Autore Topic: [LAGORAI] Cercando la mulattiera della Grande Guerra da Pian Ceremana  (Letto 8046 volte)

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Rovine della Grane Guerra alle Buse dell'Oro

Da diverso tempo mi chiedevo se la strada militare austriaca segnata sulle vecchie carte dell'IGM - Istituto Geografico Militare, esistesse ancora dopo 100 anni. Si tratta della strada-mulattiera che dal Pian di Ceremana a circa 1500 metri si arrampica fino alle Buse dell’Oro a quota 2000. Molte carte non la riportano neppure, altre riportano le tracce copiate e incollate dalle vecchie IGM, di sicuro mai verificate.


La vecchia IGM con la mulattiera che sale alle Buse dell'Oro

Vista l'importanza del sito e dei collegamenti che servivano le guarnigioni di soldati durante la guerra, sicuramente la mulattiera non poteva essere scomparsa nel nulla, neppure dopo un secolo. Così ho deciso di andare finalmente a vedere, prevedendo un pernotto al bivacco Buse dell'Oro. Ovviamente da solo perché in queste incerte ravanate è meglio non avere nessuno sulla coscienza :)


Costeggio il Lago di Paneveggio

Baito Buse dell'Oro

Ho perciò dovuto parcheggiare a Paneveggio, perché altrove ci sono ovunque i maledetti divieti 21.00 - 04.00 per contrastare i camperisti. Dopo aver costeggiato la riva sud del Lago di Paneveggio, mi sono inoltrato fino al Pian de Ceremana, non prima di aver visitato l'ex Cimitero Militare (sulla riva sx orografica del Rio Buse dell’Oro), dove erano sepolte più di 500 salme. Molti morti sono stati vittime non solo delle battaglie ma anche del terribile inverno del 1916. Altre 250 salme erano nel vicino cimitero delle Buse dell'Oro. I due cimiteri furono smantellati negli anni '40.


L'ex Cimitero militare di Ceremana

Foto d'epoca, qui erano sepolte oltre 500 salme

Ho proseguito per la forestale e poi per il sentiero, trovando quasi subito l'attacco della strada miliare: la parte iniziale è molto bella, la marcia è ostacolata solo dai molti schianti di alberi o da grossi massi caduti che ingombrano il passaggio. Man mano che si sale di quota, con larghi zig zag, le cose però si complicano: la mulattiera è martoriata da frane che l'hanno cancellata per parecchi tratti trascinando tutto giù per ripidi canaloni. Devo quindi attraversare molte disagevoli pietraie, sperando che dai roccioni soprastanti, a occhio parecchio instabili, non si stacchi qualcosa.



Essendo una mulattiera che sale con pendenza costante, è relativamente facile ritrovarla al di là di ogni frana, sia pure sacramentando e ravanando su pietraie infami dove tutto scivola verso valle appena appoggi il piede. Nella parte alta, la mulattiera si sposta con un traversone fuori dalla traiettoria delle frane e il percorso migliora decisamente fino ad arrivare nella zona delle Buse dell'Oro, dove c'era un importante accampamento e dove arrivava un'altra strada militare proveniente da Malga Colbricon. Con calma e pazienza, riesco a percorrere tutto il tracciato originale, con minime variazioni dovute allo scavalcamento delle frane. Una grande soddisfazione! Ho mappato tutto col GPS e ora la strada militare che sale da Ceremana è su OpenStreetMap :) .


La traccia di salita lungo la mulattiera di guerra

Il meraviglioso Baito Buse dell'Oro

L'interno del baito, rustico ma bellissimo e confortevole

La spianata davanti al baito

Arrivo al bellissimo Bivacco Buse dell’Oro, dove ho già bivaccato più volte, con largo anticipo rispetto al previsto, quindi gironzolo un po’ nei dintorni curiosando qua e là in attesa che cali la sera. Quando ormai è sera e mi preparo a prendere possesso del bivacco, sento delle urla di gente che sta arrivando :( ((. Evidentemente non trovano il bivacco, perché si chiamano in continuazione da una parte all’altra del bosco sottostante. Una meravigliosa nottata solitaria in bivacco è rovinata!  >:(


