Splendidi boschi e sentieri
In attesa che vada via la neve in quota, continuo l’esplorazione del Pinetano nei dintorni di casa. Dopo aver “scoperto” la bellissima zona boscosa del
Doss di Segonzano, guardando le mappe vedo che è rimasta una zona inesplorata: quella sopra
Valcava.
Valcava vista dai Sveseri
La partenza da Valcava
L’abitato di Valcava, specie l’inverno, mette i brividi solo a vederlo: sembra davvero l’ultimo posto in cui desiderare di abitarci, dove per mesi non batte quasi mai il sole. In primavera ed estate invece cambia completamente faccia: è
una piccola frazione tranquilla immersa nel verde rigoglioso.
I sentieri principali, pur non essendo sentieri ufficiali sat, sono segnati da tabelle
Posteggio vicino alla chiesa, con l’idea di andare a dare un’occhiata alla lunga dorsale nord del M. Gac che digrada verso Gaggio. Dal centro della frazione, coi suoi vicoli strettissimi, prendo il
sentiero tabellato per Piz Comboni. Dopo una discreta rampa nel bosco
intercetto la forestale e la seguo compiendo un ampio giro verso nord. Quindi con un bellissimo traversone per splendide strade forestali mi
dirigo verso sud ovest. L’idea è quella di andare a vedere un posto che sulla mappa si chiama “
Ciliegio”, immaginando ci possa essere forse qualche albero monumentale.
Bellissima forestale nel bosco
Un altro tratto molto bello, in leggera discesa
Quanto però arrivo al bivio previsto, vedo una tabella con
l’indicazione “Madonna dell’Aiuto”: decido quindi di allungare il percorso fino al Santuario. C’è un
bel sentiero nel bosco che scende gradualmente di quota, seguendo in parallelo la strada forestale soprastante. Dopo un paio di km arrivo al santuario, e qui ho una brutta sorpresa che temevo molto:
il vecchio tiglio secolare è stato tagliato. In questa zona le forestali sono davvero splendide
Le forestali si alternano a tratti di sentiero: questo scende al Santuario Madonna dell'Aiuto
Il Santuario col tiglio brutalmente capitozzato
Probabilmente danneggiato da precedenti e incaute potature nel corso degli anni, la salute del gigante era progressivamente peggiorata fino all’anno scorso, quando c’era stato una specie di consulto per capire come poterlo salvare. Le prospettive non erano rosee, poi non avevo più avuto notizie. Ora il triste spettacolo di una brutale capitozzatura, con la quale il suo destino è quasi sicuramente segnato. Qualche ramo ha messo delle povere foglie, ma è difficile pensare che un albero si possa riprendere con simili mutilazioni al tronco principale e alle branche.
Quel che resta del tiglio secolare
L'interno del Santuario
Particolare di una statua a lato dell'altare
Il Santuario com'era
Fioritura di Clematide montana
Con un senso di mestizia riprendo il cammino, salendo per la forestale e tornando indietro sulla strada più in quota. Nei pressi della
Val Carbonare trovo una
lapide del secolo scorso, quasi illeggibile perché coperta da muschio, che ricorda
Giuseppe Menegatti morto per un incidente sul lavoro nel 1930. Poco dopo ritrovo il bivio dell’andata e inizio a salire per una ripida e magnifica
strada selciata nel bosco.
La lapide del secolo scorso
Maggiociondolo in fiore
Salamadra in Val CarbonareArrivato in
loc. Ciliegio c’è una specie di maso ma nessuna pianta di ciliegio come avevo immaginato. Mi è venuto in mente allora che il selciato in dialetto trentino si dice "salesà", che forse qualcuno ha storpiato impropriamente in “ciliegio” (mappa Kompass) o “ciaresàr” come riportato dalla tabella. Chi lo sa? Bisognerebbe chiedere a qualche esperto di storia locale… una strada selciata in modo così certosino non è molto comune in Trentino, chissà che storia c’è dietro.
La bellissima strada selciata che sale in loc. Ciliegio
Loc. Ciliegio a 1100 metri di quota
Un baito in loc. Ciliegio nei pressi di una radura dove un tempo probabilmente esistevano coltivazioni
Il sentiero selciato
Ho provato a chieder
lumi riguardo alla toponomastica all'esimio
Livio Merler, che mi ha dato questa interessante dissertazione sul termine (se qualcuno ne sa di più si faccia avanti... ):
"Effettivamente le tue deduzioni potrebbero essere valide e pertanto sostenibili. Dalla parola italiana ciliegio si arriva infatti ai termini dialettali "ciaresar" "ciresar" "ziresar". Per storpiatura omofonica, naturalmente a ritroso, si potrebbe quindi giungere al termine "salesar". Ti preciso però che da quanto mi è noto i termini dialettali corretti per indicare un viale o una piazzetta di ciottoli sono "salesà " o "salasà" o " sarasà" , mentre le citate parole con terminazione "r" costituiscono il verbo che indica l'azione di posare i ciottoli. Altro termine derivato è anche "salasin" che vuol dire posatore di ciottoli, selciatore". Riprendo la marcia ancora in salita sullo stradello selciato, purtroppo rovinato in alcuni tratti da orride gettate in cemento. Dopo aver superato alcuni baiti arrivo
al culmine della dorsale dove intercetto una strada forestale.
Masso erratico nel bosco[/size]
Il sentiero che scende a Valcava[/size]
Vista verso Montesover
Quindi, ancora per sentiero (tabelle per Valcava) abbastanza ben tracciato ed evidente, rientro alla base chiudendo questo bel percorso ad anello. Sviluppo 14 km di lunghezza, dislivello circa 600-800 m contando i vari saliscendi.
Una splendida felce
Conclusioni: un gran bel giro facilissimo per bei boschi; solo l'orientamento è piuttosto complicato perché si concatenano vari sentieri, strade forestali, tracce segnate male sulle mappe.
Il solito gps del cellulare con una buona app cartografica come MyTrails, si rivela in questi casi davvero utilissimo.
Il Santuario della Madonna dell'Aiuto in un disegno d'epoca
Il percorso