Autore Topic: [LAGORAI] Cima Valbona 2584 e Cima Valon 2678: esplorazione con finale su Cima Cece 2754  (Letto 15089 volte)

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La selvaggia Catena del Lagorai nordorientale vista da Cima Valbona; a dx la piramide di Cima Valon

Full immersion nella selvaggeria del Lagorai :) Avevo provato a chiedere se veniva qualcuno per fare questa impegnativa ravanata ma, per una motivazione o per l’altra, hanno tutti dato forfait. Perfetto mi sono detto: questo è proprio un giro da fare da solo)


La strada selciata verso il Lago Cece

Così sono partito per una mega escursione delle mie, con ambizioni “scalabili” come programmo spesso: cioè fisso un obiettivo minimo, uno medio e uno massimo. Quello minimo era salire Cima Valbona m 2578 che avevo adocchiato in un’altra esplorazione alla sperduta Cima del Castel nel Lagorai settentrionale. L’obiettivo vero però era Cima Valon 2678, una vetta ignota sfiorata tante volte. L’obiettivo massimo era aggiungere un largo rientro salendo anche Cima Cece 2754. Tutto nel meraviglioso e selvaggio Lagorai nordorientale. Tutto complicato dal fatto che buona parte dell’itinerario immaginato a tavolino è fuori traccia, non esistendo alcun sentiero. Da Predazzo salgo dunque fino in Val Maggiore, i parcheggi all’inizio del sentiero 336 nonostante l’ora di buon mattino sono tutti occupati (fungaioli?). Parcheggio quindi nei pressi di Malga Val Maggiore 1620, quindi a piedi torno indietro e per sentiero 336 raggiungo il magnifico Lago di Cece 1886, ancora in ombra, poi proseguo salendo fino al Lago Caserine 2107


Campigolo Grande verso Lago Cece

Lago Cece; Baito Caserina

Lago Caserine

Salgo ancora un po’ fino alla bella piana a monte del laghetto, dove abbandono il sentiero per prendere uno dei due valloncelli che, nei miei piani, mi dovrebbero portare sulla lunga dorsale di NO di Cima Valbona che ho intenzione di salire. Naturalmente sbaglio il valloncello che mi conduce su una dorsale con salti di roccia. Nulla di drammatico, ravanando un po’ scendo nel valloncello pararello, quasi una specie di crepaccio, e trovo una via di salita per superare degli sbalzi di roccia con lastronate di porfido quasi verticali.


La magnifica Valle di Caserina, sull sfondo Forcella Cece

Ora abbandono il sentiero per salire uno dei due valloncelli che mi porteranno sulla dorsale


Il valloncello di accesso alla dorsale di C. Valbona; al centro Cima  Cece


Eccomi sulla dorsale, sullo sfondo Cima Cece


Ecco Cima Valbona e il versante di salita, con qualche passaggio di primo grado su pietraie e lastronate

Arrampichicchio un po’ distrincandomi in una serie di tortuosi e angusti passaggi tra rododendri e cirmoli a filo sopra le rocce. Poi esulto: sono sulla dorsale senza danni! Una dorsale ampia, anzi una vasta lastronata di rocce che bisogna aggirare qua e là per evitare i salti, ma nulla di ostico. Arrivo senza problemi alla base della cima senza nome, a noi due! Individuo subito la via di salita migliore sul versante NO. C’è un salto di roccette facili da superare con passaggi di 1°, poi con un traversone su pietraia di sassi mobili (attenzione). Per evitare la pietraia più rognosa  mi sposto sul versante NE dove trovo un facile costolone erboso che mi porta senza difficoltà in vetta a Cima Valbona 2578 m!


In vetta a Cima Valbona 2578! Al centro la terrificante Cima Valon... ce la farò?


Discesa dalla Cima di Cima Valbona per il versante NE

La vista è spaziale e terrificante allo stesso tempo: lo sguardo si posa sulle immense pietraie lunari del Lagorai nordorientale, ma soprattutto sulla prossima meta, la paurosa Cima Valon 2678, che si presenta come una ertissima piramide che pare davvero inaccessibile!


Cima Valon dalla forcella a NE di Cima Valbona

Come spesso accade, meglio non farsi spaventare troppo e andare a vedere il da farsi. Osservo per bene la possibile via di salita e la memorizzo. Quindi scendo alla forcella sul versante NE di cima Valbona e calo facilmente nella conca pietrosa verso il lago ghiacciato, dove con un traversone guadagno il sentiero 349 che mi porta finalmente sotto cima Valon.