Inizio a salire verso la cima del Piccolo Colbricon

Sono quasi sulla dorsale, il sole sta già tramontando

Faccio un rapido calcolo e decido di andare a dormire al Bivacco Aldo Moro, sperando che sia vuoto. Ma la cosa non è tanto semplice perché sono già le sei di sera, sono diversi km, 600 m di dislivello e il buio ormai incombe: devo raggiungere anzitutto la cima del Piccolo Colbricon 2511 e da lì scendere per l’erto canalino di sfasciumi che porta al Passo Colbricon. Quindi sciropparmi l’eterno traversone fino al bivacco, circa 2 ore di marcia sulle accidentate placconate sotto Ceremana. Per fortuna sono posti che conosco a menadito, quindi sono relativamente tranquillo, mi basta arrivare in cima al Passo Colbricon con un po’ di luce per poter affrontare il canalone in discesa.


Salendo verso Cima Piccolo Colbricon, ultime luci sulle Pale di S. Martino

Parto di buona lena, risalgo i magnifici costoni delle Buse dell’Oro per il vasto versante nord, mentre calano le tenebre e le Pale di S. Martino si colorano di una luce rosa meravigliosa. Un branco di camosci mi osserva da cima Stradon e mi “accompagna” per un tratto nella mia stessa direzione verso la cima. Il gps del cellulare mi è di molto aiuto per mantenere la giusta rotta con la poca luce che rimane e diventa sempre più fioca. Devo risalire vaste placconate di porfido abbastanza facili che si insinuano però in una miriarde di conche e vallette, quindi il percorso è abbastanza tortuoso. All’ora prevista sono in prossimità di Cima Colbricon, che lascio perdere per dirigermi immediatamente verso l’imbocco del canalino: il buio ormai incombe, tiro fuori la frontale e mi preparo a scendere nel budello di sfasciumi. Per fortuna l’ho già fatto diverse volte, altrimenti avrei avuto abbastanza paura...


Eccomi all'imbocco del canalino poco sotto cima Piccolo Colbricon, ce la farò a scendere?

Scendo con attenzione, l'inizio è erto e gli sfasciumi assai instabili, mi pare quasi di non vedere il fondo nell'oscurità ma so che non ci sono salti di roccia. Così lentamente e con calma scendo per il canalone fino in fondo senza danni. Ho quasi più difficoltà a traversare verso il Passo Colbricon per i costoni pratosi, ripidi e scivolosi, mi rendo che non c'è neppure uno spicchio di luna a rischiarare un po' il paesaggio.


Sguardo verso l'alto del canalone appena disceso, a destra i vecchi cordini della Grande Guerra sfasciati dal tempo e quindi , quasi inservibili.

Raggiungo il passo, ora mi aspettano quasi due ore di marcia per arrivare al bivacco Moro: per fortuna conosco bene la zona. L'assenza di luna è il buio pesto mi obbligano spesso a fermarmi a cercare i segni, Gps del cellulare alla mano. La pila frontale non è potentissima e devo stare attento a non perdere la direzione giusta. Ogni tanto mi trovo a vagolare sulle accidentate placche rocciose come un rabdomante in cerca della vena d'acqua :). Fortunatamente non fa freddo, la temperatura è mite e me la prendo abbastanza comoda, stando soprattutto attento a non perdere il sentiero, peraltro ben segnato. Arrivo a forcella Ceremana inghiottita nel buio, quindi il lungo traversone sulle placche fino alla dorsale nord di Cima Ceremana. Proseguo ancora, il gps è una bella sicurezza, vedo il bivacco che si avvicina sulla mappa ma il sentiero sembra non finire mai. Quando arrivo a tiro cerco di individuarlo ma al buio è impossibile. Soprattutto spero non ci sia nessuno dentro, sono già le 21.30 e mi seccherebbe buttare giù tutti dalla branda. Poi improvvisamente eccolo apparire nel cono di luce della pila: salvo!


Il Bivacco Aldo Moro 2565 appare all'improvviso nel buio

Il percorso fatto, buona parte al buio :)))

Non sono neanche così stanco, faccio qualche foto al bivacco e poi mi preparo per la notte, che sarà molto agitata per via del freddo intenso. Anche se ora non fa freddo, la notte scende sicuramente sotto zero come ho capito vedendo rivoli d'acque e pozze ghiacciate. Finalmente mi metto a letto sulle scomode e strette brande, per fortuna ci sono materassini e coperte in quantità. In fondo è stata una bellissima ravanata notturna. Buona notte!


