Rovine della Grane Guerra alle Buse dell'Oro
Da diverso tempo mi chiedevo se la
strada militare austriaca segnata sulle
vecchie carte dell'IGM - Istituto Geografico Militare, esistesse ancora dopo 100 anni. Si tratta della strada-mulattiera che
dal Pian di Ceremana a circa 1500 metri si arrampica fino alle Buse dell’Oro a quota 2000. Molte carte non la riportano neppure, altre riportano le tracce copiate e incollate dalle vecchie IGM, di sicuro mai verificate.
La vecchia IGM con la mulattiera che sale alle Buse dell'Oro
Vista l'importanza del sito e dei collegamenti che servivano le guarnigioni di soldati durante la guerra, sicuramente
la mulattiera non poteva essere scomparsa nel nulla, neppure dopo un secolo. Così ho deciso di andare finalmente a vedere, prevedendo un
pernotto al bivacco Buse dell'Oro. Ovviamente da solo perché in queste incerte ravanate è meglio non avere nessuno sulla coscienza
Costeggio il Lago di Paneveggio
Baito Buse dell'Oro
Ho perciò dovuto
parcheggiare a Paneveggio, perché altrove ci sono ovunque i maledetti divieti 21.00 - 04.00 per contrastare i camperisti. Dopo aver costeggiato
la riva sud del Lago di Paneveggio, mi sono inoltrato fino al
Pian de Ceremana, non prima di aver visitato
l'ex Cimitero Militare (sulla riva sx orografica del Rio Buse dell’Oro), dove erano
sepolte più di 500 salme. Molti morti sono stati vittime non solo delle battaglie ma anche del terribile inverno del 1916.
Altre 250 salme erano nel vicino cimitero delle Buse dell'Oro. I due cimiteri furono smantellati negli anni '40.
L'ex Cimitero militare di Ceremana
Foto d'epoca, qui erano sepolte oltre 500 salme
Ho proseguito per la forestale e poi per il sentiero, trovando quasi subito l'attacco della strada miliare: la parte iniziale è molto bella,
la marcia è ostacolata solo dai molti schianti di alberi o da grossi massi caduti che ingombrano il passaggio. Man mano che si sale di quota, con larghi zig zag, le cose però si complicano:
la mulattiera è martoriata da frane che l'hanno cancellata per parecchi tratti trascinando tutto giù per ripidi canaloni. Devo quindi attraversare molte disagevoli pietraie, sperando che dai roccioni soprastanti, a occhio parecchio instabili, non si stacchi qualcosa.
Essendo una mulattiera che sale con pendenza costante, è relativamente facile ritrovarla al di là di ogni frana, sia pure sacramentando e ravanando su pietraie infami dove tutto scivola verso valle appena appoggi il piede. Nella parte alta, la mulattiera si sposta con un traversone fuori dalla traiettoria delle frane e il percorso migliora decisamente fino ad arrivare nella zona delle Buse dell'Oro, dove c'era un
importante accampamento e dove arrivava un'altra strada militare proveniente da Malga Colbricon. Con calma e pazienza, riesco a percorrere tutto il tracciato originale, con minime variazioni dovute allo scavalcamento delle frane. Una grande soddisfazione!
Ho mappato tutto col GPS e
ora la strada militare che sale da Ceremana è su OpenStreetMap .
La traccia di salita lungo la mulattiera di guerra
Il meraviglioso Baito Buse dell'Oro
L'interno del baito, rustico ma bellissimo e confortevole
La spianata davanti al baito
Arrivo al
bellissimo Bivacco Buse dell’Oro, dove ho già bivaccato più volte, con largo anticipo rispetto al previsto, quindi gironzolo un po’ nei dintorni curiosando qua e là in attesa che cali la sera. Quando ormai è sera e mi preparo a prendere possesso del bivacco, sento delle
urla di gente che sta arrivando ((. Evidentemente non trovano il bivacco, perché si chiamano in continuazione da una parte all’altra del bosco sottostante. Una meravigliosa nottata solitaria in bivacco è rovinata!
Inizio a salire verso la cima del Piccolo Colbricon
Sono quasi sulla dorsale, il sole sta già tramontando
Faccio un rapido calcolo e decido di andare a dormire al Bivacco Aldo Moro, sperando che sia vuoto. Ma la cosa non è tanto semplice perché sono già le sei di sera, sono diversi km, 600 m di dislivello e il buio ormai incombe:
devo raggiungere anzitutto la cima del Piccolo Colbricon 2511 e da lì scendere per
l’erto canalino di sfasciumi che porta al Passo Colbricon. Quindi sciropparmi l’eterno traversone fino al bivacco, circa 2 ore di marcia sulle accidentate placconate sotto Ceremana. Per fortuna sono posti che conosco a menadito, quindi sono relativamente tranquillo, mi basta arrivare in cima al Passo Colbricon con un po’ di luce per poter affrontare il canalone in discesa.