Coston dei Slavaci salendo a Cima Valon

Risalgo per uno stretto canalino di erosione (asciutto), arrampicando qua e là fino ad un grosso masso incastrato che supero con qualche difficoltà (soprattutto per il timore che crolli tutto). Superato questo grosso “scalino” attraverso una conca pietrosa quindi risalgo la dorsale NE per facili roccette fin quasi alla cima (da lontano sembrava una salita terribile ma non lo è), dove intercetto un sentiero militare a scalini che conduce ai resti di un baraccamento della Grande Guerra.


Trincee su Cima Valon, sullo sfondo Cima Cece

E’ tutto abbastanza impressionante: trincee ovunque a precipizio sul versante ovest, muri a secco, trincee, travi di legno e paleria ancora tra i muri crollati e resti di carta catramata, scatolame del rancio, schegge, pezzi di ferro, cavi, reticolati, lunghe scalinate a gradoni che percorrono le trincee fino in vetta. Anche su Cima Valon 2678 i resti di una postazione trincerata. Un esposto sentiero scende dalla cima qualche metro più sotto sul versante est dove c’è una caverna.


Cima Valon, con Monte Tabio in basso a sx, Cima Cece al centro


"Stol" sotto cima Valon con vista sulle Pale di S. Martino


Resti dei baraccamenti


Scalinata della Grande Guerra



Altri camminamenti molto esposti proseguono più in basso ma sono molto pericolanti e franosi e non insisto. Trovo cavi, pezzi di ferro, rotoli di reticolato. Dalla cima quindi scendo per ll versante NO per una serie di lunghissime scalinate fatte con grosse pietre, che percorrono una lunga trincea a picco su impressionanti precipizi. 50 metri sotto la vetta ci sono i resti di varie baracche, un vero e proprio accampamento, palerie sbriciolate, pezzi di ferro, schegge, rotoli di filo spinato ancora intatti. Perdo una buona ora per esplorare i vari camminamenti, le trincee, le postazioni, gli interni delle baracche in rovina. Ci dovevano essere parecchi soldati quassù a presidiare questa impervia cima a quasi 3000 metri di quota. Già la zona è impervia in estate, in inverno deve essere stato terribile quassù con la neve, il vento e il gelo.


Trinceramenti di Cima Valon

Arriva l’ora di rimettersi in marcia per scendere: sfrutto le scalinate fin dove sono visibili per abbassarmi di quota tra le scomode pietraie, fino alla conca dove c’è il salto, dove scendo con attenzione (passaggi di 1°) aiutandomi con le mani per calarmi lungo le lisce placconate di porfido. Nulla di particolarmente difficile ma bisogna stare attenti. Riguadagnato il sentiero 349, torno indietro fino a Forcella Valon 2480, dove speravo di trovare acqua ma era tutto secco, quindi ancora per numerose rovine della Grande Guerra fino a Forcella Cece 2353.


Cima Valon: rosso=salita, verde=discesa


Cima Valbona a sx, Forcella Valon al centro, Forcella Cece a dx


Scollinamento dorsale di Cima Cece


Palon di Cece, Campanile di Cece a dx

La gamba è ancora discreta, ce la posso fare: provo a salire verso Cece. Inizio la lunga salita per rimontare la dorsale NO, un traversone eterno e rognoso. Quando scollino vedo la cima in lontananza, l’ultima fatica. Un cartello mi incoraggia: solo mezz’ora alla vetta, ormai è quasi fatta :) . Risalgo lentamente per il tortuoso sentiero sul ripido costone, a tratti esposto, in buona parte ancora selciato dai soldati. Arrivo in vette a Cima Cece 2754 verso le 17.00. Sono abbastanza al lumicino perché ho mangiato solo mezza barretta in tutto il giorno e ho finito l’acqua. Anche se l’ho visto parecchie volte ormai, il panorama dalla vetta più alta del Lagorai è sempre meraviglioso. 


La terza vetta della giornata: Cima Cece è mia!


I resti delle baracche sulla vetta di Cima Cece


Vista verso le Pale

Anche qui sulla cima una serie di baracche della Grande Guerra, di cui sono rimasti solo i muri perimetrali e poco altro. Dopo una ventina di minuti per recuperare le forze e mangiare qualcosa, inizio l’eterna e faticosa discesa passando sotto il maestoso pilastro del Dente di Cece, quindi fino al Bivacco Paolo e Nicola 2180 dove faccio finalmente rifornimento d’acqua alla sorgente a 5 minuti dal bivacco.