Ultima foto prima di andare a nanna

[continua...]
2° giorno, Biv. Aldo Moro - Trinceramenti sulle Cime senza nome tra Forcella Ceremana e Colbricon Ovest
http://girovagandoinmontagna.com/gim/lagorai-cima-d'asta-rava/(lagorai)-dal-bivacco-aldo-moro-alle-cime-senza-nome-a-est-di-forcella-ceremana/
« Ultima modifica: 27/10/2017 15:34 da AGH »
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Offline Xtreme

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Effettivamente una ravanata notturna ti mancava forse.....  :o

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Veramente no, ne ho fatte parecchie anche se questa è forse la più bella

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Offline SPIDI

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Bel giro ! :)
Mi sono chiesto molte volte se è giusto mappare tutti i sentieri anche quelli in posti relativamente selvaggi e isolati togliendo quel poco di mistero che li circonda ..... cosa ne pensate voi in merito ?
Bisogna andare dove pochi sono andati per vedere   
ciò che pochi hanno visto

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Bel giro ! :)
Mi sono chiesto molte volte se è giusto mappare tutti i sentieri anche quelli in posti relativamente selvaggi e isolati togliendo quel poco di mistero che li circonda ..... cosa ne pensate voi in merito ?

capisco quel che vuoi dire ma, in questo caso, ritengo che la mappatura contribuisca a impedire l'oblio di tracce storiche, che altrimenti andrebbero perdute. Se poi uno vuole il "mistero", basta che vada al di fuori di qualsiasi traccia e ne ha fin che vuole :) Su OSM infatti si mappa solo quello che c'è sul terreno
« Ultima modifica: 26/10/2017 08:25 da AGH »
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Offline piesospinto

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capisco quel che vuoi dire ma, in questo caso, ritengo che la mappatura contribuisca a impedire l'oblio di tracce storiche, che altrimenti andrebbero perdute. Se poi uno vuole il "mistero", basta che vada al di fuori di qualsiasi traccia e ne ha fin che vuole :) Su OSM infatti si mappa solo quello che c'è sul terreno

Rispetto a quanto dice SPIDI, non penso ci sia questo problema. Basta non guardare OSM e il fascino della scoperta rimane intatto. Per fare un esempio analogo, spesso io cerco report di zone che voglio esplorare a posteriori proprio per non privarmi del piacere dell'esplorazione a naso.

Invece in merito alla tracciatura di "tutto quello che c'e' sul terreno", ho una domanda da primitivo e deluso utilizzatore occasionale di OSM, che mi ronza dentro da tempo, e che riguarda la sua affidabilità qualitativa.
Un paio di volte mi e' capitato di seguire delle tracce di OSM, perché' non avevo alternative, trovandomi pero' regolarmente nelle rogne, come se non avessi seguito alcuna traccia. Infatti non esiste, o non ho trovato, un attributo che esprima la qualità' di quello che c'e' sul terreno, a parte che si tratta di un sentiero, strada, ecc. In pratica, non trovo il sentiero continuo, tratteggiato, puntinato che ho sulle mappe vere.
Conoscendo la tua affidabilità e precisione, sono andato a vedere la traccia su OSM. E non ho trovato indicazioni di questo:
"la mulattiera è martoriata da frane che l'hanno cancellata per parecchi tratti trascinando tutto giù per ripidi canaloni. Devo quindi attraversare molte disagevoli pietraie"

Allora chiedo: sono io che non ho capito qualcosa di OSM e non lo so usare, oppure in una situazione del genere (in mancanza di altri strumenti, tipo un tag che identifica la traccia sul terreno come fatiscente) non sarebbe stato meglio lasciare degli spazi di discontinuità sulla traccia (non necessariamente in esatta corrispondenza delle frane, il che sarebbe un lavoraccio infame) in modo da evidenziare il tratto in cui la vecchia strada c'e' e non c'e'?
Mi e' chiaro che essendo uno strumento di community OSM ha un concetto di responsabilita' qualitativa (passatemi il termine) molto blando, soprattutto nel caso in cui una traccia e' roba per puristi e quindi difficilmente verra' corretta o aggiornata da qualcun altro. Pero' mi immagino la scena del padre che porta la famigliola a seguire la vecchia strada di guerra, e si trova a fare dietro front sul primo ghiaione con la moglie imbestialita ed i bambini piangenti  :)
Mauro

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Belle osservazioni, provo a rispondere :)