Salendo verso Cima Piccolo Colbricon, ultime luci sulle Pale di S. Martino
Parto di buona lena,
risalgo i magnifici costoni delle Buse dell’Oro per il vasto versante nord, mentre calano le tenebre e le
Pale di S. Martino si colorano di una luce rosa meravigliosa. Un branco di camosci mi osserva da cima Stradon e mi “accompagna” per un tratto nella mia stessa direzione verso la cima.
Il gps del cellulare mi è di molto aiuto per mantenere la giusta rotta con la poca luce che rimane e diventa sempre più fioca. Devo risalire vaste placconate di porfido abbastanza facili che si insinuano però in una miriarde di conche e vallette, quindi il percorso è abbastanza tortuoso. All’ora prevista sono in prossimità di Cima Colbricon, che lascio perdere per
dirigermi immediatamente verso l’imbocco del canalino: il buio ormai incombe, tiro fuori la frontale e mi preparo a scendere nel budello di sfasciumi. Per fortuna l’ho già fatto diverse volte, altrimenti avrei avuto abbastanza paura...
Eccomi all'imbocco del canalino poco sotto cima Piccolo Colbricon, ce la farò a scendere?
Scendo con attenzione, l'inizio è erto e gli sfasciumi assai instabili, mi pare quasi di non vedere il fondo nell'oscurità ma so che non ci sono salti di roccia. Così lentamente e con calma scendo per il canalone fino in fondo senza danni. Ho quasi più difficoltà a traversare verso il Passo Colbricon per i costoni pratosi, ripidi e scivolosi, mi rendo che non c'è neppure uno spicchio di luna a rischiarare un po' il paesaggio.
Sguardo verso l'alto del canalone appena disceso, a destra i vecchi cordini della Grande Guerra sfasciati dal tempo e quindi , quasi inservibili.
Raggiungo il passo, ora mi aspettano quasi due ore di marcia per arrivare al bivacco Moro: per fortuna conosco bene la zona. L'assenza di luna è il buio pesto mi obbligano spesso a fermarmi a cercare i segni, Gps del cellulare alla mano. La pila frontale non è potentissima e devo stare attento a non perdere la direzione giusta. Ogni tanto mi trovo a vagolare sulle accidentate placche rocciose come un rabdomante in cerca della vena d'acqua
. Fortunatamente non fa freddo, la temperatura è mite e me la prendo abbastanza comoda, stando soprattutto attento a non perdere il sentiero, peraltro ben segnato. Arrivo a forcella Ceremana inghiottita nel buio, quindi il lungo traversone sulle placche fino alla dorsale nord di Cima Ceremana. Proseguo ancora, il gps è una bella sicurezza, vedo il bivacco che si avvicina sulla mappa ma il sentiero sembra non finire mai. Quando arrivo a tiro cerco di individuarlo ma al buio è impossibile. Soprattutto spero non ci sia nessuno dentro, sono già le 21.30 e mi seccherebbe buttare giù tutti dalla branda. Poi improvvisamente eccolo apparire nel cono di luce della pila: salvo!
Il Bivacco Aldo Moro 2565 appare all'improvviso nel buio
Il percorso fatto, buona parte al buio
)
Non sono neanche così stanco, faccio qualche foto al bivacco e poi mi preparo per la notte, che sarà molto agitata per via del freddo intenso. Anche se ora non fa freddo, la notte scende sicuramente sotto zero come ho capito vedendo rivoli d'acque e pozze ghiacciate. Finalmente mi metto a letto sulle scomode e strette brande, per fortuna ci sono materassini e coperte in quantità. In fondo è stata una bellissima ravanata notturna. Buona notte!
Ultima foto prima di andare a nanna
[continua...]
2° giorno, Biv. Aldo Moro - Trinceramenti sulle Cime senza nome tra Forcella Ceremana e Colbricon Ovesthttp://girovagandoinmontagna.com/gim/lagorai-cima-d'asta-rava/(lagorai)-dal-bivacco-aldo-moro-alle-cime-senza-nome-a-est-di-forcella-ceremana/