Si parte dal parcheggio dell’hotel SAT-Lagorai in val Campelle. Risaliamo con passo spedito il bosco fino ai paludosi pascoli della val Montalon, che si presenta comunque per quella che è: una delle più belle del Lagorai.
Attraversato il rio, raggiungiamo la malga Montalon.
Un abbaiare di cane all’interno della malga e un micio bianco sembrerebbero indicare vita “umana”, ma non si vede nessuno.
Proseguiamo verso il lago e la forcella, dove ci accoglie un venticello mica male.
Malga Montalon dal sentiero verso il lago
Il sentiero verso forc.Montalon
Lago Montalon
Una bella veduta del versante est dell'elegante Pala del Becco
Sul sentiero che va a forc. Valsorda (SAT 322) arriviamo all’altezza del Mugon di Cazzorga, che si protende in val delle Stue. Qui comincia la salita alla nostra mèta ed io pago dazio per il mio scarsissimo allenamento.
La traccia è data della mulattiera militare che passa dapprima, alta sul 322 e parallela ad esso, sotto alcuni salti rocciosi
e, all’aprirsi dell’ampio ed evidente vallone che scende dalla cresta principale, piega decisamente a sud e lo risale lungo il suo fianco ovest.
Non sempre il sentiero è ben visibile ma numerosi ometti, che “rimpolpiamo”, conducono senza possibilità di errore agli ampi e dolci pendii superiori. Sempre su traccia della GG ma con direzione opposta (ovest) ci portiamo alla marcata forcella che chiude la cresta ovest di c. delle Buse.
La mulattiera nel tratto verso ovest con la forcella punto di partenza per la salita alla cima.
Con percorso libero ci inerpichiamo sul ripido pendio finale e siamo su.
Prime rampe
In cima
Riposo in vetta
I panorami ci sono familiari e tuttavia i nostri occhi non si stancano di ammirarli. Poca aria, non troppo caldo, si sta benone.
Verso cima d'Asta e col di s. Giovanni
La lunga cresta che va alle varie quote del Montalon. In secondo piano c. Stelune.
Pala del Becco
Torniamo giù alla forcella
e caliamo a sud nel vallone che va a perdersi in val Montalon, verso malga Costa.
Prima di raggiungere i sassi di cui è cosparso il fondo, tagliamo alti verso sud-est su pendio erboso.
e con breve risalita siamo sulla q. 2466. Da qui si notano gli appicchi meridionali e l'erboso cocuzzolo sommitale di cima della Buse, cui essa è collegata da una breve cresta.
Scendendo per un breve e non difficile canalino,
aggiriamo il salto che chiude a sud la quota. Da qui in avanti solo pascolo.
Percorsa la lunga e ampia dorsale
ecco il bosco che dovrebbe portarci diritti più o meno al parcheggio. Ma il sentiero segnato in cartina non si trova né di qua né di là, così scendiamo “a panza”, ma con occhio vigile al GPS, giù per ripido e malagevole boscaccio. La discesa è fortemente rallentata da una cospicua raccolta di finferli…
e chi mai viene quassù a cercar funghi?
La quota e il canto del rio Montalon ci dicono che siamo quasi alla fine. Un attraversamento del torrente su precario ponte naturale
ci conduce al sentiero percorso in mattinata e al frequentato albergo SAT-Lagorai.
La voglia di Lagorai era ribollente dentro di noi. Ce la siamo levata con una magnifica escursione, nella prima parte classica, avventurosa e originale nella seconda.