
Dalla cima dello Schliverai Spitz verso il M. Croce, con la dorsale del Baitol attraversata
Nel giorno del mio compleanno decido di regalarmi una super-escursione nel mio amato
Lagorai. Visto che, realizzando un sogno a lungo inseguito, ci abito sotto, parto a piedi direttamente da casa. Ho in mente una escursione “liquida”, ovvero senza un itinerario preciso. L’obiettivo minimo è il
Monte Croce m 2490 che ho già fatto questo inverno quando c’era poca neve, e che avevo ritentato poco tempo fa senza successo per la troppa neve poi sopraggiunta!

Partenza da Brusago per il bel bosco che sale verso Malga Fregasoga
Da
Brusago raggiungo abbastanza rapidamente
Malga Fregasoga quindi “la busa” sotto
Passo Scalet, che era il punto che mi preoccupava di più per l’eventuale presenza di neve: la salita invece è quasi pulita ma c’è l’ultimo traverso su un costone ripido con neve molto dura e ghiacciata, che riesco a superare con molta attenzione senza dover calzare i ramponcelli, sfruttando dei tratti pietrosi affioranti.

Eccomi sotto passo Scalet

Salendo a passo Scalet con vista verso il Baitol
A Passo Scalet trovo inaspettatamente
due giovani cavallerizze: mi chiedono se sono pratico del posto). Vogliono andare verso Passo Val Mattio. Gli spiego come sono i percorsi, hanno intenzione di scendere al Passo Cagnon e da lì rientrare a Malga Cagnon Alta. Non immaginavo che coi cavalli si potessero fare percorsi simili.

Le due cavallerizze a Passo Scalet

Vista magnifica sul Campìo
Ci salutiamo, io procedo per il
Monte Croce 2490 e senza difficoltà raggiungo ancora abbastanza fresco la vetta nonostante i 1350 metri di dislivello già fatti fin qui. A parte poche chiazze di neve è tutto pulito fino in cima. Come al solito il panorama è spaziale, anche se visto mille volte non mi stancherei mai di guardare.

Salendo al Monte Croce, vista sul Baitol e sullo sfondo il Rujoch

Vista verso Passo Cadino, cima Bolenga con la dorsale che va al Manghen

La rampa che sale al Monte Croce, ormai sgombra di neve

Ultimo tratto alla cima

La forcella poco sotto la cima, con vista verso il Fregasoga

Vista su Campìo, sullo sfondo i Crozzi d'Ezze
Mi fermo poco in vetta, si è annuvolato e tira un’aria fredda, quindi mi rimetto subito in marcia,
torno giù a Passo Scalet e proseguo per il crinale fino al
M. Baitol m 2316, dove voglio andare finalmente a vedere il “recupero” della
baracca di guerra. Francamente mi convince poco, col tetto in lamiera ondulata e la assicelle immacolate sembra una capanna per le sagre paesane. Un recupero di un manufatto storico non dovrebbe essere somigliante all’originale? Mah.

Dal Monte Croce mi aspetta la lunga traversata fino al Rujoch, che si scorge in lontananza

Precario pinnacolo roccioso nei pressi di Cima Baitol

Sguardo indietro: da sx Fregasoga, Camin, M. Croce

La baracca di guerra "ripristinata"

La baracca con lo sfondo di Fregasoga e M. Croce
Proseguo per
Passo Val Mattio, dove inizialmente avevo in mente di rientrare a valle verso casa: avevo una mezza intenzione di scendere esplorando il
Doss dei Cirmi 2186 poco più in basso, una montagna isolata senza sentieri. Ma, salendo, ho osservato bene
i versanti molto scoscesi con salti di roccia e m’è passata la voglia d’andare a infognarmi sulla via del ritorno.

Vista verso Crozzi d'Ezze, Cima Ezze, Sette Selle

Verso Passo Val Mattio e Rujoch

Reticolati sotto il Baitol

Vista verso il M. Conca

La magnifica Busa del Mattio coi "soliti" Fregasoga, Camin, Monte Croce
Decido quindi di salire allo
Schliverai Spitz 2432: attacco quindi il rampone che arriva sulla dorsale. Poche chiazze di neve per fortuna, perché il versante è ripido. Raggiunta la dorsale vado alla croce di vetta.

Eccomi in vetta allo Schliverai Spitz 2432

Busa del Carl

In vetta al Rujoch! Sguardo indietro a Schliverai Spitz e in lontananza, il Monte Croce

Inizio discesa verso Passo Polpen dalla cima del Rujoch

Panorama dalla cima del Rujoch verso la catena di cime dei Crozzi d'Ezze
Ora è uscito un bel sole caldo. Sarei quasi dell’idea di scendere dalla
dorsale nord e raggiungere l’ex rifugio Tonini distrutto dalle fiamme nel dicembre scorso, e da lì rientrare a casa. Poi però vedo la vicina
Cima del Rujoch 2415 e mi faccio tentare dall'idea di allungare il giro,
scendere a Passo Polpen per la lunga dorsale, quindi a
Stramaiolo e da lì c’è un
sentiero che rientra a Brusago che non conosco e che pare molto bello sulla carta.

Scendendo verso Passo Polpen, vista sulla Val dei Mocheni verso Erdemolo e Gronlait
La gamba è ancora buona e l’ora non tarda, quindi perché no? Inizio il lungo rientro
scendendo per la panoramica dorsale fino a Passo Polpen, quindi giù a
Malga Stramaiolo Alta e Stramaiolo Bassa, proseguo per la forestale e trovo senza difficoltà il
bellissimo sentiero che cala lungamente verso Brusago.

Eccomi in vista di Stramaiolo Alta

Il bel sentiero che da Stramaiolo scende a Brusago
Che dire, giro magnifico ultrapanoramico. Anche se sono posti dove potrei ormai andare bendato, sono sempre bellissimi in ogni stagione, ogni salita è sempre diversa. L’età avanza inesorabile ma, ringraziando il cielo, sono ancora in salute e ho il privilegio di permettermi escursioni come quando avevo trent’anni di meno, e questo è francamente fantastico

. Speriamo solo che duri! Sviluppo 24 km, dislivello circa 1600.

Il percorso