Ho approfittato della probabile ultima giornata pseudoestiva per conoscere posti nuovi
.
E finalmente sono arrivata a tiro di quella affascinante scalinata del Tombolin di Rava, in una giornata che più bella non si poteva.
L' ho approcciata dalla forcella Tombolin
e, aggirato uno spuntone di roccia, risalita pian piano, rimirando e considerando che quello che per me era bello per altri è stato nel migliore dei casi solo fatica
Risalita la scalinata, volevo raggiungere la cimetta più alta, che mi è rimasta preclusa per un paio di metri di salto che non ho avuto l' ardire di superare, non ero sicura di saper ridiscendere. Bello il gioco di gallerie e trincee che ho seguito per alcuni metri
per poi riprendere l' invitante sentiero di cresta verso il frate
che appare abbastanza vicino, da lì
passando, un' occhiata verso la malga Rava di sopra e gli annessi lago primo e lago di mezzo
su e giù per le creste
fino ad arrivare al frate, che ho ammirato ben bene dalla cima del Frate
un' ultima occhiata
e poi ho deciso di tornare alla forcella di partenza per la variante b, per evitare la cresta già percorsa all' andata, abbassandosi dalla parte sud per poi risalire alla forcella Tombolin.
Quindi ho ripercorso un breve tratto di trincea scavata nella roccia (erano ben magri quei poveri soldati!)
e preso a destra la deviazione, anch' essa con segnavia bianchi e rossi.
Io pensavo di farla più facile, invece c' era da passare proprio l' apparente impossibile
alla fine più facile di quel che sembra
ma comunque con molta attenzione
visibili e ancora in ottime condizioni le fatiche dei militari per addolcire la montagna
un' ultimo passaggio ardito e poi finalmente ho toccato la "terraferma", dando un' ultima occhiata a ritroso
cercando con gli occhi il percorso a mezza via per superare quelle pareti diritte.
Poi ho risalito quel centinaio di metri riguadagnando la forcella
Molto bello il giro, un acccenno anche ai panorami circostanti, grandiosi
la cima Caldenave con il lago Grande
uno sguardo verso le Pale di San Martino
e i campanili di val Orsera, che si stagliavano nitidi contro il cielo.
Uno spettacolo