Monte Croce visto dalla cima quota 2265 lungo il crinale Cima D'Ezze - Monte SlimberCima d’Ezze - Monte Slimber - Nuovo sentiero Delio Pace* Studiando la cartina, mi par di vedere un percorso interessante sopra il
rif. Sette Selle, cioè
il crinale che da Cima d’Ezze congiunge il Monte Slimber e il Passo dei Garofani. La mappa (Kompass) segna degli incerti “pallini” , quindi percorso rognosetto par di capire. Del resto la cresta in questione appare molto accidentata e a tratti impraticabile al comune escursionista. Decido di andare a vedere, alla peggio mi contenterò di Cima d’Ezze che non ho mai salito nonostante l’avessi adocchiata parecchie volte in giri limitrofi.
Dal parcheggio nei pressi di
Frotten in Val dei Mocheni, preso quasi d’assalto dal turistame diretto al lago di Erdemolo, dirigo velocemente verso il
rif. Sette Selle m 2014. Passando alcuni anni fa al rifugio avevo trovato dei lavori in corso e avevo temuto la solita “valorizzazione”. Invece è stata una bella sorpresa trovare uno splendido rifugio, perfino coi fiori alle finestre! Entro a bere un caffè per chiedere lumi. Una ragazza mi dice che non solo il percorso è fattibile ma che è stato inaugurato di recente il nuovo sentiero, il 18 luglio, per escursionisti esperti, recuperato e con la segnaletica rinnovata, intitolato a
Delio pace*, che ripercorre le vecchie tracce militari (500 m dislivello, 3 ore). Confortato dalla notizia, parto all’attacco di
Forcella d’Ezze, che raggiungo abbastanza rapidamente. Vedo per poco il bel Lago d’Ezze, che avevo visto da vicino nella precedente salita a Sopra Conella, che appare e scompare tra le nebbie. Nei pressi della forcella alcune trincee e manufatti della guerra sono stati ripristinati. Da una parte apprezzo, dall’altra però mi chiedo il senso di tirar su qualche muretto, tra l’altro crollato di recente (quelli originali sono lì ancora intatti dopo 100 anni!): o si rifanno i baraccamenti come erano una volta o tanto vale lasciar perdere. O no? Tirar su in qualche maniera qualche muro a secco e metterci una tabella mi pare serva a poco se non, forse, a succhiare il solito finanziamento europeo (fine polemica). Dalla forcella il sentiero si arrampica sul crinale, c’è qualche tratto esposto e spesso bisogna aiutarsi con le mani. Con un po’ d’attenzione si arriva senza difficoltà su Cima d’Ezze m 2362, con libro di vetta, la solita “madonnina” e una simpatica panca in pietra. Il panorama è grandioso ma il tempo come previsto sta peggiorando, dal
Lago d’Ezze arrivano nebbioni che mi fanno temere il peggio.
Fortunatamente il tempo si mantiene buono, decido comunque di proseguire senza fermarmi in vetta onde evitare possibili temporali pomeridiani. Il sentiero cala ripido sul versante opposto, con passaggi di 1° grado, qualche tratto esposto ma nulla di tremendo. Conviene tenere bene gli occhi aperti e seguire i segni, perché in alcuni punti è facile sbagliarsi e infognarsi su dirupi veramente brutti e pericolosi. Contrariamente a quel che pensavo, il sentiero non percorre il crinale principale verso ovest, che credo sia impraticabile, ma si abbassa lungo il crinale secondario verso nord. C’è una
meravigliosa fioritura di silene ovunque tra le rocce, uno spettacolo. Dopo aver aggirato uno sperone roccioso, il sentiero gira decisamente verso ovest per calare in un’ampia conca nella
zona selvaggia di Cima Cagnon dove non esiste alcun sentiero (altro bel posto da esplorare prossimamente). Si cala ancora di quota avvicinandosi al crinale che si riguadagna dopo un erto costone tra rododendri. C’è una specie di forcella, vedo un sentiero che scende ma qui sbaglio clamorosamente la direzione (la segnaletica non mi sembra chiarissima) e proseguo per la dorsale salendo sulla
cima segnata con quota 2265. Salendo mi viene effettivamente qualche sospetto perché i segni scompaiono improvvisamente mentre ci sono gli ometti in pietta. In cima c’è un grosso ometto di pietre e un panorama strepitoso. Si vede bene tra l’altro il crinale di
Cima Sette Selle sopra la forcella d’Ezze, e il perché non è il caso di salire da quella parte: anche se quel versante sembra invitante e fattibile dalla forcella, il crinale in realtà si interrompe con un profondo intaglio a picco su insidiosi dirupi. Dopo la sosta in cima, guardo se si può proseguire per il crinale ma intravedo dei baratri e non mi pare il caso. Torno indietro, scendo alla forcella e ritrovo il sentiero che si infila in un ripido canalino sul versante del rifugio. In fondo al canalino il sentiero riprende quota, riguadagna il crinale affilato con qualche passaggio esposto: due staffe infisse nella roccia aiutano a passare il tratto più ripido. La dorsale spiana, ecco finalmente il
Monte Slimber m 2204: è fatta! Il tempo sembra tenere, decido di fermarmi a mangiare.
Dopo pranzo, a pochi metri dove mi ero fermato a mangiare, scendendo al passo dei Garofani vedo una
bella viperotta che si dà alla fuga: riesco comunque a scattare qualche foto. Dal
Passo dei Garofani m 2150 non scendo verso il rifugio Sette Selle ma proseguo verso
Passo Palù m 2071. Abbandono la mezza idea di salire verso Monte Conca, Passo Cagnon e Passo S. Mattio per scendere dal Rujoch, troppo lunga e col meteo dubbio, meglio non approfittare troppo della buona sorte.
Dal passo Palù, invece di prendere il
sentiero 370 che cala verso Ausertol decido dunque di deviare per un sentiero senza numero poco più a nord, ma ben tracciato, che raggiunge il costone “Pleza Bela” proprio di fronte al Rujoch. Il sentiero scende ora per alcuni tornanti e si ricongiunge ad una strada forestale che attraversa bellissimi boschi fino a Maso Ausertol, dove intercetto il percorso dell’andata fino al parcheggio di Frotten. 1000 mt di dislvello, circa 12 km.
---
*Delio Pace figura di spicco della seconda metà del 900, è stato il punto di riferimento giuridico per numerosi enti, dal Comune di Pergine di cui fu segretario per passare poi a quello di Trento, al Comprensorio che accompagnò nella nascita e nei primi anni, al TAR di cui fu giudice per una decina d'anni, all'associazionismo locale cui partecipò attivamente, in particolare allo SC Panarotta ed alla SAT. Studioso di diritto amministrativo, fu particolarmente esperto sulle amministrazioni dei beni d'uso civico, che valorizzò in vari convegni e scritti.