Verso Buse di Malacarne: al centro la Cime di Ceremana, Forcella di Valcigolera, a dx Cima di ValcigoleraEcco un giro pensato da tempo nel
Lagorai orientale per esplorare la zona delle
Buse di Malacarne, una serie di conche prative
sotto le bastionate rocciose che vanno da Cima Cece fin quasi al Colbricon. Il giro originale per la verità era nelle intenzioni molto più lungo: prevedeva infatti la salita di Cima Paradisi da Refavaie ma, essendo reduce dalla dura scavallata sul Cavaion, ho pensato che era meglio non fare troppo il ganassa
Con me, un’ottima guida locale, Angela, che conosce questi posti come le sue tasche essendo praticamente di casa.
Alba sulle Cime del Lagorai salendo a Malga Piani di Valzanca
Sfruttando indegnamente un permesso di transito su strada forestale di Angela, altrimenti vietata ai non autorizzati, da Caoria raggiungiamo località
Ponte Stel 1128. Qui lasciamo la macchina e ci inoltriamo per bel sentiero senza numerazione che sale in costa (sentiero dell’Ecomuseo del Vanoi) per i Masi di Tognola, Ponte de Gabbana, Ponte Martini, attraversando belle radure con magnifiche baite e una Malga, Malga Piani di Valzanca. Quindi ci ricongiungiamo con la forestale che sale fino al Campo Bus 1468. Ora deviamo a NO per sentiero 336 che interseca la forestale che sale a
Malga Miesnotta di Sopra ridotta in ruderi.
Baita
Malga Piani di ValzancaCasara del Togno, ristrutturata dall'Ecomuseo del VanoiQui si esce dal bosco e il paesaggio si fa spettacolare: oltre i pascoli, punteggiati di radi larici, emerge la
mole massiccia di Cima Cece con il suo aspro versante sud. Saliamo ancora fino ad arrivare alla conca di
Malga Miesnotta di sopra 1879, che toglie letteralmente il fiato per la sua bellezza. Un branco di cavalli pascola placidamente assieme ad asini, pecore e capre, in un’ampia conca erbosa verdissima. Bella la malga, con bivacco sempre aperto e perfino un bagno con doccia! Proseguiamo verso la Forcella di Cece per i vasti costoni di Miesnotta: il paesaggio è superbo con le rocce verticali di Cima Valbona che contrastano col verde e i pascoli della vallata sottostante.
Salendo verso Malga MiesnottaIl pascolo coi ruderi di Malga Miesnotta di sotto, e la strada che sale a Malga Miesnotta di SopraCiclista "pazzo" di Verona, è in giro da 20 giorni da solo sulle DolomitiLa strada forestale verso Malga MiesnottaForcella di CeceLa splendida spianata sotto Malga MiesnottaLa stalla di Malga MiesnottaMalga Miesnotta, oltre che di un posto favoloso, dispone anche di bivacco sempre apertoCavalli liberi al pascoloUn asino tutto bianco, col quale ho subito solidarizzato Ancora Malga Miesnotta, troppo bella A quota 1980 circa
abbandoniamo il sentiero 336 per seguire la traccia, segnata anch’essa da segni bianco/rosso pur non essendo sentiero ufficiale, che raggiunge la panoramica
forcella Miesnotta 2232. Angela sale anche
Cima Miesnotta m 2340, mentre io rifiato alla forcella. Sotto Cima Valon facciamo la sosta per il pranzo al sacco. Mi lascio tentare dai panini di Angela ma poi me ne pentirò, faticando più del dovuto. Fa molto caldo, ogni tanto un po’ di brezza rinfresca per fortuna l’aria. Sotto la forcella gruppi di marmotte si rincorrono tra le pietraie assolate.
Salendo verso l'Alpe MiesnottaSi svolta a est verso Forcella MiesnottaI dirupi di Cima Valon: in tarda mattinata sentiremo una bella scarica di sassiVerso Forcella MiesnottaCima Miesnotta (in fondo)Forcella MiesnottaVista sulle Pale di S. Martino in lontananzaUltima foto a Forcella Miesnotta prima della ripartenzaVista sulla cresta della TognolaRipartiamo per le
Buse del Tiron, dopo aver attraversato una grossa frana di macigni (ma con sentiero consolidato, segnato da ometti) scendiamo in una conca con delle pozze d’acqua, quindi per prati sempre più ampi, solcati da ruscelletti e punteggiati da altri piccoli specchi d’acqua, attraversiamo le bellissime conche di Buse Malacarne. Potremmo proseguire per Forcella Valcigolera 2420 e poi scendere a Malga Valcigolera 1897 ma buttare via 500 metri di dislivello non ci pareva il caso.
