In vetta al Cimon della RoaDa una precedente escursione a Cima Stellune avevo adocchiato due cime invitanti e ignote: Castel di Bombasel 2535 e
Cimon della Roa 2558. La prima è troppo lontana e pare anche rognosa, quindi decido di tentare il Cimon della Roa raggiungendolo dalla Valsugana. Nelle foto scattate da Cima Stellune mi studio bene il percorso: l’unica via di salita da sud (a nord c’è sicuramente neve) sembra essere quella per un ripido canalino erboso e, forse, delle possibili tortuose vie sul ripido fianco ovest tra prati scoscesi e roccette.
Cimon della Roa visto da Cima Stellune: in rosso il percorso di salita ipotizzato Parto (tardi) da
Ponte Conseria 1468, quindi per lunga forestale fino a
Malga Valsorda Prima 1863, da dove prendo una ben conosciuta traccia che risale i
Campivoli di Dentro fino a Passo Valcion 2076. Qui il paesaggio meraviglioso lascia già generalmente imbambolati, ma coi colori dell’autunno si rimane ancor di più a bocca aperta.
Cima delle BuseSalendo verso Passo Valcion: sullo sfondo Malga ValsordaCima Stellune, al centro Forcella Busa della Neve dove devo scollinarePasso Valcion verso Malga Vacion e Cima d'AstaPasso ValcionCauriol visto da Passo ValcionPrendo ora il
sentiero 318 che abbandono nei pressi del piccolo laghetto effimero senza nome, e risalgo la bella valletta che, tra resti di reticolati della Grande Guerra, conduce alla
Forcella Busa della Neve 2367.
Laghetto effimero verso Cima StelluneLarici sui Campivoli di DentroQui come mi aspettavo c’è neve, anzi più di quel che pensavo: il
fianco nord di Cima Stellune che pensavo di fare la ritorno lo lascio subito perdere (ho ovviamente dimenticato i ramponcelli nell’altro zaino). Affronto il
tratto attrezzato con la dovuta calma, con fastidiosi tratti innevati di neve già crostosa e ghiacciata. Quando finisce il cordino c’è il tratto più insidioso: il sentiero è coperto di neve e bisogna stare molto attenti perché il costone è molto ripido.
Il tratto attrezzato, sotto la Val Moena
Guardando indietro dopo il tratto attrezzato verso Forcella Busa della Neve: a sx le "striscioline" del sentiero, a dx il versante nord di Cima Stellune
Cimon di Busa Grana (a sx) e Cimon di Val Moena
A quota 2350 abbandono il sentiero (non cerco neppure l’inesistente diramazione verso NO che, secondo la Kompass, dovrebbe costeggiare il Cimon della Roa sul versante Ovest), e mi dirigo alla base della
conca pietrosa che da’ l’accesso al canalino. Guardandolo dalla forcella Busa della Neve pareva quasi proibitivo, da vicino non sembra così terribile e soprattutto non così verticale.
Cimon della Roa visto da Forcella Busa della Neve, non sembra così tremendoAggiro le pietraie e inizio a salire con attenzione per il canale erboso molto ripido, con erba alta stopposa e “pungigliosa”. Lentamente mi alzo di quota, uno scivolone su queste pendenze potrebbe avere conseguenze imprevedibili. Faticosamente ma senza intoppi e zigzagando per cercare gli appoggi migliori nell’erba, riesco a risalire tutto il canalone, che verso il finale ha una pendenza meno sostenuta fino alla bellissima
cima a 2558 metri, un lungo crinale pianeggiante che
si affaccia sul Vallone verso il Lago Lagorai. Panorama entusiasmante e da una angolazione insolita rispetto a quelle abituali.
Quasi in cima al canalino, sullo sfondo Cima StelluneVista sulla valle di Lagorai e lago omonimoDalla cima verso Castel di BombaselLago LagoraiVista dalla vetta su Cima Laste delle Sute e Cima d'AstaVista verso Cima LagoraiIn vetta al Cimon della RoaVista su Cima Laste delle Sute, Laghetti e forcella di Lagorai, sull sfondo Cima d'AstaDopo una sosta e frugale pasto con due panini (maledetti, li avrò sul gozzo per ore!), affronto con una certa apprensione la discesa. Appena mi affaccio sul canalone scivolo subito sull’erba stopposa e vado col sedere per terra! Abbenon! Mi concentro meglio e inizio a scendere con molta attenzione, per fortuna ho i bastoncini che sono una manna in queste situazioni. In circa 20 minuti sono alla base del canalone, dove riprendo il sentiero per salire alla
forcella Buse dell’Oro 2468.
Salendo verso Forcella Buse dell'OroAppena mi affaccio sul versante verso i
Laghetti di Lagorai non ho una bella impressione:
c’è molta più neve di quel che mi aspettassi. Circa 20-30 cm, a tratti crostosa e ghiacciata. Il sentiero non si vede!
Per fortuna scorgo delle vecchie tracce che, devo ammettere, mi aiuteranno parecchio perché altrimenti il sentiero sarebbe stato introvabile. Nulla di particolarmente grave, a parte l’ora ormai tarda, ma sicuramente avrei penato più del necessario per raggiungere
Forcella Lagorai 2372. Per fortuna avevo i nuovi scarponcini alti Asolo, altrimenti mi sarei infradiciato i piedini. Dalla forcella Lagorai, dove si possono notare parecchie
matasse di reticolati abbandonati sui ghiaioni, inizio la discesa
verso la Val Ziotto. A
quota 2160 trovo la deviazione col 316, che già conoscevo, che mi riporta a
Passo Val Cion. Meravigliosa la vista su Cima D’Asta al tramonto e sulla conca di Malga Val Cion, purtroppo già in ombra.
Il versante "rovescio" pienio di neve dalla Forcella Buse dell'Oro verso Forcella Lagorai, il sentiero è pressoché invisibileForcella Lagorai col Lago omonimoMatasse di reticolati della Grande Guerra abbandonati sui ghiaioniScendendo verso la Val Ziotto, vista sulle Pale di S. MartinoVista su Cima d'AstaSarei tentato di proseguire per il
Col della Palazzina ma ormai sta per imbrunire ed è meglio affrettare il passo. Riprendo dunque la lunga discesa per la strada dell’andata, gli ultimi km col buio però rischiarati dalla luna, per cui non mi serve neppure tirar fuori la frontale. Alle 19.30 sono a Ponte Conseria, sano e salvo come sempre
)
Sviluppo 24 km, disl. 1200 circa.
Il percorsoEscursione fatta il 24 ottobre 2012