verso Forcella MagnaGiro grandioso, selvaggio, con panorami eccezionali. Difficoltà tecniche modeste ma molto impegnativo fisicamente, consigliatissimo ma comunque per escursionisti esperti e allenati. Partire prima possibile per avere il massimo di ore luce. Disl. 1900, sviluppo circa 27 km (col passaggio in auto 22).
Per concludere un doveroso ringraziamento ad Angela, ottima e fortissima compagna di gita (che mi ha tirato il collo anche stavolta
).
Il percorso