PietraieForcella Valcigolera e Cima Valcigolera, noi scenderemo per la dorsale est (destra) che si vede in fotoBusa del Tiron
Salendo verso Buse MalacarneBastioni del Coston dei SlavaciTagliamo prima quindi verso sud senza raggiungere la forcella ma salendo direttamente per la dorsale di
Cima Valcigolera 2540, il punto più alto della nostra escursione. Semplicemente grandioso il panorama sulle Pale che si vede dalla vetta, purtroppo in parte offuscato dalle nuvolaglie. Io sono un po’ in affanno: mi sparo un “gel” che, ci si creda o no, mi tirerà su egregiamente
. Angela tira avanti tranquillamente coi soliti mostruosi e indecenti paninazzi
.
Verso la dorsale di Cima ValcigoleraSpecchi d'acqua alle Buse MalacarneVerso Forcella ValcigoleraBuse di MalacarneDorsale di ValcigoleraCime di Ceremana con Forcella di ValcigoleraBuse di Malacarne viste da Cima ValcigoleraDa Cima Valcigolera vista (pessima) sulle Pale e S. Martino avvolte nelle nuvolagliePoche le fioriture, ormai passate...Ora si pone il problema di
scendere da Cima Valcigolera per il versante SE, terreno ignoto ad entrambi. Dalla cima ci sembra di scorgere la
vecchia strada militare della Grande Guerra che scende dalla vetta settentrionale verso Cadin e Malga Valcigolera, che però ci porterebbe troppo in basso. Con una certa circospezione proviamo allora a scendere lungo il crinale, qua e là roccioso e affilato ma tutto sommato non troppo ostico. Come temevano però ad un certo punto il crinale precipita su dirupi quasi verticali. Nulla di grave, abbiamo visto dei costoni erbosi a sud che ci sembrano praticabili. Infatti così è, scendiamo lentamente per terreno infido e scomodo, con grosse zolle d’erba stoppose, pungenti e scivolose, ma senza grossi problemi riusciamo a raggiungere
Forcella di Valzanchetta 2251, dove passa il
sentiero 368.
Si cala con circospezione per dorsale est di Cima ValcigoleraCime di ColbriconI pascoli sotto forcella ValzanchettaDiscesa faticosa su "zoppe" stoppose e scivolose (e pugenti!) verso forcella ValzanchettaUltima vista sulle PaleC’era una mezza idea di rientrare percorrendo il
lungo crinale della Tognola, ma vista l’ora orami tarda lasciamo perdere. Inizia ora una lunga e faticosa discesa per la meravigliosa e selvaggia Valzanchetta, peccato per il sentiero davvero scomodo pieno di sassi nascosti dall’erba.
A dirla tutta, se non ci fossero i segni bianchi rossi, il sentiero sarebbe pressoché invisibile, segno che questi sono posti davvero ben poco battuti. Poco sopra Malga Valzanchetta incontriamo un grande gregge di pecore che pascola su un costone tra rododendri, larici e poche radure di prato.
Discesa verso Malga ValzanchettaTramonto durante la discesa a Valzanchetta
Malga Valzanchetta 1867 è parzialmente crollata, resiste il solido stallone fatto di grosse pietre, dove è ricavata la precaria “abitazione” del pastore. Un posto bellissimo ma davvero in tanta malora. Ancora discesa faticosa, eterna, per boschi e vallette, con gli abeti alti e sottili come nei paesaggi canadesi. Durante la marcia rimpinguiamo il bottino di finferli fatto all’andata perlustrando boschi a lato del sentiero.
Gregge sopra Malga ValzanchettaMalga ValzanchettaPaesaggi canadesiTramonto sul rio ValzanchettaRaggiungiamo quindi la forestale e dopo una eterna, infinita discesa, arriviamo alla macchina che sono le 20.30. Sfido che pareva eterna questa gita: a casa controllo il logger: sviluppo 28 km, disl. circa 1400.
Posti selvaggi e deserti, lontanissimi dalla civiltà, consigliati ad orsi e misantropi
Il percorso