La faticosa discesa verso passo Val Maggiore


Lo spettacolare pilastro del Dente di Cece


Bivacco Paolo e Nicola, faccio rifornimento acqua alla sorgente e riparto


Cala il tramonto ai Laghetti ma ormai sono salvo, ancora mezz'ora e sono alla macchina prima che faccia buio

Un busta di Polase nella bottiglietta e sto subito meglio. Quindi inizio la lenta discesa verso valle per il sentiero a tratti faticoso per il fondo sassoso. Arrivo alla macchina a Val Maggiore che sono le 20.30. Una soddisfazione immensa per una escursione epica che non dimenticherò facilmente :) Sviluppo 25 km, dislivello coi vari saliscendi circa 1850 m.   


Il percorso
« Ultima modifica: 22/06/2017 10:42 da AGH »
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Offline pianmasan

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Bella davvero con due salite a cime non frequentate. Brao!
La "cima ignota" credo sia la c. Valbona.
Allego due vecchie foto.
Nella prima la c. Valbona è mascherata dalla imponente c. Cece

Offline AGH

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Nel gruppo vanoi su fb ci siamo scervellati su che cima potesse essere la cima senza nome, che sia C. Valbona non è sicuro, le carte fanno un gran casino come al solito :(
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Offline pianmasan

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Ho scritto "credo sia" la cima Valbona. Mi correggo: è sicuramente la cima Valbona, posta a nord della forcella del Valon.
Allego una scansione dalla "Guida a Lagorai e Cima d'Asta" del Gadler.

Offline AGH

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se lo dice Gadler... ho corretto :) Ma ci sono due cime Valon?
« Ultima modifica: 16/08/2015 19:41 da AGH »
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Offline Alex Bear

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Un bel girazzo,grande AGH! E' la parte del Lagorai che più mi intriga questa
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   Avevo provato a chiedere se veniva qualcuno per fare questa impegnativa ravanata                     
A me non hai chiesto niente! ;) Scherzo dai....  :D  magari la prossima se ti va ;)

Offline pianmasan

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Sì, ci sono due cime Valon. Una è quella che hai salito tu, più alta e più bella. L'altra è la cimotta a sud-est della forcella, che viene propriamente chiamata cima di Valon, per distinguerla dalla sorella maggiore.
La forcella è a sua volta nominata come forcella del Valon.
Anche il Corradini nela guida del CAI riporta questa dicitura. 
Stranezze della toponomastica locale.

Offline Oma

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Complimenti per la super-scarpinata!  :D Bella giornata, belle foto  :) bravo e ... vai con la prossima!!  ;)

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Complimenti per la super-scarpinata!  :D Bella giornata, belle foto  :) bravo e ... vai con la prossima!!  ;)

lasseme tirar el fià  ;D
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Offline piesospinto

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Sto diventando un ripetitore seriale delle tue esplorazioni, sono molto affini al mio modo di intendere la montagna  :)
In genere però mi accontento di una versione ridotta, soprattutto causa il tipico meteo della domenica  >:(
Oggi gita in versione salvaginocchia: salita in MTB fino al lago Cece, poi lago Caserine, dorsalona - veramente interessante - fino a cima Valbona (nuvoloso basso, visto poco), discesa per il canale e raggiungimento del sentiero, digressione (quasi, gli ultimi metri sono un castello roccioso) alla cima a sud della forcella Valon, rientro per sentiero a forcella Cece e giù.
Cima Valon sarà per la prossima volta.
Grazie del suggerimento
Mauro

Offline AGH

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figurati, sono contento che i miei giri possano ispirare anche altri :) E' bello osare fuori sentiero a volte  ;D
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Offline kobang

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Agh ricambio l'apprezzamento!
Bella scavallata e foto che invogliano a tornare lassù:speriamo in un autunno clemente....

Offline Normanno

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Che belle foto!! Bel giro davvero!

Offline Skyzzato

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Bellissimo giro! complimenti come sempre!
Una curiosità... durante una translagorai ho fatto il bagno nel "lago ghiacciato", si chiama proprio così, quando era ancora ghiacciato per un quarto. L'acqua era fredda :D Anni fa devono aver trovato un soldato che è riemerso.
Non si possono nutrire pensieri cattivi al di sopra di una certa altitudine
(François Mauriac)

Offline AGH

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Anni fa devono aver trovato un soldato che è riemerso.

addirittura? Questa mi era sfuggita...
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