Quest’anno mi sono dedicato all’esplorazione di zone di Lagorai ancora ignote. Stavolta tocca all’impervio
vallone di Ceremana, visto tante volte e mai affrontato. Parto dunque dal
Lago di Paneveggio 1455 con l’idea di arrivare al
Bivacco Aldo Moro m 2565 e, se ancora in forze, fare
Cima Bragarolo (o Bragagnolo come indicato erroneamente in alcune mappe). Costeggio il lago, molto più lungo del previsto, ben 2 km prima di arrivare alla deviazione col sentiero 337.
Lago di Paneveggio
Abete secolare
Distesa di "slavaci", da cui suppongo derivi il nome di molti toponomi della zona
Il paesaggio inizia ad aprirsi, ecco il Passo Lusia con lo sfondo dolomitico del Catinaccio
Dopo il
baito Ceremana decido di salire per il
sentiero 376, un vecchio camminamento militare purtroppo sconciato in basso da un disboscamento
. Nella parte più alto, dove sale con strette serpentine, il sentiero diventa molto bello tra grandi alberi secolari, fino all’uscita dalla zona boscosa in una splendida radura a ridosso della
piccola cima di Bragarolo 2181. E' un piccolo cocuzzolo roccioso colonizzato da cirmoli, lo esploro fino in cima grondando sudore. Il panorama si apre spettacolare sul
Lusia e sulla Catena di Bocche, fatta di recente. Bello il colpo d’occhio anche verso la
parete sud della Marmolada.
Il cocuzzolo di Cima Bragarolo
Marmoalda parete sud
Zoomata sul Latemar
Inizio a vedere le cime in quota: vista verso Piccolo Colbricon e Colbricon
Vista verso sud con la Catena di Bocche
Ora siamo dentro il
Parco Naturale di Paneveggio - Pale di S. Martino. Verso sud si vedono le immense placconate di roccia che scendono dalle
Cime di Ceremana, poi le vette del
Colbricon Piccolo, le due cime del
Colbricon, sullo sfondo svetta la sagoma del
Cimon della Pala. Gli eriofori punteggiano le zone pratose tra le rocce, un colpo d’occhio fantastico mentre salgo di quota e il paesaggio si fa più aspro, ingentilito da decine di freschi torrentelli che gorgogliano nei valloncelli. Incontro qualche nevaio, quindi arrivo al
Bivacco Aldo Moro 2565.
Distese di Eriofori
Le placcontate verso le cime di Cermana
Zoomata su Piccolo Colbricon, sullo sfondo il Cimon della Pala e le due cime del Colbricon
Veduta verso sud: il Lusia in primo piano, dietro Latemar e Catinaccio
Finalmente avvisto il Bivacco Aldo Moro (a sx), sullo sfondo a dx il Coston di Slavaci
Bivacco Aldo Moro 2565
La gamba è ancora discreta anche se fa molto caldo e c’è afa. Mentre cerco di identificare sulla carta Cima Bragarolo, vedo che più a ovest c’è il
Coston dei Slavaci di ben m 2708, credo sia la seconda cima dopo Cima Cece 2754. Sembra fattibile quindi mi dirigo verso forcella Bragarolo, poi
abbandono il sentiero e risalgo per una strada militare che però si perde spesso sotto le frane sul versante NE.
La cima di Coston di Slavaci 2708: si attraversano le placconate rocciose seguendo vaghe tracce dei sentieri militari fino in vetta
Genziane rallegrano il paesaggio lunare: salvo errori, Gentiana verna
Il paesaggio lunare verso ovest
Fortificazione della Grande Guerra
Tracce di scalinate militari del '15-'18
Il bivacco Aldo Moro visto da lontano, salendo al Coston di Slavaci
Con un po’ di ravanamento ritrovo qua e là le tracce e senza grosse difficoltà arrivo fino alla cima
Coston di Slavaci 2708, presidiata da
trincee e baraccamenti della Grande Guerra. La vista è immensa. Sulle Pale di S. Martino, sulle sottostanti
Buse di Malacarne e Cima Valcigolera. Verso nord
Latemar,
Catinaccio,
Sassolungo,
Sella,
Marmolada,
Pavione. Verso ovest i
paesaggi lunari dei costoni pietrosi della Catena del Lagorai fino a Cima Cece.
Eccomi in vetta!
Dalla cima verso le Pale
Veduta verso le sottostanti Buse Malacarne, sullo sfondo le Pale
Veduta verso ovest in direzione di Cima Cece
Veduta verso sud: le Vette, il Pavione
Fortificazioni sulla cima
Dopo le foto di rito, è ora di rientrare perché l’ora è tarda. Ritorno al Bivacco Aldo Moro e di lì raggiungo, con traversone eterno sulla immense placconate di rocce (non me lo ricordavo così lungo),
forcella Ceremana 2428. Sono già le 18, l’idea era di risalire il Piccolo Colbricon per un canalino che conosco e scendere dalle
Buse dell’Oro, ma è troppo tardi e rischio di trovami a scendere col buio in una zona che non conosco
benissimo (le Buse dell’Oro sono un trappola di buche, crepacci e salti di roccia).
Forcella di Bragarolo
In marcia verso Forcella Ceremana
Ranuncolo dei ghiacciai
"L'imbuto" del vallone di Ceremana precipita verso il Lago di Paneveggio
In marcia verso forcella Ceremana: sullo sfondo il Piccolo Colbricon: si nota sulla sx lo stretto canalino che permette di salire alla cima
Potrei anche scendere ai Laghi di Colbricon, poi a Malga Colbricon e cercare un rientro dubbio tutto da verificare. Meglio di no. Decido quindi di affrontare la discesa dell’erto
canalone di Ceremana. Dalla conformazione sulla carta, capisco che non sarà un passeggiata.
Forcella Ceremana coi resti delle fortificazioni della Grande Guerra
La prima parte è addirittura nevosa, poi per fortuna la neve sparisce ma la discesa è un martirio su sassi instabili e ghiaino, poi nella parte bassa, a parte pochi tratti di sentiero militare, la traccia è nascosta da erba alta col fondo di sassi viscidi, da fare al rallentatore per evitare storte o scivoloni.
Ecco la micidiale discesa per Cermana, la prima parte su faticosi sfasciumi
Sguardo indietro del Vallone di Ceremana con la impervia discesa
In basso la fiorirtura è ancora notevole: ecco un Giglio Martagone, specie protetta
Ultima foto della discesa-sfacelo, in basso la vaga traccia è sepolta nell'erba alta e nella boscaglia
Per fortuna i segni bianco/rossi sono abbondanti e aiutano parecchio a individuare la traccia nascosta nella vegetazione: in due ore di discesa che pare eterna sono alla Piana di Ceremana, quindi finalmente al lago dove raggiungo la macchina che sono ormai le 20.30, ancora con un piccolo margine sul buio incombente (avevo comunque la frontale
. Gran bel giro in zone assolutamente selvagge, incontrato nessuno in tutta la giornata salvo al bivacco Aldo Moro, dove c’erano dei tizi che stavano tentando una breve traversata fino al Biv. Paolo e Nicola.
Disl. 1300, sviluppo 25 km.
il percorso