Rispetto a quanto dice SPIDI, non penso ci sia questo problema. Basta non guardare OSM e il fascino della scoperta rimane intatto. Per fare un esempio analogo, spesso io cerco report di zone che voglio esplorare a posteriori proprio per non privarmi del piacere dell'esplorazione a naso.

sì anche. Va detto però che in questo caso la traccia c'è già su diverse carte, dalle IGM e poi copiate e incollate sulle varie  Kompass etc. Io ho semplicemente fatto una "verifica" sul terreno, provando a vedere se la traccia esiste ancora ed è percorribile

Citazione
Invece in merito alla tracciatura di "tutto quello che c'e' sul terreno", ho una domanda da primitivo e deluso utilizzatore occasionale di OSM, che mi ronza dentro da tempo, e che riguarda la sua affidabilità qualitativa.
Un paio di volte mi e' capitato di seguire delle tracce di OSM, perché' non avevo alternative, trovandomi pero' regolarmente nelle rogne, come se non avessi seguito alcuna traccia. Infatti non esiste, o non ho trovato, un attributo che esprima la qualità' di quello che c'e' sul terreno, a parte che si tratta di un sentiero, strada, ecc. In pratica, non trovo il sentiero continuo, tratteggiato, puntinato che ho sulle mappe vere.

"l'affidabilità qualitativa" dipende dai singoli mappatori, c'è chi mappa bene e chi no. C'è da dire che il sistema dovrebbe autocorreggersi, come per Wikipedia, questo però non succede sempre perché i mappatori su OSM sono relativamente pochi, cosicché gli errori o le mappature fatte male possono restare lì per anni, specie se si tratta di percorsi fuori mano. Io ho beccato parecchi tizi che avevano mappato dei sentieri in realtà mai percorsi, questo è scorretto. A volte li ho corretti io, a volte ho chiesto che li correggessero gli autori (tutto è tracciato in OSM e puoi risalire a tutte le modifiche e relativi autori).

L'attributo che esprime il tipo di sentiero c'è, anzi sono due: quello relativo alla difficoltà e alla visibilità. Purtroppo questi non sono resi con chiarezza poi nei vari render delle mappe, qui scontiamo il fatto che purtroppo non esiste una interfaccia soddisfacente per l'escursionismo che differenzi bene i sentieri in base alla visibilità :(

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Allora chiedo: sono io che non ho capito qualcosa di OSM e non lo so usare, oppure in una situazione del genere (in mancanza di altri strumenti, tipo un tag che identifica la traccia sul terreno come fatiscente) non sarebbe stato meglio lasciare degli spazi di discontinuità sulla traccia (non necessariamente in esatta corrispondenza delle frane, il che sarebbe un lavoraccio infame) in modo da evidenziare il tratto in cui la vecchia strada c'e' e non c'e'?

Io come tag, in questo caso, ho utilizzato "visibilità del tracciato: non sempre visibile". Credo sia un buon compromesso, certo avrei potuto mappare tutte le interruzioni ma diventava un lavoraccio assurdo. In ogni caso sono interruzioni per frane larghe qualche decina di metri. Il problema come detto è che poi le mappe non mostrano con chiarezza le distinzioni in base alla visibilità sei sentieri. Ma l'informazione su OSM spesso c'è.

Citazione
Mi e' chiaro che essendo uno strumento di community OSM ha un concetto di responsabilita' qualitativa (passatemi il termine) molto blando, soprattutto nel caso in cui una traccia e' roba per puristi e quindi difficilmente verra' corretta o aggiornata da qualcun altro. Pero' mi immagino la scena del padre che porta la famigliola a seguire la vecchia strada di guerra, e si trova a fare dietro front sul primo ghiaione con la moglie imbestialita ed i bambini piangenti  :)

questo è possibile, ma potrebbe succedere anche con la IGM o con la Kompass, dove la traccia c'è e pare ben percorribile :) In ogni caso, il padre coscienzioso, capirebbe velocemente il tipo di traccia che può aspettarsi dopo averla percorsa poche centinaia di metri: assenza di numerazione sentiero sat, nessuna indicazione, sassi e macigni sulla traccia, schianti, frane :). Se uno vuole andare tranquillo con moglie e bambini va sui sentieri Sat.

Resta certamente il problema delle mappature, a volte ottime, a volte no, a volte assenti. Ma questo problema può essere mitigato parecchio dal numero dei mappatori. Molti mappatori significano molti controlli incrociati, ergo una qualità media migliore. Io lo dico sempre a tutti: hai usato le mappa OSM? Ne hai tratto vantaggio, ti ha tirato fuori dalle peste, ti ha indicato un sentiero con precisione maggiore rispetto ad altre mappe? Tutto questo è perché qualcun altro si è rotto il culo a mappare :) Quindi, se tutti restituissero qualcosa, il sistema migliorerebbe a vantaggio di tutti. Spero di essere riuscito a spiegarmi...
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Offline piesospinto

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L'attributo che esprime il tipo di sentiero c'è, anzi sono due: quello relativo alla difficoltà e alla visibilità. Purtroppo questi non sono resi con chiarezza poi nei vari render delle mappe, qui scontiamo il fatto che purtroppo non esiste una interfaccia soddisfacente per l'escursionismo che differenzi bene i sentieri in base alla visibilità :(
Grazie, è più o meno quello che mi aspettavo. Meno male che mi sono autodenunciato come primitivo ed occasionale  ;). In effetti bisogna fare due click in più per scoprire che la visibilità è intermedia, e che questo vuol dire che la traccia a volte si vede e a volte no. E arrivando sul wiki si ha la chiara percezione del fatto che si tratti di open STREET map, estesa a open CYCLE map, ma non ancora abbastanza a open HIKE map

Citazione da: AGH
... potrebbe succedere anche con la IGM o con la Kompass, dove la traccia c'è e pare ben percorribile :) In ogni caso, il padre coscienzioso, capirebbe velocemente il tipo di traccia che può aspettarsi dopo averla percorsa poche centinaia di metri: assenza di numerazione sentiero sat, nessuna indicazione, sassi e macigni sulla traccia, schianti, frane :). Se uno vuole andare tranquillo con moglie e bambini va sui sentieri Sat.
Altro che se succede anche sulle carte ufficiali!
Il padre coscienzioso non ha problemi, ma io ho volutamente omesso l'aggettivo  ;)
Piccolo off-topic: qui da noi siamo veramente in un'isola felice per quanto concerne la segnalazione dei sentieri. In altre zone fanno quello che possono con le risorse che hanno (sempre lodati siano i volontari!), ma rispetto a noi c'è un abisso.
Mauro

Offline Succi

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Bel giro ! :)
Mi sono chiesto molte volte se è giusto mappare tutti i sentieri anche quelli in posti relativamente selvaggi e isolati togliendo quel poco di mistero che li circonda ..... cosa ne pensate voi in merito ?
Ciao Spidi, condivido il tuo pensiero , ripensando a qualche traccia fatta in tempi remoti con mio papà cercata e gustata sul terreno, in totale scoperta del territorio o di recente per il puro gusto di andare su terreno vergine...Qualcosa va custodito in quanto prezioso!credo comunque sia una minoranza che cerca itinerari di pura esplorazione.

Offline Succi

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Veramente no, ne ho fatte parecchie anche se questa è forse la più bella
Nuova sezione...girovagandoinmontagnabynight!!! Bellissima la foto notturna del bivacco!!👍

« Ultima modifica: 26/10/2017 20:25 da Succi »

Offline SPIDI

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capisco quel che vuoi dire ma, in questo caso, ritengo che la mappatura contribuisca a impedire l'oblio di tracce storiche, che altrimenti andrebbero perdute. Se poi uno vuole il "mistero", basta che vada al di fuori di qualsiasi traccia e ne ha fin che vuole :) Su OSM infatti si mappa solo quello che c'è sul terreno

Io non mi riferivo alla mulattiera da te percorsa e mappata,sono favorevole a mappare le vecchie mulattiere e sarei ancora più favorevole al loro ripristino magari da parte di quei operai del cosiddetto Progettone che gironzolano per i paesi senza sapere bene cosa fare  ::)   quello che intendevo io è se è giusto registrare e mappare sentieri tipo quello percorso da kobang e banda sopra Borgo Valsugana  :)
Bisogna andare dove pochi sono andati per vedere   
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Offline AGH

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mah non so, dipende caso per caso direi... comunque quello di Kobang alla fine non l'abbiamo mappato :)
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Offline AGH

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update: il versante con la mulattiera è stato letteralmente raso al suolo da Vaia nel 2018, perciò è impraticabile
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